17. Buon lunedì Anne

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Finalmente quel giorno Harry sarebbe tornato dall'Inghilterra. Erano solo pochi giorni che era via, ma a me erano sembrati secoli. La mattina la dedicai a finire alcuni testi che avrei dovuto consegnare il giorno dopo a lavoro, in modo da portarmi avanti e completare il prima possibile. La mia testa ormai fumava da qualche ora, ma la mia concentrazione fu interrotta dal suono del campanello. Era Tony, il portinaio, che mi avvisava che c'era una busta per me. Misi velocemente il cappotto sopra la tuta e scesi non curante delle mie condizioni spaventose. <<Tony eccomi, chi mi ha lasciato questa?>> dissi afferrando l'anonima busta. <<Non lo so signorina Bianchi, stamattina quando sono arrivato era già sul mio bancone>> rispose sollevando le spalle. Lo salutai e presi a camminare verso l'ascensore aprendo la busta. Mi bloccai alla vista del contenuto. Erano foto. Tantissime foto che ritraevano me e Thomas in giro per la città. Insieme, un altro bigliettino: "Buon natale ai fratelli Bianchi". Suonai il citofono e quando Thommy aprì rimase interdetto dalla mia espressione. <<Che succede sorellina?>> e senza rispondergli gli passai le foto. Entrai senza badare alla sua reazione e mi buttai sul divano sconsolata.

Harry's Pov

Atterrai con due ore di anticipo rispetto a quando avevo detto ad Anne, ma dovevo vedere Earl e quello era il momento perfetto. Al telefono mi aveva detto che aveva informazioni importanti per me e non potevo aspettare altro tempo prezioso. Mi presentai al solito bar e mi accomodai di fronte a lui.

<<Buongiorno Earl, mi dica tutto>> dissi andando direttamente al punto. Non avevo tempo per i convenevoli, dovevo sapere cos'aveva da dirmi e volevo correre da Anne.

<<Dritto al punto vedo. Bene. Ho fatto qualche ricerca come mi aveva chiesto. Sono riuscito a risalire all'identità anagrafica del nostro uomo, ma non oltre>>

<<Anagrafica?>>

<<Sì, nome e cognome di quando è nato e di quando viveva in Italia>>

<<E dopo?>>

<<Quando è arrivato in America ha cambiato nome e sembra scomparso nel nulla. Non ho trovato nessuna informazione su questa persona: nessun nome, nessun indirizzo, niente di niente>>

<<E com'è possibile?>>

<<Non lo so sinceramente>>

Mi mise davanti un plico con delle fotocopie e lo aprii.

<<Si chiama, o meglio, chiamava, Antonio. Il cognome non era Bianchi, aveva preso quello della madre. Nato il 4 aprile del 1992, nessun padre lo ha riconosciuto, ma noi sappiamo ormai chi è. Cresciuto esclusivamente dalla madre e dai nonni materni ha frequentato regolarmente la scuola. Si iscrisse a giurisprudenza ma durante il secondo anno la madre morì. Lui lasciò gli studi e si trasferì in America>>

<<Magari deve aver scoperto qualcosa dalla madre o dopo la sua morte>>

<<É probabile, o è stata lei a rivelargli tutto o ha scoperto tutto dopo>>

<<Come è morta la madre?>>

<<Non lo so>>

************

Anne's Pov

Le feste erano passate tranquille. Dopo che mi erano state recapitate le foto le acque si erano calmate di nuovo. Capodanno era passato velocemente, l'avevo festeggiato con Harry e il resto della banda di screanzati in un locale in periferia. Non avevo ancora detto nulla delle foto ad Harry, non volevo creargli più problemi di quanti non ne avesse già.

Quel lunedì tornare a lavoro era più difficile del previsto. Dopo quei giorni di festa mi ero ormai abituata a dormire fino a tardi e ad oziare la maggiorate del tempo. Uscii dall'ascensore e non appena iniziai a camminare una mano si parò davanti al mio viso con un caffè caldo. <<Buongiorno Bianchi, come va?>> chiese la voce di Zayn. Afferrai il caffè e risposi con un cenno della testa. Entrai nel mio ufficio dopo aver detto al ragazzo che ci saremmo visti a pranzo e mi misi a guardare dalla finestra. Mi sentivo in colpa per quella situazione, ma contemporaneamente volevo che finisse tutto il prima possibile. Mi misi comoda alla mia scrivania e iniziai a lavorare. Sfogliai alcune riviste di quella settimana ma una in particolare attirò la mia attenzione: "Intervista all'imprenditore Styles a pagina 34". Andai subito a quella pagina sorridendo ed iniziai a leggere l'intervista. Era quasi tutta basata sul suo lavoro e sulla sua azienda. Trattavano di temi che non capivo così lessi abbastanza di fretta, tranne la fine.

Un'ultima domanda prima di lasciarla andare. Al Gala di Natale l'abbiamo visto in compagnia di una giovane ragazza, sembravate molto affiatati, ci può dire di più?

É una mia amica, siamo legati da una profonda amicizia, tengo tanto a lei.

É sicuro? Sembravate legati da qualcosa di più profondo di un'amicizia

Ne sono sicuro.


Un'amica.

Per lui quindi ero solo un'amica.

Chiusi di scatto il giornale e rimasi a fissare lo schermo del pc davanti a me. Buon lunedì Anne.

Alle 12:30 spaccate mi trovai con Zayn in corridoio e insieme ci avviammo verso la mensa. <<Beh? Perchè questo muso lungo?>> chiese non appena mi vide uscire dalla porta. <<Perchè a quanto pare sono un'ottima amica>> risposi. Il ragazzo mi guardò stranito, così gli spiegai dell'intervista. Non rispose subito, forse non sapeva cosa dire senza essere scortese. Prendemmo da mangiare e ci sedemmo al solito tavolo. <<Magari ti vuole solo proteggere>> disse.

<<E da cosa?>>

<<Dal mondo da cui proviene, insomma, sei andata in panico vedendo dei paparazzi>>

<<Non lo so Zayn, avrebbe potuto almeno dirmi qualcosa>>

Finimmo di pranzare poco dopo e uscimmo per fumare una sigaretta. <<Come l'ha presa la storia delle foto?>> chiese buttando fuori una nuvola di fumo. <<Non gliel'ho ancora detto, non so come potrebbe prenderla>>

<<Dovresti Anne, il prima possibile. Lo sai che vuole aiutarti, non dovresti mentirgli>>

<<Non gli sto mentendo Zayn>>

<<A chi staresti mentendo?>>. L'ultima frase fu pronunciata da una persona che non sarebbe dovuta essere la. Mi voltai e finsi un sorriso. <<Harry!>>

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