19. Passo a prenderti io

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Quel giorno uscii dal lavoro particolarmente tardi, avevo un sacco di mansioni ed ero alla fine del mio contratto, avrei fatto qualsiasi cosa pur di avere un rinnovo. Spensi il pc guardando l'orologio, Thomas era sicuramente già tornato a casa. Raccolsi le mie cose e mi avvinai verso l'uscita accendendo il cellulare. Erano le sette passate e le strade erano già piene delle persone che tornavano a casa dal lavoro come me. Andai alla fermata della metro più vicina mentre il mio cellulare squillò: era Sara. <<Pronto?>>

<<Ehi Anne disturbo?>>

<<No dimmi tutto, sono appena uscita dal lavoro>>

<<Volevo chiederti se stasera ti andava di bere qualcosa insieme>>

<<Mi farebbe piacere, devo solo tornare a casa, farmi una doccia veloce e mangiare qualcosa al volo, vogliamo fare per le 22?>>

<<Certo>>

<<Perfetto allora passo a prenderti io, mandami l'indirizzo>>

Finimmo di accordarci quando arrivò il mio treno, così salii in mezzo alle migliaia di persone che stavano attendendo come me e iniziai il mio viaggio verso casa.


Finii di prepararmi alle 9:40 circa, giusto in tempo per essere in orario da Sara. Abitava con Liam in un appartamento poco distante dal nostro, non ci avrei impiegato tanto tempo ad arrivare. Prima di uscire afferrai il cellulare e scrissi a Sara che stavo partendo, ma dopo aver inviato il messaggio entrai automaticamente nella chat con lui. Avevamo litigato due giorni prima e ancora non si era fatto sentire. Aveva provato a chiamarmi la sera stessa dopo il mio messaggio, ma poi più niente. Non appena salii in macchina accesi la radio per provare a distrarre la mia mente, ma ciò si rivelò perfettamente inutile perché pensai a lui durante tutto il viaggio. Mi mancava, mi mancava come l'aria, ma tra i mille difetti che avevo l'orgoglio era uno di quelli. Era raro che io facessi un primo passo dopo una litigata, soprattutto come in quella che avevamo avuto, dove la colpa era metà e metà. Mi ritrovai a pensare alle serate che avevamo passato insieme, a quanto mi sentissi bene insieme a lui ma soprattutto alle sue parole: fai qualsiasi qualcosa per non permettermi di aiutarti. Aveva ragione, non gli stavo dando la possibilità di aiutarmi, ma come l'orgoglio anche l'evitare di essere compatita dalle persone era più forte di me. Sapevo che non voleva compatirmi né provava pena nei miei confronti, ma sono sempre stata dell'idea che i problemi uno debba provare a risolverseli da solo prima di caricare qualche altra persona degli stessi. Mi ero trovata troppe volte nella situazione opposta, dove ero io quella caricata dai problemi altrui e nonostante io mi facessi sempre in quattro per provare a trovare una soluzione a cose che non mi riguardavano, quando era il mio turno ad avere un problema mi ero sempre ritrovata da sola a dover confrontarmi con le amare verità.

Parcheggiai sotto il palazzo dove abitavano Liam e Sara e quest'ultima mi stava già aspettando sul ciglio della strada. Abbassai il volume della radio nel momento in cui quest'ultima salì in macchina e mi abbracciò sorridendo. << Buona sera tesoro, che muso lungo, tutto ok?>> chiese rimanendo sorpresa dalla mia espressione. <<Sì tutto bene, ora andiamo che ho decisamente bisogno di bere qualcosa>> risposi sorridendo leggermente e rimettendo in moto la macchina. Andammo in un locale non distante e ci sedemmo ad un tavolino fuori nella veranda. Era ancora l'inizio di gennaio, ma sicuramente faceva meno freddo di dicembre e se i locali erano attrezzati per permettere ai clienti di rimanere fuori preferivo sempre evitare la calca che si creava all'interno. Ordiniamo due birre e parlammo di svariati argomenti mentre io cercavo di evitare le sue domande sul perché fossi un po' giù. <<Allora Anne, mi vuoi dire che succede? Che ha combinato tuo fratello questa volta?>> disse buttando giù un sorso della sua bevanda. Ridacchiai leggermente a questa sua affermazione, mio fratello era sempre stato un combina-guai e a quanto pare anche i suoi nuovi amici se ne erano accorti. <<Mio fratello non ha fatto niente questa volta, stranamente. Si tratta di Harry>> risposi.

<<Oh... se te la sei presa per l'intervista ti capisco, anch'io avrei reagito negativamente>>

<<L'hai letta anche tu?>>

<<Tesoro mi dispiace dirtelo, ma credo che l'intervista l'abbiano letta quasi tutti. Vivo in questa città da più tempo di te e conosco bene chi ha potere e chi no. Harry fa parte della primo gruppo, anzi, fa parte proprio dell'Elite>>

Sospirai scuotendo la testa. Avendo conosciuto Harry in un piccolo supermercato di periferia e non avendo mai avuto che fare con il suo mondo se non per il gala, mi risultava difficile immaginarmelo in posizioni di potere o particolarmente popolare. Per me era semplicemente Harry, un normale ragazzo, con un lavoro e con i problemi di qualsiasi altra persona della sua età. <<Non lo sento da due giorni, da quando abbiamo litigato>>. Raccontai velocemente della nostra discussione e, purtroppo, accennai anche alle foto di Natale, ma Sara non mi sembrò particolarmente colpita. <<Non mi stai tartassando di domande come il tuo solito, sai già qualcosa di questa storia?>> chiesi di getto.

<<Beh potrei sapere qualcosa, alla fine sono fidanzata con Liam e lui è amico di Thomas>>

<<Effettivamente qualcosa dovevate pur sapere>> risposi sollevando le spalle. Iniziò a farmi qualche domanda sull'argomento e io decisi di raccontarle tutto. Era la prima volta che ne parlavo con qualcuno che non erano né mio fratello né Harry e dovevo ammettere a me stessa che mi era mancato avere un'amica a cui potevo confidare qualcosa. Lei mi ascoltò per tutto il tempo senza interrompermi, ma quando le raccontai delle foto di Natale nei dettagli i suoi occhi scattarono nei miei. <<Devi andare a denunciarlo Anne, non puoi continuare così>> disse.

<<Lo so lo so, ma cosa potrebbe fare la polizia? Di certo non metteranno telecamere o inizieranno a pedinarmi, sarebbe l'ennesima denuncia di questo tipo che ricevono e sappiamo benissimo che finché non succede qualcosa di grave non fanno nulla>>

<<Lo so purtroppo, ma non puoi aspettare che succeda qualcosa di grave, hai già ricevuto delle minacce. Secondo me Harry ha fatto bene ad arrabbiarsi con te quando gli hai detto delle foto. Lui è potente può aiutarti, permettiglielo, farebbe bene sia te che a lui>>

<<A lui?>>

<<Sì, ci tiene a te e lo ha dimostrato più di una volta, non poterti aiutare sono sicura che lo fa star male>>.

Passai il resto della serata continuando a pensare a queste tue ultime parole.

Harry's Pov

Quella volta con Earl decidemmo di incontrarci a casa mia e non al bar. Non sentendo Anne non sapevo dove fosse e volevo evitare che ci vedesse. Mi mancava, ma dovevo ammettere che avevo fatto una cazzata a non andare io stesso a casa sua. Non aveva risposto alla mia ennesima chiamata e in quel momento avevo gettato la spugna. Ero bravo a combinare casini e questa volta ero riuscito a rovinare qualcosa di bello.

Earl non avevo aggiornamenti particolarmente interessanti: aveva iniziato a controllare la ragazza nei suoi spostamenti, così come gli avevo chiesto. Non volevo che la pedinasse, mi sentivo in colpa a fare questa cosa, ma ci tenevo troppo, volevo che lei fosse al sicuro. Dannata Anne, cosa stai facendo al mio cuore e alla mia testa?

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Volevo ringraziarvi per le 400 letture, sono tantissime🥹

Spero che la storia vi stia piacendo, se sì lasciate una stellina, ci terrei molto⭐️

Detto questo, al prossimo capitolo❣️

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