Io e Marika corremmo a perdifiato per la città, attraversando strade secondarie e urtando le persone nel tentativo di seminarli. Dovevamo correre velocissime per far perdere le nostre tracce ma loro erano più allenati di noi: il fiato corto, infatti, non tardò ad arrivare. Tuttavia non badavamo alla fatica: dovevamo continuare a correre anche se non sapevo esattamente dove andare.
- Di qua! Fatti forza! - continuavo a urlare alla mia amica, guidandola e cercando di distrarla dalla fatica. Questa volta mi ero cacciata davvero in un bel guaio ma ancora peggio ci avevo trascinato dentro Marika. Maledetta idea di vedere quel nuovo negozio.
Arrivammo in prossimità di via Bologna, una delle vie principali che portava fuori città, e svoltammo nella prima strada a sinistra che trovammo dove c'era il fiume: continuammo a correre lungo la strada che costeggiava l'argine ed ero sicura di averli persi perché mi girai e non li vidi.
La fortuna non durò a lungo: Marika mise un piede in fallo e scivolò giù lungo l'argine, fermandosi sulla piana di terra prossima all'acqua. Scesi giù pure io per soccorrerla e accertarmi che non si fosse fatta niente: solo qualche graffio, nulla di rotto. L'aiutai a rialzarsi ma proprio in quel momento, come dal nulla, i nostri inseguitori ci videro dall'alto della strada e ci raggiunsero immediatamente. Non potevo immaginare un posto peggiore per farci trovare: eravamo completamente nascosti alla vista di pedoni e auto, e la strada non era per niente trafficata a quell'ora del pomeriggio. Avremmo potuto risalire l'argine: era l'unico modo per uscire di lì. Strattonai la mia amica perché mi seguisse ma Marika non si mosse in preda al terrore. Il suo sguardo era fisso sul gruppo davanti a noi. La mia amica si era arresa e io non potevo che fare lo stesso: non contemplai neanche lontanamente l'idea di abbandonarla lì.
Realizzai subito che nessuno sarebbe venuto in nostro soccorso perché non ci avrebbero né viste né sentite in quella buca; dovevamo cavarcela da sole contando solo sulle nostre forze, ben sapendo che era praticamente inutile contro quei teppisti.
A due a due i ragazzi avanzarono verso di noi e ci bloccarono. Marika era terrorizzata e iniziò a piangere; anche io avevo paura ma non avevo intenzione di dargli la soddisfazione di mostrarmi debole o la mia amica sarebbe crollata del tutto.
- Siete veloci a correre ma non abbastanza per sfuggirci - disse il capo avvicinandosi a entrambe e passando il suo sguardo freddo prima su Marika e poi su di me. - Tu e la tua amica siete davvero carine - proseguì avvicinando il suo viso al mio - ma tu prima di tutto, hai una lezione da imparare, gattina -. Mi prese il viso con una mano e rimase a fissarmi. Un brivido mi attraversò.
- Sarah! - gridò Marika preoccupata.
- Fatela stare zitta. Non voglio essere interrotto quando parlo - gridò il ragazzo rivolgendosi ai due che tenevano ferma Marika e che procedettero a imbavagliarla. - Tornando a noi - Il suo viso era ancora pericolosamente vicino al mio; i suoi occhi, freddi e indifferenti, mi fecero di nuovo rabbrividire - vediamo se riesco a raffreddare questa tua testa calda - aggiunse. Tolse la mano dalla faccia e la poggiò sulla mia testa strattonandola violentemente. Trattenni un grido.
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Soundtrack:Love
Romance[COMPLETA] "Lui era un ragazzo, lei era una ragazza. Niente di più ovvio". L'avete già sentita, vero? Vi è mai capitato di ascoltare una canzone alla radio e percepire una certa familiarità? Quella che avete appena ascoltato, in realtà, è qualcosa...