Un dolore lancinante mi prese la parte superiore degli occhi. Li chiusi di scatto e mi portai le mani alle tempie. Durava pochi secondi ma mi sembrava sempre di avere la fronte stretta in una morsa. L'unica cosa positiva era che quel dolore mi faceva rinvenire. Un altro stato di catalessi. Stavano aumentando sempre di più,assieme alle allucinazioni. La linea tra ciò che era concreto e ciò che era solo un gioco della mia mente si faceva sempre più sottile. Dopo pochi secondi il male agli occhi passò e mi ritrovai di nuovo cosciente,in quello scantinato semi buio ,legata alle stesse catene,avvolta dalla stessa solitudine. Del mio aguzzino neanche l'ombra. Ormai non lo incontravo quasi più,dato che erano più le volte nelle quali ero incosciente ,che quelle in cui ero cosciente. Mi coricai a terra a fissare il soffitto,come facevo quasi sempre,cullata dai miei pensieri e bagnata dalle lacrime che scendevano spontanee dai miei occhi,senza un singhiozzo,senza un lamento. Passò qualche minuto,quando mi parve di sentire qualcosa di diverso dallo zampettare dei topi o dal gocciolare dell'umidità. Sembrava una voce,una voce femminile. Era un'altra vittima che stava per subire la mia stessa sorte? Avrei avuto una compagna di sventura? No. Non proveniva dalla porta. Mi alzai di scatto per capire meglio da dove provenisse e cosa dicesse. "Alice...Alice,sono qui". Mi chiamava ! Quella voce mi chiamava ! Erano venuti a salvarmi? Era stato compiuto qualche miracolo e mi avevano trovata? "Alice...Alice..."Era la polizia? No. Quella voce era familiare. Il tono,il modo in cui diceva il mio nome. Conoscevo quella voce,si la conoscevo! Era la voce di mia madre! Si era lei! Mi stava chiamando! Ma...lei era morta...No,tutto questo non era possibile,mia madre era morta 4 anni prima,non poteva essere lei. Mi rannicchiai al muro e cercai di ignorare quello scherzo della mia testa. "Alice...Alice...Alice,vieni da me ,ti prego!" Ahhhh! Non c'erano dubbi,era lei,era la mamma! Era la sua voce! Mi alzai in piedi,e ascoltai attentamente,per capire da dove mi stesse chiamando. Veniva dalla botola sopra di me,quella dalla quale Jeff mi aveva gettato addosso la prima tanica d'acqua. "Alice...vieni dalla mamma!"
"Mamma! Mamma sto arrivando!" Non potevo più esitare,mia madre era lì ,mi chiamava,aveva bisogno di me! Avevano rapito anche lei ,sicuramente! "Mamma ti hanno rapita ? Cosa ti hanno fatto? Ti salverò ,questa volta sarò io a salvarti!" Gridai verso la botola. Dovevo solo capire come arrivare a quella apertura. Il soffitto era basso,ma la mia altrettanto bassa statura e le poche forze non mi rendevano le cose facili. Appena mi reggevo in piedi,e saltare per raggiungerla non sarebbe servito a nulla. Finché ad un certo punto la mia attenzione venne catturata dalle sedie appoggiate alle pareti"Alice!Alice!Aliceeee!" "Arrivo mamma!" Urlai ,fino a grattarmi la gola. Mi trascinai verso le sedie e riuscii a prenderne una. La portai a fatica sotto la botola e mi misi in piedi su di essa. Se mi alzavo sulle punte dei piedi riuscivo a sfiorare la botola. La testa mi girava,la vista era annebbiata,le gambe a mala pena mi sostenevano,ma dovevo farcela. Dietro quella botola c'era mia madre,avevano rapito anche lei,e chissà a quali sevizie era stata sottoposta. La sua voce risuonava sempre più disperata,sempre più roca e distrutta. Dovevo raggiungerla a tutti i costi ,dovevo salvarla! Allungandomi il più possibile riuscii a sollevare la botola...un ultimo slancio e avrei raggiunto mia madre. Il passaggio si aprì e non appena alzai il coperchio mi tirai con tutta la forza che avevo in corpo all'interno del cunicolo,aggrappandomi alle pareti in metallo anche con le unghie."MAMMAA!!" Gridai disperata,piangendo e bramando il volto materno al quale riconducevo quella voce. Ero incastrata a mezz'aria tra la botola e la sedia,il mio unico appoggio. Presto mi accorsi di non poter strisciare attraverso il passaggio a causa delle catene alle caviglie,lunghe si,ma limitanti. Realizzando ciò mi limitai a cercare con gli occhi ,per quanto il buio mi concedeva ,mia madre,e a chiamarla sempre più forte,sempre più disperata. Ma non la vedevo. La botola sembrava essere vuota. Tastavo ovunque,tanto in là quanto le catene mi permettevano di andare ,chiamavo,piangevo,ma nulla. A poco a poco cominciò a farsi spazio nella mia mente il pensiero che forse ero stata vittima dell'ennesima allucinazione...No! Non poteva essere così ! Era la voce di mia madre,l'avevo sentita chiamarmi ,lei era lì ,doveva essere lì !
Ad un certo punto sentii qualcosa cigolare. La porta dello scantinato . Fu in quel momento che realizzai di non aver tenuto conto di una cosa: il rumore. Il mio carceriere doveva avermi sentita,e ora era pronto a punirmi. Chissà se a mia madre era toccata la stessa sorte. Mi si raggelò il sangue. Non mi mossi. Rimasi penzolante a mezz'aria non sapendo cosa fare,se scendere e affrontare Jeff,o rimanere lì come una stupida ad aspettare che la sorte facesse il suo dovere. Sentivo i passi del killer lenti,avvicinarsi a me. "Bene ,bene ,ci siamo fatti sentire principessa. Vedo che hai messo su proprio un bel teatrino" sogghignò il ragazzo." Ti svelo un segreto,con le catene che ti ho messo non andrai proprio da nessuna parte,inoltre quella botola mi sembra un mezzo molto scomodo con il quale fuggire...forza ,scendi di lì ,sei ridicola." Sembrava calmo,mi sarei aspettata una reazione ben peggiore,tuttavia non nutrii speranze particolari. Jeff prese una sedia e mi tirò giù cingendomi i fianchi. Fu così che mi ritrovai in piedi davanti al mio aguzzìno,a contemplare la sua espressione che trasudava compassione e sufficienza,contro la mia faccia confusa. "Povera Alice,sei già stufa di stare qua ? Il divertimento deve ancora iniziare e già te ne vuoi andare?" Disse Jeff,accarezzandomi il viso con le sue mani gelide. Rabbrividii. In quel momento decisi di replicare. Forse se gli dicevo la verità mi sarei risparmiata una "punizione ",forse mi avrebbe dato qualche informazione su dove si trovava mia madre e cosa le aveva fatto. "Non stavo cercando di scappare..." sbiascicai," il killer mi guardò confuso di primo acchito,poi la sua espressione tramutò in un spaventoso furbo sorriso ,accentuato dalle sue lunghe cicatrici. Continuai a contemplarlo con gli occhi pieni di lacrime e il terrore che mi pervadeva ogni singolo muscolo." Oh Alice,Alice...ti prego,non smettere mai di vaneggiare! HAHHA" replicò Jeff ironico. Non capivo . Ero sempre più confusa. Cosa voleva dire quella frase? Perché si comportava così ? "Ho sentito la voce di mia madre chiamarmi ! Cosa le hai fatto dannato pazzo?! Dov'è lei ?!" Gridai spazientita. A quel punto il killer scoppiò a ridere,dinanzi a me incredula. Finito il teatrino Jeff si inginocchiò piano davanti a me,ponendomi le mani sui fianchi. Mi saltò un battito. "Principessa,mi dispiace deluderti ma ,che io sappia,tua madre non è qui,la mia preda sei sempre stata tu,tu e nessun altro." Disse dolcemente. Non era possibile. Mi stava mentendo. Sicuramente. Io avevo sentito la sua voce chiamarmi,mia madre doveva essere lì per forza,non c'erano dubbi." Smettila di mentirmi!" Urlai. Jeff non si scompose e continuò a fissarmi,con i suoi occhi glaciali e quel sorriso beffardo che si allungava tramite le cicatrici. All'improvviso si alzò di scatto e mi prese per un braccio. A quel punto iniziai a dimenarmi e urlare come non avevo mai fatto prima,stavo perdendo il controllo. Cercai di strattonarmi via ,fino ad inciampare tra le mie stesse catene,ferendomi i piedi ,gridando oscenità contro il mio aguzzino finché quest'ultimo non perse la pazienza e mi lanciò contro la parete. Prima che me ne accorgessi avevo le braccia bloccate sulla testa e una lama arrugginita puntata a pochi centimetri dal collo. Paralizzata riuscii solo ad ansimare trattenendo le lacrime. L'espressione del killer era cambiata ,il suo sguardo si era abbassato e dagli occhi trapelava tutto il suo fastidio. Cercai di sollevare la testa per aumentare la distanza tra me e la lama che Jeff reggeva salda contro il mio collo. "Ascoltami bene ragazzina,fino adesso ti ho trattata fin troppo bene,ma capisci che così mi stai rendendo le cose difficili. O torni a fare la bella addormentata o coinvolgerò anche i miei amici e credimi loro ci vanno giù molto pesante" scandì a denti stretti il ragazzo. Deglutii a vuoto. "Intesi?" , "...Si" sussurrai. A quel punto il killer mollò la presa e caddi sulle ginocchia. "Comunque sia ,tieni,questa è la tua cena" disse Jeff mostrandomi una ciotola con dentro del pane raffermo e mezza mela. La presi tra le mani e la poggiai davanti a me ,anche se il cibo in quel momento era il mio ultimo pensiero." Ci vediamo presto principessa!" Mi salutò di spalle il ragazzo,sparendo dietro la luce antistante la porta. È subito ripiombò il silenzio. Rimasi per qualche secondo a guardare dritto davanti a me,ancora sconcertata per quello che era accaduto,per poi abbandonarmi ad un pianto disperato,struggente,fisicamente estenuante. Gridai distesa per terra,contorcendomi,urlando il nome di mia madre ,invocando mio fratello,urlando e basta contro il soffitto,contro la prigionia alla quale ero sottoposta,contro la vita che non aveva fatto altro che sgretolarsi davanti a me. Piansi fino a non aver più fiato in corpo,più energia mentale e fisica. Mi alzai. Gattonai verso il magro pasto che il killer mi aveva lasciato. Rimasi a contemplarlo per un po' ,poi afferrai un pezzo di pane e mi sforzai di mangiarlo. No,non avrei fatto quella fine,non volevo soccombere a tutto ciò,volevo morire,volevo ancora morire ,ma non sarebbe stato per mano altrui. Finii di mangiare e mi accovacciai contro la parete a pensare ancora alla voce di mia madre. Era stata veramente un'allucinazione? Lei era veramente morta? Non me lo ricordavo più,l'avevo sentita ,ma se fosse reale o meno non potevo saperlo e non l'avrei mai saputo"Mamma...mamma...mamma" sussurrai prima di cadere in un sonno stremato,cullata dalla confusione che regnava nella mia mente,e scandiva la mia esistenza.
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ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)
Fanfic⚠️TW ARGOMENTI SENSIBILI⚠️ ❗️Suicidio ❗️Violenza "Voglio scavare all'interno della tua mente Alice,saperne i segreti,rubarti i pensieri e alimentarne le paranoie,voglio poterti sviscerare la testa, per poi sapere se sei folle quanto me o se rimango...