𝓢𝓪𝓯𝓮

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"Uccidi,uccidi", continuavo a sferrare colpi,il mio braccio non si fermava. "Uccidi,uccidi". Ad ogni coltellata venivo pervasa da brividi di piacere ,il sangue della vittima mi si riversava addosso,caldo e denso,una melma scura che attivava i miei sensi. Sotto di me la vittima si contorceva,mossa dagli ultimi spasmi vitali,mentre continuavo a fenderla assaporando ogni suo lamento. Ma chi era? Chi stavo privando della vita ? Perché lo stavo facendo ? Qual'era la ragione ? Improvvisamente il mio braccio si bloccò a mezz'aria,quei pensieri mi paralizzarono. Ansimante e con lo sguardo fisso davanti a me,abbassai lentamente il braccio,per poter scoprire il viso del malcapitato che stavo assassinando. Appena scorsi ciò che rimaneva del cadavere feci un balzo all'indietro. Tra il sangue e i pezzi di carne ,ormai ridotto a una poltiglia che lo rendeva irriconoscibile,giaceva il viso di mio fratello. Gli occhi verdi sbarrati e intrisi di sangue,ciò che rimaneva dalla bocca semiaperta, giaceva a terra ,privo di vita ,per mano mia. Stetti a fissarlo in piedi ,inorridita. Mi aspettai di provare una qualche parvenza di pentimento,senso di colpa o tristezza,e invece ,sorprendentemente, non provai nulla di tutto ciò . Non provavo niente,più mi ostinavo a guardare la carcassa di Dean,più avvertivo un avvolgente senso di apatia che piano si sostituiva al disgusto. Ciò che non seppi spiegarmi furono le lacrime che rigavano il mio viso,impedendomi di contemplare il mio operato. Alzai lo sguardo verso il cielo privo di stelle,completamente nero. All'improvviso una spirale squarciò l'orizzonte e in men che non si dica mi risucchiò completamente togliendomi il respiro.
Mi alzai di scatto boccheggiando. Il primo impulso che ebbe il mio corpo fu quello di farmi prendere una copiosa boccata di ossigeno,evidentemente stavo trattenendo il fiato da molto. Tremavo. Istintivamente guardai intorno a me ,per avere almeno una mera consapevolezza di dove mi trovavo. Era già la terza volta che mi svegliavo non capendo dove fossi. Fissai le pareti in cemento della stanza,destra,sinistra e poi il soffitto. Ero da sola. Sentivo il viso umido, con le mani ancora tremanti me lo toccai,ed ebbi la conferma che ciò che bagnava il mio volto fosse un misto di sudore e lacrime. Abbassai lo sguardo sui miei palmi ,per un attimo ebbi il sospetto che fossero macchiati di sangue, finché non realizzai che si trattasse solo di un'immagine dell'incubo che avevo appena vissuto. Titubante feci per alzarmi dal letto,una volta in piedi mi accorsi di non star più indossando la solita camicia da notte logora,ma una felpa e dei jeans. Camminai un po' lungo il perimetro della stanza,non volli nemmeno avvicinarmi alla porta,non mi importava ne se fosse aperta ,ne cosa ci fosse oltre ad essa,dovevo ancora riprendere cognizione del mio essere,a tratti mi sembrava di trovarmi ancora all'interno del mio incubo. Avevo qualche immagine impressa nella mente del perché e del per come fossi arrivata in quella che ricordavo essere la camera di Jeff. Il rapporto che avevamo avuto,purtroppo me lo ricordavo molto bene,anche se per tutto il tempo ero entrata in uno stato di catalessi. Poi avevo impressa l'immagine delle scale,qualche volto che non conoscevo e l'acqua della vasca che scorreva ,poi più nulla...La vasca...C'era un bagno in quella stanza. Cominciai a perlustrare nuovamente il posto con lo sguardo,finché notai una porta ai piedi del letto,che prima non avevo considerato. Mi precipitai ad aprirla e subito mi si palesò davanti la famosa vasca. Restai a guardarla per qualche secondo,quando di colpo ebbi una forte fitta alla testa che mi fece cedere le ginocchia. Mi aggrappai alla maniglia della porta con gli occhi strizzati,che però non impedirono ad un'immagine di scorrermi chiara nella mente: le mie ginocchia erano distese nella vasca,rigate dall'acqua,lo sporco colava sulla ceramica chiara è una voce roca canticchiava qualcosa...era la voce di Jeff. Riaprii di colpo gli occhi,la fitta aveva finalmente lasciato la presa sulla mia testa,ero praticamente in ginocchio. Quell'immagine doveva essere un frammento di quello che avevo vissuto in catalessi. Mi alzai,aggrappandomi al lavandino,sul quale troneggiava uno specchio scheggiato. Non fu un'azione voluta ma,non appena mi alzai in piedi e mi scontrai contro il riflesso dello specchio ebbi un sussulto. Il piano di vetro scheggiato mostrava un volto scarno e un paio di occhi vitrei con le palpebre semicalate. Un taglio apparentemente profondo divideva il sopracciglio destro in una diagonale poco lineare e lo zigomo sinistro mostrava un rigonfiamento che stava già mutando ad ematoma,il tutto incorniciato da folti ricci rossi,quasi biondi. Ma di chi era quel riflesso? Di una persona. Io ero una persona ,e come tale potevo specchiarmi. Io sono una persona. Posso essere un riflesso. Non c'è nessuno a parte me qua. Quell'immagine ,quel riflesso ,ha un nome nella mia mente . Alice...Alice è una persona,una persona che può essere riflessa. Io sono Alice...Io sono Alice? Mi portai le mani al volto per accertarmi della mia presenza. Quella persona,quel riflesso ero io. Ero cambiata. Molto cambiata. Quei mesi di reclusione ,e tutti gli avvenimenti che avevano portato ad essi erano colpevoli di aver costruito tutto ciò che ero adesso: un guscio vuoto,mosso da impulsi impropri. Impulsi che non mi appartenevano,non ancora. Appartenevano a Jeff. Jeff mi aveva rapita ,torturata e corrotta. Jeff mi aveva salvata...salvata? Si,lui mi aveva salvata,mi aveva mostrato la strada per la leggerezza,per la perdizione,per la libertà ! Lui mi aveva salvata.

ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora