da domani, però

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Da quando ho saputo con chi farò la sfida sono agitata.
L'ultima notte l'ho passata in bianco e probabilmente anche questa visto l'andazzo.
Rispondo male a tutti, anche a chi non vorrei.
Ho litigato con Matteo per due giorni consecutivi.
Me la sono presa con chi non mi ha fatto niente.
Ho litigato con Rita, Piccolo G e anche con Marco, il tutto senza una vera e propria motivazione.
Devo vedere di calmarmi perché non posso prendermela con tutti.
Mi alzo dal letto per andare fuori.
Ho finito le sigarette.
Mi allungo sul comodino di Wax che non è in stanza e rubo una sigaretta e l'accendino.
Vado verso la cucina e non vedo nessuno.
Raggiungo poi la terrazza ma vedo proprio lui sul divano.
Mi fermo sullo stipite della porta non sapendo se andare o meno.
Al diavolo, Ester. Vai.

<<Ei>> dico avanzando verso il divano.
<<Vengo in pace>> continuo indicando la sigaretta e l'accendino.
<<Vieni qui, non ti mangio>> mi risponde indicando il posto accanto a lui.

Mi metto a sedere stando un po' distante da lui che però non perde tempo e mi avvicina di più.
Rimaniamo in silenzio.
Silenzio colmo di sguardi e di sospiri.
Di ansia e tensione.

<<Posso chiederti che hai in questi giorni?>> mi domanda dopo un po' di silenzio.
<<E' per la sfida>> mi limito a rispondere sperando non vada avanti.
<<E' perché è il tuo ex ragazzo?>>

Annuisco senza dire nulla.
Non vorrei dire nulla.

<<Ti va di raccontarmi cos'è successo?>> mi domanda guardandomi negli occhi.

Mi va? 
Mi andrebbe anche, ma se inizio mi metto a piangere.

<<E' uno dei miei punti deboli più grandi>> provo a dire volendo azzerare la conversazione.
<<Hai paura di dirmelo?>> continua confuso.
<<Sì>> gli rispondo arrossendo.
<<Per cosa hai paura? Che te lo ritorci contro?>> 
<<No. Ho paura perché se ne parlo diventa reale e devo affrontare davvero la cosa>> gli dico mandando giù il groppo che mi si è formato in gola.
<<Non voglio forzarti, ma se non affronti determinate cose non le superi. E poi qualcun altro qui lo sa e mi sento un po' messo da parte sinceramente.
So che abbiamo questo rapporto strano, però il fatto che io e te stiamo così vicini certe volte e non sappia una cosa così importante di te mi sta mandando in bestia. Voglio capire cosa ti fa stare male>>
<<E' che mi vergogno>> ammetto passandomi una mano sul viso.
<<Qualsiasi cosa sia successa che ti fa stare male non credo possa essere motivo di vergogna>>

Mi guarda con gli occhi sinceri.
Degli occhi che mi stanno dando fiducia, che non mi giudicano in nessun modo.
Riuscirei a vederci il mondo se lo guardassi per un secondo in più.
Mi indica di mettere la testa sul suo petto.
Lo assecondo e mi stringe a se, con protezione.

<<Jacopo mi picchiava>> inizio intrappolandomi il labbro inferiore tra i denti.
<<E' più grande di me di cinque anni. Ci siamo conosciuti che lui era all'ultimo anno ed io al primo.
Siamo stati insieme per quattro anni e gli ultimi due ha iniziato ad alzarmi le mani>>
<<Posso chiederti cos'è successo prima che iniziasse a comportarsi così?>> ha quasi timore di chiedermelo visto il suo tono.
<<E' successo dopo una festa a Milano. E' proprio dove ho conosciuto Tommy.
Sono stata a quella festa con delle amiche e ho coltivato da lì l'amicizia con lui.
Poi una sera sono uscita con Elisa, abbiamo trovato Tommy in centro e abbiamo iniziato ad uscire tutti insieme.
Lui è diventato gelosissimo del mio rapporto con Tommy, perché siamo davvero fratello e sorella.
Una sera dovevamo uscire sempre noi tre ma Elisa stava male quindi sono uscita sola con lui.
Jacopo mi ha vista la senza Elisa e m'ha fatto una scenata allucinante.
La sera dopo ci siamo rivisti, si è infuriato di nuovo e da lì e volato il primo schiaffo>> 

Gli spiego tutto di colpo, tutto veloce.
Ha quasi perso il filo durante il discorso ma è rimasto comunque concentrato.
All'ultima frase spalanca gli occhi stringendomi la mano.

<<E da lì ogni volta che si litigava si finiva che mi arrivavano schiaffi.
Era diventato geloso, possessivo e ossessivo.
Questo fin quando Tommy un giorno è venuto da me perché non rispondevo.
Jacopo mi aveva preso il telefono e l'aveva spento. 
Non aveva mai saputo da parte mia che ero vittima di violenza, però lo sospettava.
Più volte mi ha chiesto se con Jacopo andasse tutto bene e gli ho mentito ogni volta perché mi vergognavo.
Tutti i lividi che vedeva io glieli spiegavo dicendo che ero caduta, che ero goffa.
Si sono picchiati, Tommy l'ha quasi massacrato e mi ha portato a denunciarlo.
Da quel giorno non l'ho più visto fino ad...ora, praticamente>>

Ho provato a trattenere le lacrime ma nel momento in cui Matteo mi accarezza il viso scoppio e le lacrime mi sgorgano sul viso.
Mi sento quasi in colpa a parlarne, sento la paura di quelle immagini scorrermi nelle vene.
Potrei ancora sentire la sua voce urlarmi contro se mi concentrassi.
Mi stringe a se.
Sento la sua stretta forte sulle spalle mentre mi asciuga le lacrime con la mano libera.
E' come se mi sentissi al sicuro con lui.

<<Ester, non ti devi vergognare. E' lui che si deve vergognare, non dovrebbe neanche essere a piede libero.
Ora capisco perché sei stata così agitata.
Ma non ti può fare niente qui. Sei protetta, in tutti i sensi. Qui sei al sicuro>> sussurra accarezzandomi i capelli.
<<Scusami se ti ho trattato male in questi giorni>>

Con la manica della felpa mi asciugo le lacrime e osservo lui scuotere la testa.
Dice che non mi devo preoccupare.

<<Non ti scusare. Io non sapevo perché fossi così agitata, non lo potevo sapere.
Altrimenti non me la sarei mai presa così con te.
Mi ha dato fastidio che fossi scostante, scontrosa, che mi trattassi male e soprattutto che non ammettessi di essere gelosa di Claudia (che magari è vero che non lo sei).
E davvero mi dispiace tanto di essermela presa con te>> 

Ha un tono di voce mortificato.
Lo osservo con uno sguardo stupito mentre gli passo una mano tra i capelli dicendogli di non doversi preoccupare, perché quella che ha trattato male tutti sono io.
Pare abbia paura di dire qualsiasi cosa.

<<Tommy mi dice di fare attenzione a questa cosa tra me e te, perché siamo molto simili.
Me lo dice più che altro perché anche io e Jacopo eravamo molto simili, ma non credo che tu possa comportarti come ha fatto lui>> ammetto tirando su col naso.

E' stupito alle mie parole.

<<Non potrei mai farti una cosa del genere.
Le donne non si toccano e basta, a prescindere da tutto.
E soprattutto te. Non potrei mai alzarti un dito se non per spostarti una ciocca di capelli dal viso>> mi rassicura accarezzandomi le guance.
<<Tommy lo dice per proteggermi, ma credo sappia anche lui che non mi faresti mai nulla>> gli dico facendo leva sul discorso che mi ha fatto il mio amico.
<<Lo so e il suo discorso non fa una piega. Farei lo stesso discorso anche io se fossi nella sua stessa situazione>>

Ricade di nuovo il silenzio tra di noi dove mi fermo di nuovo ad osservare il suo viso.
Accarezzo i suoi lineamenti.
Fronte, naso e labbra, guardando attentamente le sue lentiggini.

<<Pare tu abbia mille pianeti sul viso>> sussurro guardando tutti quei puntini sparsi sulla sua pelle.
<<Pianeti? Bel modo di chiamarle>> commenta con un sorriso.

Mi lascia un bacio casto sulle labbra.
Poi gliene lascio uno io.
Capisce la situazione, capisce quanto sia fragile in questo momento e non va oltre.
Sta rispettando il mio spazio e i miei momenti.

<<Tanto da domani siamo solo amici, no?>> mi domanda ad un passo dalle mie labbra.
<<Da domani, però>> gli rispondo lasciandogli un ultimo bacio.

Si, da domani.

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora