Anne's Pov
Era quasi tutto il giorno che ero rimasta nel letto, senza provare minimamente ad alzarmi. Sentii la porta aprirsi ma mi voltai di spalle e chiusi gli occhi per dare l'impressione che stessi dormendo, cercando di rimanere il più ferma possibile quando il ragazzo si sdraiò accanto a me e mi abbracciava delicatamente. Percepii le sue mani accarezzarmi delicatamente i capelli e il suo respiro lento scontrarsi con la mia pelle, ma la cosa che mi lasciò sorpresa fu sentire una sua lacrima cadere sulla mia guancia seguita da un'imprecazione. Aprii gli occhi e guardai quelli rossi del ragazzo. <<Harry...>> sussurrai portando una mano sulla sua guancia asciugandogliela, e lui, a quel tocco, chiuse gli occhi. Decisi di non dire nulla, ma di lasciare che il silenzio lo aiutasse a tirare fuori tutto quello che stava provando in quel momento. Ero ancora arrabbiata con lui, ma non era decisamente quello il momento di discuterne. Lo tirai più stretto a me e lo abbracciai anche io, lasciando che buttasse fuori tutte le lacrime che voleva. Iniziai ad accarezzargli il viso senza mai togliere i miei occhi dai suoi, nonostante lui cercasse di nascondersi dal mio sguardo.
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Erano passati quattro giorni dalla scomparsa di Thomas e io ancora non mi davo pace. Decisi di bere l'ennesimo caffè mentre cercavo di tenere gli occhi aperti davanti allo schermo del pc, ma uno sbadiglio mi sfuggì ugualmente. <<Non dovresti bere tutti questi caffè Anne, ti prenderà un attacco di cuore>> scherzò Eric smorzando un po' la tensione che si era creata quegli ultimi giorni, lo guardai con un sorriso appena accennato sulle labbra, ma non aggiunsi nulla. Le notti insonni o piene di incubi mi stavano distruggendo, così come la paura per Thomas cresceva esponenzialmente giorno dopo giorno. Sentii il cellulare squillare e mi accorsi che si trattava di un numero sconosciuto. Lo afferrai titubante e, dopo aver guardato Eric a lungo, risposi. <<Pronto?>>
<<Anne? Buongiorno, sono Anthony>> sentii e, riconoscendo la voce mi tranquillizzai. Guardai Eric facendogli cenno che fosse tutto okay, mi alzai dalla scrivania e mi avvicinai alla finestra. <<Buongiorno, mi dica>>
<<la chiamo per dirle che abbiamo controllato le telecamere di sorveglianza della città e nessuno dei suoi amici ha mentito. Erano tutti nel luogo e all'orario che ci hanno detto il giorno della sparizione e ripetuto il giorno dopo>>
<<bene, almeno so che di loro mi posso fidare... c'è altro?>>
<<abbiamo trovato il telefono di Thomas, era in un prato poco lontano da casa vostra, stiamo seguendo quella strada per vedere dove porta>> e a quelle parole mi pietrificai. Il pensiero che fosse stato rapito era solo una possibilità nella mia mente, ma ora, con quell'informazione, era quasi certa. Salutai il mio interlocutore e misi via il telefono. <<Tutto okay?>>
<<si Eric... solo...sconforto>> dissi sollevando le spalle. Avrei voluto dirgli quello che stava succedendo, ma dopo l'avvertimento di non dire niente a nessuno, mi trattenni dal confidarmi. <<Allora, il capitolo lo abbiamo quasi finito, se vuoi possiamo andare a mangiare e poi continuare>> propose. Non era una cattiva idea, avevo fame e la testa altrove, in quel momento non sarei riuscita a lavorare. Accettai e iniziai a sistemare le cose sulla mia scrivania, quando il telefono su questo'ultima squillò. <<Ufficio Bianchi-Johnson, sono Anne>> risposi
<<ehi Anne, sono Phoebe, c'è qua una signora che dice di volerti vedere>>
<<una signora? Non aspetto nessuno al momento>>
<<dice che è urgente>>
<<va bene, falla venire>> e così dicendo riappoggiai la cornetta. Poco dopo la porta si aprì rivelando la figura dietro di essa. <<Elisabeth?>> chiesi sconcertata, ma la donna entrò sorridendo dolcemente. <<Eric, vai pure a mangiare, ti raggiungo quando finisco>> dissi al ragazzo che, guardandomi confuso, uscì dalla stanza senza fare domande. <<Elisabeth cosa ci fa qua? Non era tornata in Inghilterra?>> chiesi avvicinandomi alla donna e abbracciandola con delicatezza. <<Si, ma Harry ci ha raccontato quello che è successo, sia io che William abbiamo preso il primo volo disponibile e siamo tornati>> e a quelle parole la guardai sorpresa. <<Sei di famiglia Anne, non lasceremo soli né te né Harry in questa storia, se possiamo aiutare lo faremo più che volentieri>> disse sedendosi alla mia scrivania. <<Io... io... non so cosa dire>> sussurrai incerta su cosa rispondere. Grazie? No, era troppo poco. <<Come state?>> chiesi sorridendo
<<bene grazie, e davvero, dammi del tu>>
<<va bene, grazie. Lei...cioè tu, ha... hai saputo tutto da Harry?>>
<<sì, ci ha chiamati la sera stessa della scomparsa, era davvero preoccupato e la litigata con te non migliorava la situazione>>. Arrossii a quelle parole, Harry aveva raccontato tutto alla madre e in quel momento mi sentii un verme. <<Anche io mi sarei arrabbiata al posto tuo, davvero, ma non sono te e posso solo dirti che quello che ha fatto mio figlio è stato assolutamente in buona fede>>
<<lo so, lo so... non mi sono arrabbiata per quello che ha fatto, ma per il fatto che mi abbia nascosto ciò nonostante mi avesse promesso che non avrebbe mai fatto qualcosa a mia insaputa>> risposi sospirando e sedendomi di fronte a lei. <<Non abbiamo ancora avuto modo di parlarne, forse perchè io l'ho già perdonato e lui non vuole tirare fuori di nuovo il discorso>>
<<dovrete parlarne prima o poi Anne, le cose più si posticipano peggio è>>
<<hai ragione, ma ogni momento sembra quello sbagliato>>
<<non esistono momenti sbagliati o momenti giusti, solo i momenti in cui uno ha il coraggio di fare qualcosa e momenti in cui la paura e la preoccupazione sono un impedimento>> disse sorridendo. La osservai bene, in silenzio. Il suo carattere assomigliava molto a quello di mia madre, forse per questo sentii di potermi fidare di lei. <<Hanno trovato il telefono di Thomas, in un campo a bordo strada>> le dissi senza pensare all'avvertimento della polizia, lei era la mamma di Harry, non un'amica. <<Sono sicura che lo troveremo, vivo e sano e tornerà da te, Anne>> disse sorridendo.
<<Quindi tutti i vostri amici sono puliti, giusto?>> chiese William addentando un pezzo di pane. Eravamo nella cucina di Harry e stavamo cenando tutti insieme, il ragazzo aveva insistito per farli rimanere a dormire a casa sua, così la nostra piccola convivenza familiare appena iniziata poteva aiutare a farci forza a vicenda. Annuii a quella domanda e guardai il cibo quasi integro nel mio piatto. <<Non ti piace cara?>> chiese Anne dolcemente, <<no assolutamente, è buonissimo, sono io che non ho molta fame>> risposi sorridendo. <<Sei dimagrita amore, dovresti mangiare un po' di più>> disse Harry appoggiando il braccio sullo schienale della mia sedia. Rimasi un attimo frastornata, come mi aveva appena chiamata? Sentii il mio stomaco ingarbugliarsi e un sorriso sincero nascere sul mio viso. Mi voltai a guardarlo raggiante, rimanendo a fissarlo senza dire una parola. Il ragazzo si accorse in ritardo del nomignolo che gli era appena scappato e mi guardò con gli occhi che dicevano "non dire una parola" al posto della sua voce. Spinta da quel fugace momento di gioia finii di mangiare, ripetendo nella mia testa la parola amore mentre un leggero sorriso non si cancellava dal mio viso. <<Se avessi saputo prima che per farti fare quello che voglio serviva semplicemente chiamarti amore, l'avrei fattio molto tempo fa>> sussurrò il ragazzo al mio orecchio sotto gli sguardi interrogatori dei suoi genitori. Scossi la testa ridacchiando e guardai sua madre sospirando. <<Elisabeth, avete cresciuto un figlio strepitoso, ma a volte sa essere molto stupido>> dissi e la donna si mise a ridere seguita poco dopo dal marito. Guardai Harry che fingeva di essere offeso mentre noi tre continuavamo a ridere ancora di più per la sua espressione.
Harry's Pov
<<Chi cazzo chiama a quest'ora?>> dissi tirandomi a sedere nel letto. <<Harry santo cielo fai smettere quell'aggeggio>> rispose Anne schiacciandosi il cuscino sul viso. Guardai l'ora: le 4:56 di mattina. Sbuffai spostando le coperte ed alzandomi, presi il cellulare e risposi senza guardare chi fosse. <<Pronto?>>
<<Harry finalmente, sono venti minuti che ti chiamo>>
<<Earl? Ma sei impazzito? Sono le cinque del mattino, spero per te che tu abbia un mot->>
<<Harry smettila di blaterare, abbiamo trovato qualcosa di importante>> disse con tono sbrigativo. Mi voltai verso Anne che mi guardava curiosa. <<Vieni a casa>> risposi prima di chiudere la chiamata. <<Sta arrivando Earl>> dissi alla ragazza, che subito si alzò dal letto.
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Missing Pages ||H.S.||
FanfictionAnne sapeva che doveva andare avanti, così come lo sapeva suo fratello Thomas. Dalla prematura scomparsa dei loro genitori, i due ragazzi hanno come unica certezza la presenza dell'altro, nulla di più. Cambiando città finalmente la ragazza sentiva d...