Epilogo

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Appoggiai una rosa sulla sua lapide e sorrisi sfiorando la fredda pietra. Sei anni prima il destino me lo aveva portato via, ma sapevo in cuor mio che era sempre al mio fianco. Lo sapevo perchè lui era ciò che di bello c'è nella vita: le risate delle persone, la gioia della quotidianità, una giornata di sole. Lui era tutte quelle cose lì. <<Mi manchi tanto>> sussurrai. <<Ti salutano anche Ellen e Addison, mi chiedono spesso di te>> iniziai a parlare. Andavo spesso a trovarlo, parlare con lui mi faceva bene, mi ricordava di come la vita potesse essere imprevedibile, di come si debba amare incondizionatamente ogni giorno perchè non è sicuro che dopo quello ce ne siano altri. Presi un respiro profondo quando sentii la presenza del ragazzo al mio fianco. Mi poggiò una mano sulla spalla e mi guardò apprensivo. <<Tra un po' dobbiamo andare piccola Anne, dobbiamo prendere le bambine e andare in aeroporto>>

<<a che ora abbiamo il volo?>>

<<alle sette>>

<<va bene, ci conviene andare>>

<<ti manca?>> chiese di getto. <<Si Harry, mi manca ogni giorno, ma so che non mi ha mai abbandonata>>

<<hai ragione piccola>> rispose lasciandomi un leggero bacio sulla tempia. Giocherellai nervosamente con l'anello che portavo da ormai qualche anno e sorrisi al ragazzo. <<Andiamo, ci staranno aspettando>> dissi staccandomi da lui.

Arrivammo a casa poco dopo e una volta varcato l'ingresso le tre risate furono la prima cosa che sentimmo. <<MAMMA!>> urlò Ellen correndo verso di noi. La presi in braccio sorridendo e le sistemai i capelli lontano dal viso, mentre la bambina mi stringeva a sé lasciandomi un piccolo bacino sulla guancia. <<Sei andata a trovare zio Thomas?>> chiese sorridendo

<<si piccola>>

<<me lo hai salutato?>>

<<ovvio, l'ho salutato anche da parte tua>> risposi rivolgendomi all'altra bambina che mi guardava sorridente mentre era in braccio ad Harry. <<Bene, avete preparato il vostro zainetto?>> chiese il ragazzo mettendo giù Addison, <<si papà, ma il mio pupazzetto non ci sta...>> rispose lei abbassando la testa. <<Vorrà dire che lo porteremo a mano>> rispose lui e la bambina lo guardò sorpresa, <<posso portarlo comunque?>>

<<ovvio, non possiamo lasciare Signor Rano a casa>>

<<siiiii>> e insieme alla sorella scappò da Rose che ci guardava sorridente. <<Le vostre valige sono già più, David le ha già caricate in macchina>> disse lei aprendo le braccia e stringendoci in un caloroso abbraccio. <<Rose, mi mancherai così tanto>> dissi stringendola

<<Ma Signorina Styles, starà via solo per due settimane>>

<<Lo so Rose, ma mi mancheranno i tuoi waffle a colazione>>

<<Anche Harry li sa preparare>>

<<ah sì? Ignoriamo il fatto che l'ultima volta ha praticamente dato fuoco alla cucina e abbiamo dovuto ordinarne una nuova?>>

<<ehi, avevamo detto che questa cosa non sarebbe più uscita>> si intromise il ragazzo serio

<<scusa, ma è divertente>>

<<non per me>>

<<dai fatti una risata Harry, davvero>> risposi e a quelle parole il ragazzo non riuscì più a trattenere una risata. Lo guardai innamorata, come se fosse la prima volta che udivo quella risata e vedevo le sue adorabili fossette. Sorrisi spontaneamente a lui, alla vita e alla splendida famiglia che ero riuscita a crearmi.

************

<<Piccole! Harry! Anne!>> urlò William uscendo di casa e venendoci incontro. <<Ciao papà>> lo salutò Harry, poi lo salutai anche io ma la sua attenzione era ormai dedicata solo alle due bambine. Portammo dentro le valigie e aspettai un attimo a togliermi il cappotto; dopo tutti quegli anni non mi ero ancora abituata al freddo dell'Inghilterra, era sinceramente troppo per i miei gusti.

<<Allora Anne, come va con il nuovo lavoro?>> chiese Elisabeth mentre l'aiutavo ad apparecchiare. <<Bene, la nuova redazione è favolosa e l'ambiente è sinceramente più rilassato di quanto mi aspettassi. Sì, mi devo comunque abituare ai nuovi ritmi, ma sono sicura di farcela>>

<<sono fiera di te Anne, davvero. Ti meriti quel posto, hai lavorato tanto e sei brava>>

<<grazie Elisabeth, davvero>> risposi abbracciandola. I genitori di Harry erano diventati un po' i miei, mi avevano accolto nella loro famiglia senza esitazione e nei momenti di difficoltà mi avevano sempre teso la mano. Prendemmo posto a tavola ed aiutai Addison a sistemarsi sulla sedia. Guardai Harry sollevare un calice di vino, puntarlo nella mia direzione e sorridere. <<A Thomas>>

<<a Thomas>> risposi sollevando anche il mio.


Fine.

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