35. Probabile e impossibile

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Anne's Pov

Balzai giù dal letto non appena Harry annunciò l'imminente arrivo di Earl. <<Cosa? Che ha scoperto? Cos'ha detto?>> chiesi concitata. <<Non so niente, so solo che ha trovato qualcosa di importante>> rispose mettendosi una tuta al volo. Mi cambiai anche io, ma poco dopo sentimmo la porta della stanza spalancarsi di colpo e William entrò come un razzo con un coltello in mano. Urlai dallo spavento e Harry spalancò gli occhi guardando il padre così agitato. <<CHE SUCCEDE? STATE BENE?>> chiese guardandoci con il terrore sul volto. <<papà stiamo bene, abbassa quel coso>> disse Harry alzando le mani spaventato. <<Cazzo, vi ho sentiti agitati e pensavo fosse successo qualcosa>> disse l'uomo abbassando finalmente l'arma. <<Sta arrivando Earl, cambiatevi, vi aspettiamo in salotto>> rispose Harry sospirando. Pochi minuti dopo eravamo tutti e quattro in salotto, con l'adrenalina che pompava nelle nostre vene mentre aspettavamo l'arrivo dell'investigatore. <<Quanto cazzo ci mette>> disse Harry camminando avanti e indietro. Passarono cinque, dieci, quindici minuti e ancora niente. Afferrai il telefono pronta a chiamarlo quando finalmente l'ascensore si aprì rivelando la figura dell'uomo. <<Scusate, non partiva la macchina>> fu la prima cosa che disse entrando nell'appartamento. <<Venite, sedetevi>> e così dicendo appoggiò un plico di fogli sul tavolo. Ci accerchiammo tutti attorno al tavolo in religioso silenzio, in attesa che Earl parlasse. <<Io e altri detective abbiamo fatto ricerche più approfondite, ci siamo accorti che ci è sfuggito qualcosa, qualcosa di grosso>> disse aprendo i fascicoli <<abbiamo trovato un vecchio casale in periferia, il proprietario si chiama Andy Walls>> e così dicendo posò delle foto davanti ai nostri occhi. Nelle immagini un vecchio rudere svettava solitario, ormai ricoperto di piante e con il tetto mezzo sfasciato. <<E quindi?>> chiese impaziente William, <<c'è un secondo proprietario, con una percentuale inferiore e che non compare sulle carte ufficiali>> disse lui indicando il secondo nome sui fogli. Lo lessi talmente tante volte che la mia mente iniziò ad odiare quel nome ancora di più: Antonio Trevisan. <<É lui...>> dissi sussurrando

<<sì, non ha neanche avuto la premura di cambiarlo, magari ha affittato quel rudere appena arrivato qua in America>> rispose Harry che nel frattempo si era innervosito. <<Devo andare là>> dissi fiondandomi a prendere la giacca, <<veniamo anche noi>> disse Harry ma Earl lo bloccò. <<Ho già avvisato la polizia, stanno andando e ci faranno sapere, non possiamo rischiare e andare là in processione>> sbottò stizzito. <<Earl, pensi che Thomas sia li?>> chiesi guardando l'uomo, <<non lo so Anne, ormai tutto è probabile e impossibile contemporaneamente>> rispose sollevando le spalle. Presi il cellulare e mi sedetti sul divano, avevo una chiamata persa da Eric. Guardai il telefono confusa e mi voltai verso Harry. <<Mi ha chiamata Eric>> dissi confusa, ma subito gli sguardi di tutti si puntarono su di me. <<Richiamalo, vedi che vuole e metti il viva-voce>> disse Elisabeth seria. Guardai la donna, poi annuii e feci partire la chiamata. <<Anne>> rispose il ragazzo

<<Eric tutto okay? Perchè hai chiamato a quest'ora?>>

<<veramente sei stata a tu a chiamarmi mezz'ora fa, io ho semplicemente provato a richiamarti>> rispose ridacchiando, andai sul registro chiamate a controllare ed effettivamente trovai una chiamata in uscita al numero del ragazzo. <<Cazzo scusami Eric, mi sarà partita la chiamata mentre prendevo il telefono dal comodino>>

<<tranquilla, ma ormai sto venendo>>

<<stai venendo? Perchè mai?>>

<<mi sono preoccupato, pensavo fosse successo qualcosa così mi sono messo in macchina e sto arrivando>>

<<Eric... torna a casa, stiamo bene>>

<<fingerò di crederci, anche se so che sei perfettamente sveglia alle cinque passate di giovedì mattina anche se prima delle nove non dobbiamo essere in ufficio>> rispose il ragazzo ridacchiando. Guardai Earl come per chiedere il permesso di potermi fidare del mio collega, ma lui annuì e mi sussurrò un "tranquilla, lui è pulito", <<va bene Eric, ti aspettiamo da Harry>> risposi e così facendo chiusi la chiamata. Mi passai le mani sul viso cercando di scacciare la stanchezza, guardai le facce sconvolte delle persone attorno a me e mi sentii tremendamente in colpa. Ero entrata nelle loro vite e le avevo sconvolte, avevo saccheggiato le loro energie e li avevo privati della loro sicurezza. Stavo vivendo sotto un tetto che non mi apparteneva e mi nascondevo dietro persone che non mi dovevano nessun favore.

I miei pensieri furono interrotti dal suono all'interfono e balzai leggermente dallo spavento. Harry andò verso l'ascensore, parlò con il portinaio e tornò da noi. <<É arrivato Eric>> disse sedendosi accanto a me. <<Tesoro, hai bisogno di qualcosa? Un bicchiere d'acqua?>> chiese Elisabeth dolcemente. Sorrisi a quella donna che sapeva che io avessi messo a repentaglio anche la vita di suo figlio, ma non sembrava le importasse così tanto. Scossi la testa ringraziando e le sorrisi un po' forzatamente. Quanto avrei voluto andarmene da quel posto e disfare i nodi della mia vita senza di loro. <<Buongiorno a tutti>> disse Eric uscendo dall'ascensore raggiante. <<Buongiorno mister sorrido sempre>> lo salutai alzandomi e andando verso di lui. Mi lasciai stringere dalle sue braccia e lo ringraziai per essersi preoccupato. <<Allora, qualcuno mi spiega cosa diavolo sta succedendo alle cinque e mezza di giovedì mattina?>> chiese guardando i presenti e rimase in silenzio mentre Earl gli spiegava cosa fosse successo nell'ultima ora. <<Porca puttana>> sussurrò quest'ultimo dopo aver sentito tutto, <<quindi mi state dicendo che forse abbiamo trovato Thomas?>>

<<potremmo, ma è meglio non far crescere false speranze o potremmo rimanerci ancora più male>> rispose William. Mi alzai e andai in cucina, iniziando a preparare un caffè per tutti, ne avremmo avuto bisogno dopo quel risveglio traumatico. Sentii due braccia forti stringermi da dietro e chiusi gli occhi lasciandomi coccolare. <<Qualsiasi cosa succeda, promettimi che non farai niente di stupido>> sussurrò al mio orecchio

<<mi credi capace di fare cose stupide proprio ora?>>

<<assolutamente si, amore>>

<<non potrei mai, potrebbe saltare tutto in aria e Thomas finire chissà dove>>

<<non solo per la situazione che potrebbe peggiorare, ma anche per te stessa Anne>>

<<non pensare a me ora>>

<<non iniziare con questa storia>>

Sospirai in risposta e posizionai le tazzine sul vassoio. <<Andiamo>> dissi per poi avviarmi verso il salotto. Una volta dato il caffè a tutti notai Earl che si era appartato in un angolo per parlare al telefono. Incrociò il mio sguardo e rimase fisso nei miei occhi mentre ascoltava le parole del suo interlocutore. <<Anne... sappiamo chi è il vostro fratellastro>> sussurrò dopo aver chiuso la chiamata. Il silenzio che calò subito dopo le sue parole sembrò durare ore, mentre tutti pendevano dalle sue labbra in attesa di quel nome maledetto. Quando pronunciò il suo nome la tazzina mi cadde dalle mani e i miei occhi si spalancarono. Guardai subito Harry e lui si passò nervosamente le mani tra i capelli. <<Non... non può essere, deve esserci un errore>> sussurrai guardando Earl che scuoteva la testa. Non feci neanche in tempo a formulare un nuovo pensiero che il mio cellulare emise il suono che segnalava l'arrivo di un messaggio. Lo afferrai e solo in quel momento notai che le mie mani stava tremando. <<É lui>> dissi alzandomi in piedi. <<Cosa dice?>>

<<dice "vieni qua anche tu. No polizia, no Styles, nessuno. Hai 20 minuti di tempo, mi raccomando, segui le regole">> lessi ad alta voce. 

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Ci stiamo avvicinando alla fine della storia, manca giusto giusto la parte finale. Sono un po' nervosa per questa conclusione, spero sia solo al pari delle vostre aspettative. Fatemi sapere cosa ne pensate 😘

Detto questo, al prossimo capitolo❣️

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