21. Kissing You (parte 3)

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Il giorno dopo mi sembrò di scorgerlo a scuola; ebbi un sussulto quando anche Sonia mi confermò di averlo visto

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Il giorno dopo mi sembrò di scorgerlo a scuola; ebbi un sussulto quando anche Sonia mi confermò di averlo visto. Una forza si impossessò di me: dovevo parlargli, non potevo rimandare oltre; dovevo chiedergli cosa era veramente successo quella notte, cosa significava per lui quel bacio, quelle parole e se anche lui provava qualcosa per me.
A ricreazione salii sul tetto: pensai di trovarlo lì ma lui non c'era. Avevo anche pensato di mandargli un messaggio ma mi sembrava riduttivo: cosa avrei potuto scrivere in centosessanta caratteri che non sembrasse stupido, aggressivo o altro?
Mi sentii improvvisamente debole, di nuovo vulnerabile. Forse non era la scelta migliore incontrarlo. Tornai in classe abbandonando quei remoti propositi dietro la porta dell'ultimo piano.

La situazione cambiò completamente di lì a qualche ora: all'uscita da scuola lo vidi e i nostri sguardi si incrociarono. Io ero con le mie amiche e lui con il suo gruppo. Bastò una frazione di secondo per leggere nel suo sguardo lo stesso desiderio di parlarmi.
Cosa dovevo fare?
Magari stava pensando ad altro.
"La ragazza che mi sono fatto e il suo gruppo di amiche - oche".
No, non poteva pensare una cosa del genere di me. Arrivata a casa mi gettai sul letto: tutto quel pensare mi aveva tremendamente appesantito la testa e avevo solo voglia di dormire.

Chiusi gli occhi ed ebbi un altro flashback: avvertii una sensazione nuova ma al contempo familiare...

... era la stessa sensazione che avevo provato quando ero tra le sue braccia nel suo letto. Mi stava baciando e io ero totalmente abbandonata a lui. Le mie mani sul suo corpo perfetto... poi... la sua voce...

"Non voglio approfittare del fatto che tu sia ubriaca e non ricorderai nulla".

Poi... ancora buio.

Mi alzai di colpo dal letto, la testa che ancora mi girava e il cuore che mi batteva forte. Quella visione significava forse che tra noi non c'era stato nient'altro che un bacio? Non ci eravamo davvero spinti oltre? E la frase dell'altra volta? Veniva prima o dopo questo ricordo?

Non potevo più rimandare, dovevo parlargli. Provai a telefonargli ma non rispondeva. Gli mandai un messaggio:

<<Devo parlarti. Dove sei?>>

L'attesa fu lunghissima ma alla fine mi rispose.

<<Ci incontriamo al solito posto>>

Esisteva solo un luogo che ci apparteneva e lui era là.

Uscii di casa immediatamente, presi la bici e poco dopo giunsi a scuola. Quando arrivai trovai l'edificio completamente spento e porte e finestre chiuse con tanto di tapparelle abbassate. Avevo agito d'istinto e avevo tralasciato il dato più importante: come avrei fatto a entrare dato che le lezioni erano finite e la scuola era deserta? Forse mi ero sbagliata a tradurre quella frase e ora lui si trovava da un'altra parte della città. In fondo, come aveva fatto a entrare se era tutto chiuso? Feci qualche passo indietro, tentata di andarmene ma la porta della scuola si aprì e il bidello Elia, che abitava lì, uscì gridando: - Dai entra! Ti sta aspettando -

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