Quanto tempo era passato? Non potevo saperlo. Nulla in quella prigione mi poteva dare una scansione del tempo per determinare da quanto ero rinchiusa. Potevano essere passate ore,giorni,settimane...A farmi compagnia solo il passaggio di qualche topo e il rumore delle gocce di umidità che cadevano dal soffitto. Il buio avvolgeva la stanza,la luce della lampadina appesa al centro del soffitto diventava sempre più fioca fino a sfarfallare,per poi spegnersi a intermittenza,lasciandomi al buio a contemplare la mia solitudine. Inizialmente alternavo momenti di pianto disperato a crisi psicotiche,che mi facevano vedere e sentire cose assurde. Ultimamente vedevo sempre l'immagine di mia madre in fondo alla stanza ,che mi chiamava e mi supplicava di non lasciarla,a volte sentivo la sua voce,e quando accadeva sobbalzavo e mi mettevo a chiamarla e cercarla con lo sguardo,per poi capire amaramente che si trattava solo di un'allucinazione. Diventava sempre più difficile scindere queste visioni dalla realtà,ormai non ci provavo neanche più. Ero così stanca di lottare ,così esausta,tanto sarei morta a breve ,che senso aveva sforzarmi di mantenermi lucida. A volte prendevo sonno,cercavo di rimanere il più sveglia possibile a causa degli incubi che disturbavano la mia mente sognante,ma finivo quasi sempre per cedere. Al mio risveglio trovavo abitualmente una tanica d'acqua e qualcosa da mangiare,come qualche crosta di pane e pezzi di verdura o frutta varia. Spesso li lasciavo li un po',pervasa dall'idea che il mio rapitore li avesse avvelenati,ma sempre la fame e la rassegnazione prendevano il sopravvento. Era da molto che non vedevo il mio carceriere,o meglio ,colui che si faceva chiamare Jeff. Qualche volta venivo svegliata con lo sbattere della porta da parte sua,e lo intravedevo sparire nella luce,ma nulla di più,purtroppo o per fortuna. Molto spesso mi trovavo a sperimentare un nuovo stato che avevo provato davvero poche volte nel corso della mia malattia depressiva. Alternavo i miei stati psicotici e le mie crisi con intere ore di catalessi...? Così si chiamava ? Momenti durante i quali non percepivo nulla,nessuno stimolo sensoriale,nessuna emozione,niente. In quei momenti era come se fossi chiusa in una bolla e potessi vedermi in terza persona. Nonostante ciò ero completamente impotente,l'unica cosa che potevo fare era osservare e osservarmi languire nell'angolo di quella cantina,come una scatola dimenticata durante un trasloco. Nessuno mi avrebbe mai trovato,ormai ne ero convinta.
Stavo sperimentando uno di quegli stati depersonalizzanti quando ad un certo punto una gettata di acqua gelida mi fece sobbalzare. Tirai una forte boccata d'ossigeno,come se fossi appena riemersa dall'acqua e spaventata,cercai di capire da dove venisse,allorché notai una specie di botola aperta sul soffitto,esattamente sopra di me. Non l'avevo mai vista prima. Tremante e confusa girai di scatto la testa e mi trovai davanti la figura di Jeff che camminava lentamente nella mia direzione. Il cappuccio abbassato e i capelli neri semi raccolti in un codino rendevano ancora più visibili le sue cicatrici. Indietreggiai più che potevo finché il killer non mi sovrastó con la sua figura slanciata e due enormi folli occhi."Ti è piaciuto il bagno principessa? " mi disse con tono canzonatorio. "Beh ti do una bella notizia,oggi ho in mente di fare un bel gioco,solo io e te,vedrai sarà divertente "sogghignò il ragazzo. Si allontanó un po' da me come per lasciarmi lo spazio giusto per riprendere fiato,ma proprio quando sembrava andarsene mi si gettò addosso ringhiando bloccandomi al muro con entrambe le mani. Ciò mi fece sbattere la testa contro la parete,e per tutta risposta il killer rise soddisfatto. Mi scrutò dalla testa ai piedi,con quegli occhi glaciali,poi mi afferrò per un braccio trascinandomi su una sedia al centro della stanza dove mi costrinse a sedermi. "Bene! Ora ti spiegherò le regole del gioco principessina" proseguì Jeff mentre staccava le catene dal suolo e le avvolgeva sui miei arti,in modo tale da non farmi avere la minima possibilità di movimento." Questo è un gioco che serve a me per conoscere meglio te. Prendila come una chiacchierata tra amici. Ti farò parlare molto,e se non mi risponderai correttamente..." il ragazzo prese una tanica d'acqua e me la rovesciò nuovamente addosso. "Questa sarà la tua punizione"concluse. Stavo congelando. Tremante lo guardai con occhi vuoti e rassegnati e feci cenno di sì con la testa. D'altronde cosa potevo fare? Ribellarmi? Sarebbe stato ancora peggio. "Beh,iniziamo!" Esordì Jeff. "Allora Alice,so che hai un fratello maggiore,parlami di lui ,raccontami com'è. Cosa fa abitualmente,cosa gli piace ,che rapporto hai con lui,forza voglio sapere tutto !" Io mi limitai a sostenere il suo sguardo falsamente incuriosito e non aprii bocca,finché una nuova gettata di acqua gelida non mi investì. Tossii. "Ti ho detto qual'é la punizione se non mi parli " continuò il killer. Cosa dovevo dire? Voleva farmi parlare di Dean ,era questo il suo scopo? Ma perché? Cosa voleva da lui? "Il tempo scorre cara Alice"disse ancora Jeff. A quel punto mi rassegnai e cominciai a parlare,cercando di rimanere il più vaga possibile:"si chiama Dean. Ha 28 anni. Lavora nella azienda di famiglia e si è sempre preso cura di me...sbiascicai. "Oh,vedo che ci siamo decisi a parlare! Dimmi di più !" Ordinò il ragazzo. Nella mia testa riecheggiava solo una domanda "perché?",cosa centrava Dean in tutto questo ! Poi il killer mi rovesciò addosso dell'altra acqua dicendo "è scaduto il tempo Alice,devi rimanere concentrata". Disperata cominciai a parlare:"Gli piacciono le macchine,soprattutto ripararle e...e ha una ragazza,Giusy...solo che io non l'ho mai voluta conoscere...e poi...e poi ama i cavalli, ne abbiamo 3 e lui si occupa di loro,quando eravamo piccoli mi portava spesso a fare delle passeggiate..." dissi con voce tremante. "Quindi lui si occupa di te da quando i vostri genitori sono morti?" Chiese il mio aguzzino. Quella domanda mi fece saltare un battito. Come faceva a saperlo?! Oltre a Dean tirava in mezzo anche mamma e papà ?! No,era troppo."Come diavolo sai che sono..." l'ennesima gettata d'acqua mi interruppe. "Sono io che faccio le domande qua Alice. Tu devi solo rispondere" ribollente di rabbia e terrore risposi amaramente "si,si è sempre preso cura di me"scandii. Subito Jeff rispose "e tu pensi di averlo deluso?"...Altra domanda alla quale avrei volentieri risposto con un "cosa ne sai!" Ma mi limitai a guardare il pavimento e annuire con gli occhi pieni di lacrime dalla rabbia e dalla confusione che regnava nella mia testa. "Pensi di essere una brava sorella ?" Tentai di rispondere ma il ragazzo non mi diede il tempo di farlo ,"Io non direi sai. Le brave sorelle non stressano così tanto i propri fratelli ,non li mettono in ansia e non li obbligano a prendersi cura di loro. Pensi sia giusto quello che dico Alice ?" Ero confusa. Dove voleva andare a parare? Però quello che diceva era giusto,mi consideravo una pessima sorella e sapevo di esserlo,quindi annuii. "Sai Alice. Tu sei solo un problema per lui. Andiamo,abbi il coraggio di guardare in faccia la realtà! Cos'hai fatto in tutti questi anni tranne farlo preoccupare? Lui merita molto di più di una sorella fardello come te,non sei d'accordo ? Come fai a pensare che ti voglia ancora bene ?" Jeff aveva ragione,avevo distrutto la vita di mio fratello con i miei problemi,ogni singola parola era corretta. "Non me ne vuole,ed ha ragione" sussurrai. "Esatto ,ha ragione." Cominciai a piangere in silenzio ,pensando a Dean,pensando a quanto dolore gli avevo causato e gli stavo causando. " Oh ,povera Alice,non piangere !" Esordì il killer,"il problema è risolto ,sai?" Cosa? Che problema? Di cosa stava parlando?
"Dean è morto". Mi ci volle qualche secondo per elaborare,poi esplosi "Cosa?! No,non può essere! Lo hai ucciso?! Lo hai ucciso vero?!! Cosa gli hai fatto bastardo psicopat..." Un'altra tanica mi era stata gettata addosso. Mi abbandonai al pianto,urlai,mi strussi, mi contorsi sopra quella sedia. No ,era una bugia , non aveva veramente ucciso Dean. Lo stava dicendo per farmi impazzire. Lui era vivo e mi stava cercando. "Shh,non piangere Alice,non serve a niente" sussurrò Jeff,prendendomi il viso tra le mani. "Devi essere contenta. Ora Dean non soffrirà più per causa tua! Sai bene che avrebbe passato l'ennesimo calvario,se fosse rimasto ancora al mondo e sempre a causa tua. Quindi sii contenta ,e non fare l'egoista. È meglio così per tutti." Le parole del Killer risuonavano in perfetta armonia nella mia testa. Tutto sembrava avere un senso,tutto sembrava essere maniacalmente corretto. Era vero. Perché far soffrire ancora Dean per la mia scomparsa? Perché farlo penare ancora? Non aveva senso. Lui meritava una vita felice ma per colpa mia non l'ha avuta. Adesso per lui erano finite le pene. Poteva finalmente riposare. Non avrebbe più sofferto a causa mia. Si,era tutto giusto. Dovevo solo esserne felice. Come avevo fatto a non pensarci prima? Ero solo una sporca egoista,questo ero. Jeff aveva ragione. Il mio era puro egoismo,solo puro egoismo. Ma mi sentivo strana,sentivo che non era veramente finita. Qualcosa dentro di me mi diceva che Dean era ancora vivo,che mi stava cercando e che le parole di Jeff erano solo falsità. No! Basta! Basta rimuginare Alice,basta affliggerti,smettila di attaccarti sempre a false speranze! È quello che fai da anni e ti ha portato solo a ferirti e ferire gli altri! Dean è morto! Jeff lo ha ucciso! E adesso riposerà in pace come ha sempre meritato. Urlai. Fu un urlo di disperazione,liberatorio,struggente...avevo perso qualsiasi barlume di speranza,ero al limite delle mie risorse vitali,la mia mente stava cedendo,il mio corpo stava cedendo. Alzai lo sguardo e notai Dean in fondo alla stanza che mi guardava e sorrideva. Sorrisi anche io. Finalmente sapevo che stava bene e che non lo avrei più fatto soffrire. "Che c'è Alice? Perché sorridi? Hai forse visto qualcosa che ti ha rasserenata ?" Disse il killer inginocchiatosi per guardarmi in faccia. Io,sempre sorridendo risposi con un filo di voce :"ora sta bene...ora può essere felice anche lui". Poi un sussulto mi scosse e automaticamente mi misi a ridacchiare. Non sapevo perché stessi ridendo ma mi lasciai andare al gioco che la mia mente aveva intenzione di giocare,non avevo altre possibilità,e non volevo averne. Nel mentre Jeff mi osservò ,scrutò qualsiasi mio movimento,ogni singulto della mia voce ,ogni spasmo del mio corpo,sembrava mi stesse esaminando. Quando mi calmai il ragazzo si alzò dalla posizione accovacciata e mi chiese:"ti senti meglio principessa? Meglio per te che sia così ,perché il gioco è finito e tu hai vinto!" Non seppi come rispondere. Vedevo tutto sfocato ,l'unica cosa che usciva dalla mia bocca era uno strascico di risate singhiozzanti,e mi sentivo terribilmente stanca. Il killer si occupò di slegarmi dalla sedia e a riaccompagnarmi nel mio angolo tenendomi per un braccio. Dopo avermi gettato una coperta addosso esordì con:"sei stata brava Alice,ma non è ancora iniziato nulla. Questo era solo il nostro primo gioco,ci vedremo più presto di quando immagini",poi se ne andò sbattendo la porta,lasciandomi da sola con la mia mente.Non riuscivo a smettere di singhiozzare risa ,era come se il mio corpo fosse scollegato dalla mia mente,troppo stanca per controllarlo. Mi accasciai a terra avvolta nella coperta e quasi subito persi i sensi,ma prima di cader vittima della stanchezza riuscii a scorgere in fondo alla stanza Dean,Mamma e Papà che mi guardavano e sorridevano. "Buonanotte " sussurrai,appena prima che le mie palpebre cedessero sotto il peso della follia.
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ℭ𝔯𝔞𝔷𝔦𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔞𝔫 𝔪𝔢 (Jeffxoc)
Fanfic⚠️TW ARGOMENTI SENSIBILI⚠️ ❗️Suicidio ❗️Violenza "Voglio scavare all'interno della tua mente Alice,saperne i segreti,rubarti i pensieri e alimentarne le paranoie,voglio poterti sviscerare la testa, per poi sapere se sei folle quanto me o se rimango...