𝓐𝔀𝓪𝓴𝓮

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Sentivo la testa sprofondare adagiata su qualcosa di morbido. Non riuscivo a muovere il collo ma avvertivo di star piano piano riprendendo la sensibilità del corpo. Strizzai gli occhi in maniera automatica, era fastidioso tenerli chiusi,ma pesanti da aprire. Lentamente li dischiusi e subito vennero colpiti da una luce accecante,il che me li fece chiudere d'istinto. Sforzandomi di tenerli aperti cercai di ispezionare con lo sguardo il luogo nel quale mi trovavo. Il soffitto era bianco e tappezzato di lampade che emanavano una luce potente. Posai lo sguardo sulle mie mani,e vidi che sul dorso della destra era infilata una flebo ,fasciata alla mia mano." Bip,bip,bip",spostai lentamente la testa a sinistra e scorsi una macchina che misurava il mio battito cardiaco. Ok,non ero decisamente morta. Mi ci vollero un paio di minuti per elaborare il ragionamento,dato che ero ancora intontita,ma alla fine capii di trovarmi nel letto di un ospedale. No,non di nuovo. Cercai di sollevare il busto,anche se non avevo completamente ripreso la sensibilità nel corpo,infatti non appena raggiunsi la posizione semi eretta fui colpita da un forte giramento. Da quella posizione potei esaminare meglio la stanza nella quale mi trovavo. Era totalmente bianca,tipico di una camera d'ospedale. C'era solo il mio letto,con a destra la sacca della flebo e a sinistra il monitor. Portai d'istino le mani al petto e mi accorsi di non indossare più il mio pigiama ma una vestaglia di cotone. Dopo qualche minuto entró un'infermiera che vedendomi sveglia sussultò per poi accorrere al mio capezzale intimandomi di rimanere sdraiata. I miei occhi intorpiditi non riuscirono a scorgere chiaramente i tratti del suo volto,ma potei dedurre che era abbastanza giovane. Tornai a distendermi ,aspettando di riacquisire almeno un po' di lucidità in più. In quel momento non riuscivo a pensare appieno,la mia mente era come in stand by,probabilmente per via dei sedativi. Dopo circa una mezz'ora fece ingresso nella mia stanza un medico,che riconobbi subito. Era il primario del reparto di psichiatria,il dottor Evans. In quel momento ero troppo stanca e intorpidita per poter provare una qualsivoglia flebile forma di imbarazzo,semplicemente mi limitai a salutarlo con un cenno del capo,per poi riportare lo sguardo al soffitto. L'uomo si mise a sedere su uno sgabello accanto al mio letto,tirando un sospiro per poi esaminarmi con lo sguardo. Il suo volta lasciava trasparire una definitiva rassegnatezza nei miei confronti. Come potevo biasimarlo. Ci eravamo trovati in quella situazione almeno altre 3 volte in precedenza,non mi sorpresi che mi considerasse un caso perso. "Buongiorno Alice"esordì timidamente il dottore,"immagino che tu ti ricorda come mai sei qui". Mi limitai a guardarlo e ad accennare un mezzo sorriso per poi tirare un sospiro." Hai fatto un bel volo questa volta"continuó il medico,"Se non fosse stato per tuo fratello,che ha subito avvertito la polizia ,probabilmente ora ti troveresti in obitorio ". 'Beh era quello l'intento ',scattò la mia mente,per poi lasciarmi con l'amaro in bocca ,consapevole di aver involontariamente formulato un pensiero inappropriato. Poi ebbi come una scossa. "Polizia", Evans aveva detto polizia!? Girai di scatto la testa e fissai il dottore mente con un filo di voce ripetevo la parola che in quel momento mi allarmava tanto:"...Polizia?"L'uomo mi guardo sconsolato e ripetè:"Si Alice,tuo fratello ha coinvolto la polizia questa volta. E tu sai benissimo cosa vuol dire questo..."Non volevo crederci. "Trattamento sanitario obbligatorio " sussurai. "Esattamente " rispose il dottore."Mi dispiace Alice,ma questa volta non ho potuto fare nulla per impedire la cosa. È stato un gesto troppo plateale,sei finita sui giornali. Se dovessi cercare di impedire il trattamento in qualunque modo rischierei il posto e perderei la mia credibilità ". Mi portai le mani al viso sospirando. Avevo rischiato già altre volte di ricevere i trattamento sanitario obbligatorio,ma il dottor Evans era sempre intervenuto facendo sì che potessi scamparla,ma aveva ragione. Questa volta avevo superato il limite. E pensare che a quell'ora sarei già dovuta essere sotto terra. Comprendevo la situazione,tuttavia non avevo la minima intenzione di venire rinchiusa in una clinica,ma nemmeno di venire arrestata. Perché non ero morta ? Perché mi avevano dovuto salvare? Che senso aveva prolungare l'agonia?. "Tornerò domani,per fortuna te la sei cavata con qualche costola rotta e una lieve commozione cerebrale,tuttavia hai ancora bisogno di ristabilirti fisicamente. Domani faremo una bella chiacchierata come si deve,tu ora pensa a riprenderti,e mi raccomando,ingoia le medicine che ti daranno gli infermieri,sennò mi toccherà prendere provvedimenti anche per questo." Guardai sconsolata il medico,mentre cercavo di raccogliere un briciolo di coraggio per porgli la domanda fatidica:"...Dean...dov'è Dean?",chiesi,anche se vedere mio fratello dopo quello che avevo fatto era forse la cosa meno indicata,considerando anche le mie condizioni. Evans si fermò,fece una pausa e tenendomi le spalle esordì:"L'ho mandato a chiamare non appena ti se svegliata,starà a lui decidere se venirti a fare visita o no. Riguardati Alice,a domani". Con ciò ,il medico uscì dalla mia stanza,lasciandomi sola,ancora intontita dai farmaci e dalla situazione. Dean era mio fratello maggiore. Avevamo ben 10 anni di differenza. Quando i nostri genitori ci lasciarono,4 anni prima lui tirò fuori una forza inimmaginabile e si prese cura di entrambi,in un momento estremamente difficile. Io però non fui della stessa pasta. Non appena seppi della morte dei nostri genitori in quell'incidente aereo,qualcosa dentro di me si ruppe,lacerandomi internamente.
Papà era un uomo semplice,devoto alla famiglia e al lavoro,era cresciuto in campagna e aveva portato avanti l'azienda della sua famiglia con passione e dedizione. Era rustico,concreto,sapeva di fieno appena tagliato e dopobarba fresco. Aveva un'aria molto burbera,come se portasse una corazza,ma con noi si scioglieva e diventava dolce come il miele. Era molto più vecchio di mia madre. Lei era l'esatto opposto di lui. Era cresciuta in un ambiente borghese,ma aveva imparato ad amare la semplicità,a vederla sembrava la classica protagonista di un romanzo rosa,delicata,leggera,paziente. Erano una coppia molto fuori dal comune ,ma si amavano follemente. Assieme avevano coltivato la passione per i viaggi e ,appena potevano,prendevano l'aereo per visitare mete sempre più lontane. Quando accadde ,fu durante uno dei loro viaggi,questa volta verso l'India. Avevano sempre sognato di visitarla e finalmente ebbero l'occasione. Papà era un po' restio ,data la lontananza del posto ,ma mamma era così emozionata,sembrava una bambina la mattina di Natale ,non vedeva l'ora di partire. Ricordo che io e Dean ci svegliammo presto per salutarli,dato che non li avremmo più visiti per due settimane. Certo non potevamo aspettarci che quello sarebbe stato l'ultimo istante che avremmo passato assieme a loro. L'ultima cosa che ricordavo era il dolce viso di mia madre,che sorrideva scuotendo la mano attraverso il finestrino dell'auto,per salutare i suoi amati bambini. Il suo sguardo trasudava allegria ed emozione per l'imminente partenza. La contemplavo stanca dall'uscio della porta,un po' infastidita a causa delle ore di sonno che ci avevano perdere per salutarli. Rimpiango ancora quella punta di fastidio.
E poi la tragica notizia. L'aereo aveva avuto un guasto,causato dalle forti turbolenze. Nessun sopravvissuto. 300 famiglie piangevano i loro cari,e tra loro c'eravamo anche io Dean.
Con la mente scossa da quelle reminiscenze del passato,osservavo le gocce di sedativo percorrere piano il tubicino della flebo per poi entrare in circolo nel mio corpo. Chissà se sarei riuscita a guardare in faccia mio fratello,ovviamente se avesse deciso di venire a trovarmi,cosa molto incerta. Cullata dai farmaci caddi di nuovo in un sonno profondo,un sonno amaro quanto i miei pensieri,artificiale,un sonno che sapeva di lacrime e rimpianti,che aveva il compito di trasportarmi verso le truci conseguenze delle mie mortali scelte.



Ecco a voi la seconda parte! So che ci sono argomenti non ancora approfonditi,ma tranquilli che li sviscereró per bene più avanti☺️
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Ps. Scusate per eventuali errori grammaticali 🙏

ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora