36. Torna da me

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<<Dice "vieni qua anche tu. No polizia, no Styles, nessuno. Hai 20 minuti di tempo, mi raccomando, segui le regole">> lessi ad alta voce. <<Non puoi andare da sola Anne>> disse subito Harry venendo nella mia direzione. <<Non posso neanche portarvi con me, avete sentito, non vuole nessuno>> risposi, <<vengo io conte>>. Subito ci girammo verso colui che aveva appena parlato. <<No Eric, non ti metterò in pericolo>> risposi

<<non sono un poliziotto, non faccio di cognome Styles>>

<<ha esplicitamente detto che non vuole nessuno>>

<<ha ragione Anne, non puoi andare da sola>> si intromise Earl. <<Verremo tutti, ma solo tu ed Eric vi farete vedere ed entrerete nella casa>> aggiunse Harry. Guardai Earl sollevare il telefono e portarlo all'orecchio per parlare con qualche altro agente, così ci preparammo per uscire e, dopo aver buttato giù una sottospecie di piano, uscimmo.

Dopo quasi mezz'ora io ed Eric lasciammo i poliziotti che ci avevano appena istruiti e ci avviammo verso il rudere. Sentii la mano del ragazzo afferrare la mia così mi voltai verso di lui. <<Stai tranquilla Anne, ci sono io con te>>

<<proprio perchè tu sei con me non sono tranquilla. Non è la tua storia, non dovresti neanche essere venuto a casa di Harry stamattina>>

<<non dirlo neanche per sbaglio Anne>> rispose lui duramente. Arrivammo davanti alla porta e dopo aver preso un respiro profondo, bussai. Non ottenni risposta così riprovai, ma il silenzio di rimando mi fece pensare che in realtà quel posto fosse completamente abbandonato e che nessuno in realtà fosse davvero lì. Scostai la porta con attenzione e presi il cellulare accendendo la torcia. La luce fioca dell'alba rivelata uno spazio angusto e malridotto, così quando entrammo feci molta attenzione a dove mettevo i piedi. Camminammo lungo un corridoio semi buio, la muffa sulle pareti le aveva rese di un colore misto tra il verde e il nero, la puzza pizzicava il mio naso insistentemente, così mi portai la maglia fin sopra il naso e la bocca per evitare di respirare quell'aria così stantia. <<Di là>> sussurrò Eric indicando quello che sarebbe dovuta essere la stanza principale. Non appena entrai lo vidi, là, legato ad una sedia e con la testa a penzoloni. <<THOMAS!>> urlai senza essere in grado di trattenermi e corsi verso di lui sollevandogli il viso. Osservai il suo sguardo perso, il suo viso tumefatto e il labbro spaccato. <<Anne... Anne, sei davvero tu?>> sussurrò guardandomi incredulo e con un sorriso sincero sul volto. <<Sì, sono io Thomas. Non ti preoccupare, ora ti portiamo via di qui>> risposi iniziando a sciogliere le corde attorno ai suoi polsi. Non feci in tempo a finire di sciogliere il primo nodo quando sentii una puntura sul collo. Mossi la mano verso il punto che prudeva, ma poco dopo la stanza iniziò a girare e tutto si fece nero.


Harry's Pov

La guardai allontanarsi con il ragazzo, ogni passo che facevano verso la casa corrispondeva ad una morsa di paura stretta attorno al mio cuore. Una parte di me cercava di convincermi che tutto sarebbe andato bene, ma un'altra parte registrava indelebilmente quel momento, convinta che sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto Anne. Sospirai accendendomi una sigaretta e mi lasciai andare con la schiena contro la macchina. Eravamo circondati da agenti, sapientemente nascosti tra le piante, ma neanche quello mi faceva stare più tranquillo. <<Quando interverrete?>> chiesi ad Anthony

<<lei ci dirà quando intervenire Harry>>

<<mi chiedo solo perchè tutta questa storia inutile quando potevate entrare, prendere Thomas e uscire>>

<<non sappiamo le condizioni mentali del ragazzo e del suo rapitore, non possiamo permetterci che ci scappi il morto e lo sai molto bene anche tu>>. Sbuffai e scossi la testa, ancora poco convinto da quello stupido "piano" che Anne aveva proposto e che loro avevano accettato. Insomma, erano loro gli agenti, gli esperti, non avrebbero dovuto dare retta ad una ragazza in preda alla paura ed al panico. Mi voltai verso la casa appena in tempo per vederli sparire dietro quella porta ammuffita, così decisi di accendermi una seconda sigaretta. Immaginai la voce di mia mamma sgridarmi per quel gesto, ma per fortuna ero riuscito a convincerli a rimanere a casa. "Saremmo troppi, potrebbero vederci" avevo detto per convincerli. Quanto avrei pagato per entrare io in quella casa al posto di Anne, prendere Thomas e uscire di fretta. Mi ritrovai a pensare al suo sorriso, alla sua risata, ai suoi occhi che sapevano essere sia taglienti che dolci come lo zucchero a velo. Torna da me, Anne, ti prego.


Anne's Pov

Mi svegliai ancora intontita, ma non appena provai a muovermi sentii i miei polsi bloccati da qualcosa. Aprii lentamente gli occhi e ci misi un po' a mettere a fuoco lo spazio intorno a me. Provai a muovermi una seconda volta, ma la consapevolezza di essere legata mi arrivò addosso come un macigno. Mi guardai attorno e notai Thomas legato poco più in là, che mi guardava preoccupato. <<Anne, sei sveglia finalmente>> rispose, ma non appena provai a rispondergli dei passi attirarono la nostra attenzione. <<bene bene bene, finalmente i fratelli Bianchi sono stati riuniti>> disse il ragazzo ridacchiando fermandosi di fronte ad entrambi. <<Tu, lurido pezzo di m->> iniziai ma un sonoro schiaffo mi colpì in pieno volto. <<Sta zitta>> disse il ragazzo con voce tagliente. <<Dov'è Eric?>> chiesi ricordandomi del ragazzo. <<Non ti preoccupare, mi sono preso cura di lui mentre eravate nel mondo dei sogni. Comunque, non abbiamo ancora avuto modo di presentarci>> disse ritornando sorridente <<io sono Antonio, Antonio Trevisan, o Antonio Bianchi, se vuoi che io utilizzi il nome di mio, nostro padre>>. Osservai i suoi movimenti sicuri, il suo cambio repentino di umore e la sicurezza con cui parlava. <<Tu non stai bene>> dissi a mo' di sfida. <<Cosa vuoi da noi?>>

<<te l'ho già detto, principessa, voglio che voi proviate tutto il dolore che ho provato io in questi anni>>

<<noi non c'entriamo niente>> si intromise Thomas

<<ti ho detto, prima che loro arrivassero, che non devi dire una parola, altrimenti vi faccio fuori in quest'istante e la finiamo qui>> rispose il ragazzo in piedi. <<Senti Liam...>> provai. Parlare, ma le sue urlami bloccarono le parole in gola. <<NON MI CHIAMO LIAM, BASTA CON QUESTO STUPIDO NOME>> urlò mentre la sua faccia si fece sempre più rossa. <<Noi così ti abbiamo conosciuto>> si intromise mio fratello

<<non mi avete conosciuto, non sapete nulla di me>>

<<questo lo dici tu>>

<<ah sì? E cosa sapete?>>

<<Che hai sofferto molto, ma non è stata colpa nostra>>

<<no, non è stata colpa vostra, ma di quel gran bastardo di vostro padre>>

<<e allora perchè te la prendi con noi?>>

<<perchè siete la cosa più vicina a lui su cui io posso sfogare il mio dolore>>.

Sospirai scuotendo la testa, a quel ragazzo mancava qualche rotella sicuramente, ma la cosa che più mi spaventava era stata la sua capacità a nascondere questo suo lato per così tanti mesi. <<Ora metti a dormire il fratello, inizio con lei>> disse Liam e quando notai l'altro ragazzo entrare nel mio campo visivo non potei nascondere il mio stupore. <<Tu?>>

<<Sorpresa di vedermi, Anne?>>

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Prima persona svelata, ma chi sarà la seconda?🌝 

Missing Pages ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora