33. Lei è pazzo

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Anne's Pov

<<Dov'è? DOVE CAZZO É?>> iniziai ad urlare entrando nella camera dove sarebbe dovuto esserci Thomas. Mi guardai attorno come se quel gesto potesse far comparire mio fratello da un momento all'altro, sentii gli occhi pizzicarmi e il panico impossessarsi di me. <<Provo a chiamarlo>> disse Liam, ma non appena portò il telefono all'orecchio scosse la testa sconsolato, <<parte la segreteria telefonica>> disse sospirando. <<Anne tranquilla, lo troveremo>> sentii dire Sara mentre si avvicinava a me. Le parole degli altri arrivavano ovattate alle mie orecchie, così cercai quegli occhi verdi che sapevano darmi coraggio, ma non appena li incrociai notai come il ragazzo mi stesse guardando per la prima volta con preoccupazione e paura. Lo lasciai avvicinarsi a me e mi abbandonai tra le sue braccia. <<Andiamo dalla polizia Anne>> sussurrò mentre si avviava verso l'uscita senza lasciarmi andare. <<Non toccate neanche una cosa in questa stanza, potrebbe esserci qualcosa di utile>> aggiunse mentre entravamo nel salotto. <<Aspettate, mi cambio al volo e vengo con voi>>

<<sei sicuro Liam?>>

<<sì, vengo anche io>> aggiunse Sara. Li guardai ringraziandoli per poi uscire da quell'appartamento, io ed Harry salimmo in macchina e lo guardai rassegnata dalla situazione. <<Anne... sono sicuro che lo ritroveremo, ma devi fidarti di me>>

<<perchè? Come faccio? Io mi fido di te, ma questa situazione è più grande di noi>> risposi e il ragazzo sospirò sonoramente prima che gli altri due salissero in macchina. <<Vai>> disse Sara prima di sporgersi verso il sedile davanti ed afferrarmi la mano. <<Siamo tutti qua per aiutarti tesoro, non ti lasceremo sola>> disse cercando di confortarmi. Mi voltai per guardarla e solo in quel momento notai le facce preoccupate dei due seduti dietro. <<Non ci fermeremo finché tutta questa storia non è finita>> aggiunse Liam cercando di forzare un sorriso.

Arrivammo poco dopo davanti alla stazione di polizia e ci precipitammo dentro tutti e quattro. L'agente all'ingresso ci guardò confuso ed innervosito da quell'irruenza, ma sinceramente in quel momento me ne sbattevo altamente del suo fastidio. <<Buongiorno, vorrei parlare con Anthony>> disse di fretta Harry, lo guardai confusa, ma lui non mi degnò neanche di uno sguardo. <<Il capo? A quest'ora della mattina? Ma lei è tutto pazzo>> rispose l'agente scuotendo la testa. <<Ho detto che devo parlare con lui>> aggiunse Harry con un tono piuttosto minaccioso, <<signore, non posso autorizzarla ad incontrare nessuno, soprattutto senz->

<<stammi sentire bene agente... agente Coward? Ma che razza di nome è per un poliziotto?>>

<<le chiedo gentilmente di usc->> cercò di rispondere l'agente rosso in viso, ma Harry non gli lasciò spazio per una replica

<<non mi interessa cosa lei mi chiede, lei adesso alza quella fottutissima cornetta del telefono, chiama il capo e le dice che sto arrivando, sarà meglio per lei che quando varcherò la soglia di quell'ufficio Anthony sappia già del mio arrivo, altrimenti la farò pentire di aver scelto questo lavoro>> e con quella frase l'agente si ammutolì. <<Lei...lei è?>>

<<Styles>> rispose secco e dopo aver fissato con insistenza gli occhi dell'agente, ci fece segno di seguirlo e si avviò verso gli uffici nel retro. <<Harry ma cosa diamine...>> cercai di dire ma lui mi bloccò. <<Le domande dopo Anne, ti prego di perdonarmi>>

<<perdonarti? Perdonarti per cosa?>>

<<mi sono messo in mezzo senza dirtelo>> rispose ed entrò nell'ufficio che avevamo davanti. Entrammo tutti e quattro senza badare molto a chiedere il permesso, ma l'uomo dietro la scrivania non rimase molto sorpreso dal nostro ingresso. <<Harry! Ragazzo mio, dovresti smettere di tormentare i miei agenti, non sono i tuoi dipendenti>> disse quest'ultimo con un sorriso divertito, ma quando notò le nostre espressioni il suo umore cambiò repentinamente. <<Che succede ragazzi?>> chiese subito dopo

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