"Tesoro,non essere nervosa ,vedrai che andrà tutto bene,il dottor Evans è il migliore nel suo campo"cercò di tranquillizzarmi l'infermiera che mi accompagnava. "Certo che so che è il migliore,mi segue da anni"pensai ,ma evitai di proferire parola. Nervosa com'ero,avrei solo peggiorato la situazione. Eravamo in sala d'attesa da almeno mezz'ora e quel bastardo non usciva. Ormai mi ero massacrata le dita dall'agitazione ,così ero passata allo scuotere ossessivamente una gamba,nella speranza di riuscire a trovare uno sfogo al nervosismo. Fissai le mie gambe avvolte in dei pantaloni della tuta blu. Erano esili,troppo esili. Ma non mi importava,anzi,non mi importava proprio del mio aspetto fisico. Sarei morta comunque,con che forma fisica,capelli o vestiti mi avrebbero sepolta sarebbe stata la stessa cosa. All'improvviso,finalmente la porta si spalancò ,mostrando la figura alta e piazzata del dottore che mi invitò ad entrare. Con movimenti lenti e scrutando il suo profumato ufficio mi accinsi ad accomodarmi sulla poltrona davanti alla sua scrivania. Era tutto come me lo ricordavo. Un ufficio di media grandezza,che sapeva di pulito e trasmetteva stabilità. La laurea di Evans appesa sopra la sua poltrona,con accanto due vedute veneziane troneggiava sulla stanza. Sopra la lunga scrivania vi erano appoggiati un computer e delle cartelle cliniche. A separare il monitor e la pila di documenti ,invece ,c'era la mia cartella ovviamente aperta ,di fianco ad una cornice che avvolgeva una foto della famiglia del dottore. Sul lato destro della stanza ,un lavandino con sopra uno specchio,accanto ai quali vi era una branda. Tutto era perfettamente ordinato ,trasmettendo una schematizzazione quasi maniacale. Evans si sedette al lato della scrivania opposto al mio,incrociando le mani sotto il mento,ed esordì come sempre:"Come stai Alice ?" Ancora non aveva capito che la risposta a quella domanda sarebbe sempre stata la stessa." Atrocemente normale" ribattei ,con tono quasi canzonatorio. Il dottore tolse gli occhiali,e appoggió il busto sullo schienale della poltrona,poi disse"Nulla di nuovo insomma,tranne che 3 giorni fa hai tentato di buttarti giù da un palazzo di 80 piani".Tacqui." Sinceramente Alice,non voglio perdere tempo a ripetere le stesse cose che ci diciamo sempre,la..."La mia vita è un fardello,mi sento in colpa per la morte dei miei genitori,faccio soffrire tutte le persone che ho in torno a me,non provo più niente,e mi chiedo che senso abbia continuare a prolungare la mia agonia"Elencai interrompendolo. Il dottore mi guardó e poi rispose" Esattamente,per questo motivo io e l'equipe medica,abbiamo deciso che l'unica soluzione è ricoverarti in un istituto psichiatrico"... Sapevo che lo avrebbe detto,ormai mi ero rassegnata al fatto che avrebbe cercato in tutti i modi di salvarmi. Evans aveva sempre creduto in me,non ne sapevo il motivo,ma era sicuro di poter trascinarmi fuori dall'abisso nel quale ero sprofondata. Il problema è che io non lo credevo possibile,tuttavia lo lasciavo fare. Era divertente vederlo destreggiarsi nei campi di sua competenza,cercando la pillola giusta,la terapia giusta e il luogo giusto,tutto per potermi aiutare. "Avevamo pensato al Saint Konrad Institute,è il migliore nella zona,inoltre conosco il direttore e posso assicurarti che sarai in buone mani." Sospirai e alzai le spalle."Cose ne pensi di questa decisione Alice?" Commentò Evans"Quello che penso non conta ,tanto volente o nolente mi ci manderete comunque",risposi"Non posso darti torto" ribattè il medico"Solo volevo sapere come ti sentivi al riguardo". Abbassai lo sguardo e cercai di formulare una risposta decente. Come mi sentivo al riguardo? Come al solito,non sentivo nulla. Che fossi stata a casa,in ospedale,o in un istituto non mi sarebbe cambiato nulla,avevo perso le speranze di poter tornare la vecchia Alice da anni ormai,ma siccome il fato a quanto pare aveva deciso di tenermi in vita,non avevo nulla da perdere."Non ho nulla da perdere,no?" Ribattei. Evans mi guardó compiaciuto,penso avesse completamente frainteso la mia risposta ,ma andava bene così. All'improvviso il telefono fisso sulla scrivania squilló e il primario rispose. Sembrava essere alquanto sorpreso da ciò che gli stavano comunicando. Mi chiesi cosa potesse essere di tanto sconvolgente. Riagganció la cornetta,fece un sospiro e poi disse "È arrivato tuo fratello". Al suono di quelle parole il mio corpo si congeló,il cuore inizió a battermi all'impazzata,il respiro si fece irregolare e una folata di calore mi investì il volto. Dean era qui...qui per vedermi. Ormai pensavo non ne volesse più sapere di me,dopo tutte le notti insonni che gli avevo causato. Invece voleva vedermi. Cosa poteva significare? Sicuramente nulla di buono. Se voleva vomitarmi addosso tutte le preoccupazioni che gli avevo causato in questi anni,l'ansia,le corse in pronto soccorso,le notti in rianimazione passate a vegliare su di me,lo avrei accettato. Ero consapevole di aver portato quel ragazzo,ormai uomo ,allo stremo delle forze,sapevo di averlo distrutto mentalmente e fisicamente. Ecco di cosa ero capace,è questo uno dei motivi per i quali dovevo morire. Non credo che sarei riuscita a reggere il confronto,o anche solo a guardarlo in faccia,ma glielo dovevo,ero pronta a diventare il suo sacco da box per la frustrazione causatagli. Era giusto così. "Ti terremo in osservazione qui ancora per una settimana,il tempo che si liberi un posto al Saint Konrad" esclamò il medico,per poi condurmi alla porta dove mi aspettava l'infermiera pronta a condurmi nella sala ricevimenti della psichiatria,luogo nel quale Dean mi aspettava. Giunta sulla soglia mi sentii il cuore esplodere dall'ansia,le mani tremavano,sudavano,mentre tenevo il viso basso per l'imbarazzo. Raccolsi quel poco coraggio che serviva,ed entrai. Quello che mi si presentò davanti era un Dean che non riconoscevo. Era in piedi sul fondo della stanza,le braccia conserte aderivano al petto,la sua espressione mi rimase impressa nella mente per giorni. Aveva il viso scavato,sembrava molto dimagrito,gli occhi infossati e contornati da delle profonde occhiaie erano arrossati e cadenti. Segno che aveva pianto molto,tanto quanto non aveva dormito. I capelli tendenti al biondo erano arruffati,e contornavano la sua espressioni a metà tra l'arrabbiato e lo sconfitto. Era veramente così che avevo fatto diventare mio fratello? Un contenitore di rabbia,ansia e stanchezza pronto a riversare il suo contenuto su di me che me lo meritavo. Deglutii a vuoto e chiusi piano la porta alle mie spalle. Ci furono molti secondi di silenzio durante i quali io cercavo di guardarlo in faccia,fallendo miseramente ogni volta,mentre lui teneva lo sguardo fisso su di me,senza muoverlo mai. Nella mia testa pensavo a cosa avrei dovuto dire:mi dispiace ? Scusa per tutto il male che ti ho causato? Non meriti una sorella orribile come me? Fortunatamente Dean mi precedette."Per quanto hai intenzione di andare avanti Alice?" Esordì mio fratello. A quella domanda normalmente avrei risposto "guarda se mi apri la finestra e chiudo gli occhi la smetto subito",ma non potevo,dato che quello che avevo davanti non era il solito psichiatra di turno così provai ad accennare un "Mi dispia..."ma Dean non mi fece finire la frase"No Alice non ti dispiace,smettila di prendermi in giro. Guardami !"abbassai lo sguardo strizzando gli occhi"GUARDAMI ALICE!" Gridò mio fratello. "Sono anni che vai avanti con la stessa storia! Anni che mi occupo di te! Ed è giusto che sia così ,sei mia sorella e ti voglio bene,ma non posso fare le cose al posto tuo,lo capisci ?!" Era vero,ogni singola parola." Ogni tanto pensi a come possa essere stato io ? A come mi sento? Sapendo che mia sorella potrebbe togliersi la vita da un momento all'altro? Ci hai mai pensato?! A come potrebbe sentirsi tuo fratello?!" Ero senza parole, non sapevo cosa dire,avrei voluto piangere ,ma le lacrime non sgorgavano dai miei occhi da molto ormai."Alice io ti voglio bene,ma sono anche io un essere umano,e non posso annullarmi per controllare ogni tuo minimo movimento. Devi cominciare a camminare con le tue gambe,devi prendere la decisione di uscirne questa volta. Alice,io non sarò eterno,prima o poi non ci sarò più e non voglio lasciarmi alle spalle una sorella in queste condizioni. "Tacqui. Passò qualche secondo e poi mi decisi a parlare"Hai ragione,questa volta sarà quella definitiva ,te lo prometto". "No Alice,non devi prometterlo a me ma a te stessa. Solo tu sai come fare per uscirne,solo tu puoi uscirne!" E con questo tacque."Io non ho più nulla da dirti"...Si diresse verso la porta,ma io lo bloccai afferrandolo per una manica." Dean...scusami"sussurrai. Mio fratello mi guardó con un'espressione malinconica ,poi disse " Tra qualche giorno ti porteranno a Saint Konrad,io verrò con te per consegnarti le tue cose,ci vediamo Alice,e ricordati le mie parole". Con ciò Dean si congedó. Era vero,avevo superato il limite. Quella sera continuai a rimuginare sulle parole di mio fratello. Non lo avevo mai visto così deciso ed esausto. Lo avevo prosciugato. Un terribile senso di colpa mi premette il petto. Ero una persona orribile,non meritavo di vivere. Questi erano i pensieri che ogni giorno giravano nella mia testa e il colloquio con Dean non aveva fatto altro che alimentari e confermarli. Niente,quella notte non avrei dormito. Mi alzai e andai verso la finestra ,osservando la luna che illuminava il cielo terso ,pieno di stelle. Il rumore delle ambulanza che arrivavano in ospedale scandiva la notte. Desiderai ardentemente che quella finestra si rompesse facendomi cadere. Il reparto si trovava su un piano abbastanza alto ,la caduta sarebbe stata sicuramente fatale. Così Dean non avrebbe più sofferto,io non avrei più sofferto,avrei potuto riabbracciare mamma e papà e saremmo stati tutto felici. Dei passi in lontananza interruppero il mio flusso di pensieri. Un infermiere si stava dirigendo verso la stanza mia e di Katy ,che dormiva profondamente. Corsi a letto e finsi di dormire,così non avrei avuto rogne. L'uomo puntò la torcia all'interno della stanza,si guardó in giro e proseguì. L'avevo fatta franca anche sta volta. Scoprii la testa da sotto le lenzuola e tornai ad osservare la luna. Bianca ,tonda ,luminosa,regina della notte. Quando all'improvviso qualcosa smosse il panorama limpido. Era una stella cadente,non ne avevo mai vista una prima,ma sapevo che quando la vedevi dovevi esprimere un desiderio"cazzate" pensai. Ma in fondo,provare non costa nulla,mi dissi. Tanto non avevo nulla da perdere. Così chiusi gli occhi e desiderai che la mia fine avvenisse con un cielo come quello,durante la notte,l'ultima cosa che avrei voluto vedere sarebbe stata la luna,in tutto il suo splendore ,regnare sul paesaggio notturno,calmo e piatto,come il diaframma di un cadavere.
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ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)
Фанфикшн⚠️TW ARGOMENTI SENSIBILI⚠️ ❗️Suicidio ❗️Violenza "Voglio scavare all'interno della tua mente Alice,saperne i segreti,rubarti i pensieri e alimentarne le paranoie,voglio poterti sviscerare la testa, per poi sapere se sei folle quanto me o se rimango...
