<<Fai così con ogni ragazza che fa la spesa?>> chiesi sfacciatamente.
<<Solo con quelle che impiegano venti minuti a scegliere dei cereali>>.
Sorrise e un paio di fossette comparirono al lato della sua bocca.
<<Allora visto che i tuoi preferiti sono quelli al cioccolato prenderò quelli accanto>> dissi afferrando la scatola.
<<Ehi, guarda che te ne pentirai>> rispose lui scrutandomi. Presi saldamente il piccolo cestino e mi allontanai ridacchiando tra me e me. Pensavo di essermelo tolto dalle scatole, ma non appena afferrai un pacco di patatine la sua voce tornò a sovrastare la musichetta anonima del supermercato. <<Ew no, quelle sono orribili, ti obbligano a bere due litri di acqua per poi avere ancora più sete>>. Mi prese gentilmente il pacchetto dalle mani e lo rimise a posto per poi afferrare un altro pacchetto poco più in la e porgermelo. Lo afferrai un po' titubante, erano le più costose dello scaffale, ma decisi di metterle comunque nel cestino per non dare nell'occhio.
<<Ora posso fare la spesa da sola?>> dissi guardandolo un po' di sbieco.
<<No, è noioso fare la spesa da soli>> rispose.
<<Allora fammela tu la spesa, io ti aspetto fuori>>
<<Non alla cassa?>>
<<E no, se me la fai tu me la paghi anche>>
Una leggera risata lasciò le sue labbra che mi trovai ad osservare intrigata. Mi allontanai verso l'ultimo reparto sperando di essere lasciata in pace questa volta, ma ovviamente non accadde.
<<Non prendi un po' di frutta?>> mi chiese curioso mentre oltrepassavo il reparto orto-frutta. Decisi di ignorarlo e continuare verso le casse.
<<Dai perché mi ignori?>> mi chiese ancora. Mi voltai esasperata e lo inchiodai con i miei occhi azzurri e lo vidi rimanere abbastanza scioccato da quel mio sguardo così gelido. Sono una persona abbastanza loquace, ma se ti do modo di pensare che non voglio essere disturbata è perchè è sicuramente così e la mia faccia parla più della mia bocca. É una cosa che mi ha sempre caratterizzata: quel che penso lo leggi direttamente dalle mie espressioni. Non sono mai riuscita a contenere quella mia espressività, ma in fondo mi andava bene anche così. Rimasi a godermi quel suo sguardo sorpreso ancora un po'.
<<Perchè dovrei dare retta a uno sbruffone che mi importuna mentre faccio la spesa?>> risposi non distogliendo lo sguardo da lui.
<<Perchè finché non mi dici come ti chiami non ti lascerò stare. Sei nuova da queste parti, giusto?>>
<<Come fai a saperlo? Potrei benissimo vivere qua da anni>>
<<Sei in un supermercato abbastanza piccolo, i clienti sono abitudinari e non mi ricordo di averti vista prima d'ora. Se lo avessi fatto sicuramente me ne ricorderei>>.
A quelle parole girai gli occhi al cielo, che spavalderia quel ragazzo.
<<Allora? Come ti chiami?>>
<<Se te lo dico mi lascerai in pace?>>
<<Si>>
<<Mi chiamo Evelyn>> risposi, poi mi allontanai con il mio cestello, ma questa volta senza più sentire la sua presenza alle sue spalle. Finii di pagare ed uscii diretta verso la mia macchina, quando sentii la sua voce per l'ennesima volta. <<Buona serata Anne, spero di rivederti in giro>> disse sorridendo mentre si allontanava verso un altro gruppo di macchine. Rimasi completamente pietrificata, come faceva a sapere il mio nome? Sistemai di fretta la spesa nel bagagliaio e salii in macchina, misi in moto e guardai di sfuggita il mio riflesso nello specchietto. E li realizzai quanto io possa essere stupida. Portavo sempre il cappellino che mi aveva fatto mamma per il mio compleanno, non me ne separavo mai in inverno. Guardai quel buffo cappellino blu un po' vecchio, con la scritta "Anne" sul davanti. Mi misi a ridere da sola pensando alla figuraccia che avevo appena fatto. Stupida, piccola e ingenua Anne.
Dopo dieci minuti parcheggiai sotto il piccolo palazzo dove vivevamo e chiamai Thomas per farmi aiutare con i sacchetti.
Una volta sistemato tutto prendemmo una birra fresca a testa e ci sedemmo sul piccolo divano. <<Dovremmo mettere da parte dei soldi e prenderci una tv, possibilmente il prima possibile>> disse lui fissando il muro di fronte a noi. Ridacchiai un po' nel vederlo fissare così intensamente il vuoto cosmico, ma alla fine non aveva tutti i torti. <<Stasera esco a festeggiare>> disse lui sorridendo. Rimasi un attimo interdetta, confusa da quella sua affermazione. <<Festeggiare? E cosa? Con chi?>> risposi guardandolo stranita.
<<Beh oggi ho conosciuto un ragazzo, lavora alla ferramente qua vicino casa, si chiama Liam e mi ha proposto di fare un giro. É sempre buono farsi nuovi amici se ci si trasferisce>> rispose lui.
<<Sono contenta! Ma cosa devi festeggiare?>>
<<Beh... oggi ho mandato il curriculum, domani mattina devo andare a fare il mio primo colloquio!>>
<<MA É STUPENDO THOMAS!>> urlai saltando in piedi sul divano con le braccia spalancate. Ogni suo traguardo, è un mio traguardo.
Cenammo con qualcosa di veloce, la pigrizia aveva preso il sopravvento. Poco dopo il campanello di casa suonò. <<Anne io vado, sicura che non vuoi venire?>> mi chiese Thomas per la millesima volta. <<No davvero, sono molto stanca e ho bisogno di dormire. Tu vai e divertiti, ma non esagerare>> risposi puntandogli il mio indice contro. Thomas mi abbracciò come solo lui sa fare ed uscì di casa. Guardai sconsolata i piatti da lavare nel lavandino, seppur pochi non avevo la minima voglia di farli. Decisi di rimandare alla mattina dopo, li avrei lavati insieme alle cose per la colazione. Pensando alla colazione mi venne in mente il pacco di cereali che era in cucina. Se mai avessi rivisto quel ragazzo gli avrei che i cereali che ho preso sono davvero buoni, anche se fossero i cereali più schifosi che io abbia mai mangiato. Mi addormentai serena, ripensando a quella giornata intensa e al misterioso ragazzo dagli occhi verdi.
-----------
Oggi ho deciso di pubblicare prologo, primo e secondo capitolo in modo da iniziare a "fissare" un po' la storia. Dovrei riuscire ad aggiornare abbastanza costantemente, salvo imprevisti.
Spero che questi piccoli capitoli vi stiano piacendo, anche se non avete salvato la storia ma siete arrivati fino a qui, vi ringrazio.
Detto questo, al prossimo capitolo❣️
STAI LEGGENDO
Missing Pages ||H.S.||
FanfictionAnne sapeva che doveva andare avanti, così come lo sapeva suo fratello Thomas. Dalla prematura scomparsa dei loro genitori, i due ragazzi hanno come unica certezza la presenza dell'altro, nulla di più. Cambiando città finalmente la ragazza sentiva d...