15. Non fare domande

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Harry's Pov

Entrai in quel minuscolo bar con i pugni stretti nelle tasche del cappotto. Tolsi la neve dalle spalle e iniziai a guardarmi intorno; un uomo seduto in fondo alla sala alzò la mano verso di me, così mi avvicinai. Era un uomo sulla cinquantina, i capelli brizzolati erano pochi e la barba incolta lo invecchiava. Avevo già lavorato con lui in precedenza, sapevo che mi potevo fidare e che era l'uomo che mi serviva. Presi posto di fronte a lui e poco dopo mi fu consegnata una birra. << Buona sera Signor Styles, quale rogna la porta da me? Su quale azienda vuole che indaghi?>> << Nessuna azienda, questa volta mi serve per una faccenda privata e molto importante>>. L'uomo mi osservò scettico e palesemente colpito dalle mie parole, ma non rispose nulla. << Dovrà tenere d'occhio una persona per me, nel frattempo deve indagare su una faccenda familiare>>.

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Anne's Pov

Quel mercoledì pomeriggio rientrai a casa particolarmente euforica ma anche tesa. Ero uscita due ore prima dal lavoro, dopo aver ovviamente finito le mie mansioni. Appesi il cappotto e corsi direttamente verso camera mia per prepararmi, ma mi bloccai vedendo un'enorme scatola blu appoggiata sul mio letto. Mi avvicinai titubante e sfiorai la superficie con la mano destra, fino a quando la curiosità non ebbe la meglio e l'aprii. Sulla carta velina che nascondeva il contenuto era appoggiato un bigliettino con una grafia familiare: "Mi sono permesso di farti un piccolo regalo, sono sicuro che ti starà d'incanto. H". Sorrisi come una bambina con i regali di Natale e scartai immediatamente la carta velina. Tirai fuori il vestito blu con delicatezza, fino a che non fu completamente fuori. Il tessuto sotto il mio tatto rimaneva morbido, mentre i miei occhi iniziavano a pizzicare. Presi subito il telefono e gli mandai un messaggio.

Non posso accettarlo Harry

Per quale motivo?

É troppo, non posso

Stasera ti presenterai con quel vestito

Non ti smuovo eh?

No, dovresti saperlo

Alle 19 passo a prenderti, fatti trovare pronta

Sorrisi come un'ebete davanti a quel vestito stupendo, incapace di prenderlo anche solo in mano per paura di rovinarlo. Mi preparai al meglio e prima di uscire mi guardai allo specchio. Il vestito lungo arrivava fino al pavimento, i miei capelli erano raccolti in una treccia e il trucco leggero nascondeva la stanchezza che mi accompagnava in quei giorni frenetici. Non appena varcai il portone trovai Harry davanti ad una limousine nera, inutile dire che il mio cuore perse un battito. Era stupendo, in un completo verde petrolio e una camicia color panna che fasciava perfettamente il suo torace. <<Signorina Bianchi, devo dire che stasera è davvero favolosa, ha già un cavaliere?>> chiese venendo nella mia direzione. <<Sig. Styles, stavo attendendo proprio lui ma sembra non essersi presentato>> affermai sorridendo e appoggiando le mie mani sul suo petto prima di baciarlo. <<Allora non credo che sarà un problema se stasera sarà la mia dama>> <<Nessun problema, ma andiamo, prima che ti prendi qualche malanno, sei senza giacca>>. Salimmo sul retro della macchina ed il conducente sorrise dolcemente. <<Buona sera Signorina Bianchi>> salutò gentilmente <<Possiamo andare Harry?>> chiese poi rivolgendosi al ragazzo al mio fianco. <<Certo David, parti pure>> e così la macchina si infilò tra le poche altre che avevano avuto il coraggio di sfidare la neve sulla strada. <<Pronta, piccola Anne?>>

<<Si, ma sono un po' nervosa>>

<<Non devi esserlo, sarà una splendida serata>>

Guardai i palazzi scivolarmi davanti agli occhi mentre stringevo la mano di Harry. Arrivammo quasi davanti ad hotel lussuoso in periferia, quando la mia visuale fu completamente occupata da paparazzi. Tanti, troppi paparazzi. Mi voltai verso Harry con il panico negli occhi, mentre il mio battito cardiaco aumentava esponenzialmente. Harry capì la mia preoccupazione e chiese a David di accostare. Prese le mie mani e le strinse con forza tra le sue. <<Anne, guardami. Respira, stai tranquilla>>

<<Ma Harry, sono tantissimi, non pensavo ce ne sarebbero stati così tanti>>

<<Non cambia nulla tra due e duecento, non devi preoccuparti. Sarai con me e io non mi sposterò dal tuo fianco. Ci fermeremo per qualche foto, poi entreremo e lì non ci saranno. Sei pronta?>>

Calmai il mio respiro e annuii seppur poco convinta. Harry annuì a David e la macchina ripartì lentamente. Il primo a scendere fu Harry, che fece il giro della macchina e aprì la mia portiera. Lo guardai negli occhi e mi sentii più sicura. Ero con lui, non poteva succedermi nulla. Presi la sua mano e scesi. Harry lasciò la mia mano e mi cinse il bacino con il braccio, stringendomi leggermente a sé. Ci avviammo sotto la luce artificiale creata dai flash e non riuscii a sentire nulla di sensato, se non un insieme di domande urlate a gran voce. <<Stai andando benissimo>> mi sussurrò all'orecchio, poco prima di lasciare un bacio sulla mia tempia. Gli sorrisi e non potei non notare il suo sguardo fisso nei miei occhi. Rimanemmo così, a guardarci, mentre le urla attorno a noi sembravano sparire. <<Harry Harry! Chi è questa ragazza che ha portato stasera?>> domandò una giornalista, scoppiando quella piccola bolla in cui ci eravamo momentaneamente rinchiusi. <<Andiamo dentro, forza>> mi ordinò il riccio. Entrammo in un'enorme sala piena di tavoli. Una quantità immane di persone chiacchierava mentre venivano distribuiti calici colmi di champagne. Rimasi a bocca aperta mentre osservavo tutto quel lusso che ci circondava. <<É... è bellissimo>> sussurrai. Ero l'unica spaesata, tutte le persone che mi circondavano sembravano ormai abituate da tutta quella bellezza.

La serata passò tranquilla, Harry mi presentò qualche suo collaboratore, ma la mia mente dimenticò prontamente ogni nome. <<Santo cielo Anne, fingi di star male così ce ne andiamo>> sussurrò Harry mentre il dolce veniva servito.

<<Eppure stai parlando da ore, non sembri annoiato>>

<<Per quanto mi piacciano gli affari, parlarne per ore e ore non è divertente>>

Risposi con uno sguardo divertito, mentre assaggiavo l'ultima pietanza di quel pasto paradisiaco.

Tornai dai servizi pronta per tornare a casa, quando andai a sbattere contro qualcuno. <<Oh, mi scusi, non l'avevo proprio vista>> dissi mortificata. Un signore mi sorrise prontamente. <<Non si preoccupi signorina, neanche io stavo badando a dove stessi andando>> sorrise gentilmente. La barba incolta lo invecchiava, ma lo sguardo gentile tradiva quell'aspetto un po' cupo. Vidi Harry avvicinarsi a grandi falcate nella nostra direzione. <<Anne, tutto bene?>> chiese subito. <<Si, mi sono scontrata con questo signore, niente di grave>> risposi tranquilla, non capendo il motivo di questa sua agitazione. <<Andiamo a prendere i cappotti, è ora di andare a casa>> rispose duro spingendomi leggermente verso l'uscita. Lo guardai confusa, ma lo seguii. Vidi che si scambiò un'occhiata dura con quell'uomo, che lo guardò serio, ma decisi di non fare domande in quel momento.

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