"Adesso ti devo lasciare. Ascoltami,ora rimarrai con l'infermiera che ti farà degli esami,poi...poi dovrai essere interrogata ,non so di preciso quando ,ma a breve. Alice ,davvero,io..." Interruppi subito Dean :"Dean! Stai tranquillo,davvero,so quello che devo fare." Dissi ferma,cercando di abbozzare un flebile sorriso. Dean mi guardò e sembrò tranquillizzarsi un po'. In un certo senso ora toccava a me prendermi cura di lui. Ci stringemmo in un ultimo abbraccio, talmente forte da far aderire i nostri cuori l'uno all'altro. "Ti verrò a trovare appena possibile." Disse mio fratello per poi scivolare via dalla mia stretta,lasciando il posto all'infermiera bionda la quale per tutto il tempo era stata ferma sull'uscio della mia stanza. Guardai Dean scomparire dietro la porta ,mentre la donna avanzava verso di me . "Ok tesoro,ora ti farò qualche esame,rilassati ,non dureranno molto ." Feci appena in tempo ad assimilare le parole dell'infermiera quando mi calai in un pianto isterico. Potevo avvertire lo stress scivolare lungo i miei arti ad ogni singulto. Per quanto ci provassi non riuscivo a smettere di singhiozzare. Nella mia mente scorrevano immagini confuse. Vedevo il volto esanime di mio fratello in una pozza di sangue,poi il suo viso diventava quello di Jeff,poi quello del bambino che avevo ucciso ,poi mio padre, in un loop infinito. Ad ogni singhiozzo i pensieri si scontravano tra le mie sinapsi per poi separarsi e scontrarsi di nuovo come nell'occhio di un ciclone,mentre una sola frase risuonava in mezzo a tutto quel caos silente:" Dean è morto."
"Sfogati pure tesoro." Sussurrò dolcemente l'infermiera mentre mi accarezzava la schiena e mi porgeva un fazzoletto che afferrai con mani tremanti per asciugarmi le lacrime. Lentamente i singhiozzi si stavano spegnendo e i pensieri diradando come nuvole dopo una tempesta,mentre il nodo alla gola si allentava,il tutto lasciando spazio ad una spossatezza pesante ,come se avessi corso in salita lungo una rampa di scale. Ero stanca,molto stanca. Il mio cervello da caotico,gonfio di pensieri e immagini si era completamente svuotato. L'infermiera,notando che ero più tranquilla ,procedette con gli esami. Tirò fuori dalla tasca del camice uno stetoscopio e me lo posò sul petto. Era freddo quasi quanto le mani di Jeff. Successivamente mi attaccò degli elettrodi addosso per poi procedere a farmi un elettrocardiogramma,poi mi misurò la pressione,la temperatura e per ultimo mi prelevò qualche provetta di sangue. Esami di routine. Pensai che avesse finito ma dopo aver riposto le provette colme del mio sangue ,l'infermiera, disse :" Ok,controlliamo la ferita ora ". Alché mi scoprì le gambe dalle lenzuola rigide rivelando ciò che ancora non avevo visto ma percepito. Appena sopra il mio ginocchio sinistro vi era una fasciatura non troppo spessa che l'infermiera procedette a rimuovere con delicatezza rivelando una decina di punti ancora freschi. "Dove mi ha colpita il proiettile" pensai e nella mia mente si palesò un veloce flashback di quella notte. Un brivido mi scosse la schiena. "Sta guarendo bene,ora te la ricopro." Sentenziò l'infermiera afferrando un rotolo di garza sterile e fasciandomi la gamba. Successivamente mi rivolse uno sguardo preoccupato e mi domandò :" Vuoi provare ad alzarti?" Io annuii ,d'altronde prima o poi avrei avuto bisogno di camminare e per farlo dovevo reggermi in piedi quindi perché non provare. Mi girai in modo da far cadere le gambe dalla sponda del letto e lentamente mi poggiai col peso su di esse. Ok, riuscivo ad alzarmi. Il mio equilibrio era precario ma mantenevo la posizione eretta senza troppi sforzi. Feci qualche passo in avanti,non c'era nulla che mi impedisse di muovere le gambe ma quella ferita mi portava a zoppicare. "Può bastare ." Esclamò l'infermiera per poi farmi distendere di nuovo a letto. Dopo pochi minuti entrò nella stanza un'operatrice che reggeva un vassoio con un coperchio. La mia cena. Me lo posò sulla sponda del letto e tolse il coperchio. Del porridge e un piatto con della carne bollita. Avevo lo stomaco completamente chiuso, come se fosse sigillato da un coperchio di cemento ma dovevo per forza introdurre nel mio corpo qualcosa per quanto mangiare fosse l'ultima cosa che avrei fatto in quel momento, almeno per prendere le medicine che già sapevo mi avrebbero dato. Così cercai di ingoiare qualche boccone del mio pasto ,non arrivai neanche a metà della porzione ma almeno mi ero nutrita un po' . Subito dopo l'infermiera mi porse il contenitore con le medicine che buttai giù senza indugiare. Non avevo le energie per oppormi. Dopo pochi minuti sentii subito gli effetti: testa pesante ,torpore negli arti, occhi che faticavano a rimanere aperti. Così lentamente scivolai tra le braccia di Morfeo ,cullata dalle benzodiazepine. Il giorno dopo non tardò ad arrivare. Venni svegliata dal via vai degli infermieri che entravano ed uscivano dalla mia stanza e dal vociare nel corridoio lungo il quale la mia camera si affacciava. Avevo un impellente bisogno di svuotare la vescica ,così feci per alzarmi ,ancora mezza addormentata,ma subito un'infermiera si oppose urlandomi :" No! Aspetta ,ti prendo le stampelle." "Giusto ,ho una gamba fuori uso." Pensai. Mi misi le suddette stampelle e cominciai a camminare goffamente verso il bagno. Una volta finito il tutto mi accinsi a mangiare la colazione. Riuscii a inghiottire giusto qualche fetta biscottata. Finito il pasto avvertii un bisogno viscerale di farmi una doccia,puzzavo e lo sentivo. Così provai a chiedere all'infermiera di lavarmi e lei mi rispose :" Certo tesoro,ma dovrò accompagnarti." Nulla di nuovo. Dopo essermi lavata in presenza dell'infermiera mi infilai i vestiti che mio fratello mi aveva portato. Dei pantaloni della tuta pesanti,una t-shirt e un pail color crema decisamente troppo grande per me. Una volta vestita andai verso lo specchio per sistemarmi i capelli al meglio che potevo. Era la prima volta che contemplavo il mio riflesso dopo giorni. Quasi non mi riconoscevo da quanto ero cambiata. Il viso era scarno, e i miei occhi vitrei sembravano schizzare fuori dalle orbite. La pelle aveva uno strano sottotono grigio e mi si potevano vedere le ossa spuntare dai vestiti. Sembrava che mi fossi rimpicciolita. Tuttavia la mia reazione a ciò fu piatta come era diventato il mio corpo. Non mi importava. Erano anni ormai che la mia persona non si identificava più nel mio aspetto. Raccolsi i capelli in una coda e mi diressi nella mia stanza con l'intenzione di ributtarmi a letto e dormire per il resto del giorno ,sopprimendo così ogni possibile pensiero che poteva fuoriuscire dalle mie meningi ma ,con mia sorpresa ,l'infermiera mi disse :" Signorina,ora farò entrare i detective..." Pronunciò quella frase con voce quasi tremante. Giusto,dovevano interrogarmi. Improvvisamente fui investita da una vampata di calore e il cuore comincio ad accelerare il ritmo dei battiti. Era la prima prova che dovevo fronteggiare ora che ero tornata nella realtà.
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ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)
Fanfic⚠️TW ARGOMENTI SENSIBILI⚠️ ❗️Suicidio ❗️Violenza "Voglio scavare all'interno della tua mente Alice,saperne i segreti,rubarti i pensieri e alimentarne le paranoie,voglio poterti sviscerare la testa, per poi sapere se sei folle quanto me o se rimango...