mamma, papà, lei è Ester

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Matteo ha ricevuto una comunicazione dalla produzione, dove è stato avvertito di andare in palestra perché c'è una sorpresa per lui.

<Devi venire con me> continua trascinandomi nel corridoio.
<Ma io che c'entro?> gli domando divertita.
<Io non dovrei neanche essere qui> continuo sbuffando.
<Non dovresti, ma ci sei. E visto che ci sei, te ne vieni con me ovunque. Anche in bagno se ce n'è bisogno>
<Mi risparmierei di venire in bagno sinceramente> commento ridendo.
<Dai, dai, dai! Entra, su!> esclama aprendo la porta della sala.

Lo seguo dentro, notando subito dentro un cavalletto coperto da un telo.
Matteo gli gira intorno titubante.
Solleva leggermente il telo, spalanca gli occhi e poi mi guarda.

<Che c'è?>
<Aspetta> mi risponde scuotendo la testa.

Toglie definitivamente il telo.
Si accovaccia di fronte il cavalletto e poi mi guarda ancora stupito.

<E' un quadro di mia mamma. Vieni, vieni a vedere> mi dice allungandomi la mano.

Mi avvicino a lui curiosa.
Osservo il quadro e in quell'arte, in qualche modo, rivedo l'arte di Matteo.
Matteo che ha un sorriso enorme in viso.

<Non ho parole> sussurra accarezzando il dorso del quadro.

Ciò che lo sorprende di più è il messaggio vocale di sua mamma.
Stringe le mie mani con le sue che tremano e sudano per l'emozione.
I suoi occhi lucidi che provano a respingere le lacrime.

<Io amo mia madre> ammette puntando di nuovo gli occhi sul quadro.
<Ti giuro Ester, non vedo l'ora che tu la conosca> mi dice subito dopo.
<Non vedo l'ora che le donne più importanti della mia vita possano conoscersi e sono sicuro -ti giuro, me lo sento- che voi due andreste davvero tanto d'accordo> 
<Guarda che non manca tanto> sussurro accarezzandogli il viso.
<Manca poco e potrai, dopo otto mesi, riabbracciare tua madre>
<Non vedo l'ora>

"Wax in sala due"

Senza dire niente mi prende per mano ritornando nei corridoi dello studio.
Imbocca subito la porta dell'aula in questione e con un'espressione curiosa entra dentro.
Si avvicina alla scatola che è sulla scrivania e poi si volta verso di me.

<Avvicinati, su> mi dice con un sorriso.

Mi avvicino lentamente a lui, mentre è impegnato ad aprire la scatola.
Ne tira fuori una collana e per un attimo non sa cosa dire.
E' stupito.

<Questa l'ha fatta un uomo che non smette mai di lavorare> mi dice con un sorriso.
<Vuoi che te la metta?> gli domando con un sorriso.

Lui annuisce.
Mi porge la catenina nelle mani e un po' impacciata riesco ad agganciarla al suo collo.
Subito dopo parte un messaggio da parte del papà di Matteo.
Il fatto che non se lo aspettasse è abbastanza palese, perché ha una faccia che lui definirebbe da "pesce lesso".

<Puoi emozionarti, Matteo. Fallo, che in questi casi ti fa bene piangere> sussurro accarezzandogli il viso.
<Aspetta, guarda!> esclama indicando lo schermo.
<Quelli... quelli sono i miei genitori. Si stanno tenendo la mano> ammette emozionato.
<Sai da quant'è che non succede?>

Guardo bene lo schermo e aggrotto le sopracciglia.
Poi capisco.

<Amore, sono qui! Guarda, è lo studio> sottolineo indicando a mia volta lo schermo.
<Ma che ci fate qua?> domanda avvicinandosi al monitor.
<Posso venire?>
<Vieni Matte, noi siamo qui!> esclama sua madre.
<Beh, che aspetti ad andare?> gli domando prendendolo in giro.

Lui si volta verso di me, mi stringe forte sollevandomi un po' da terra.

<Tu vieni con me> asserisce iniziando a camminare.
<Matte, loro sono qui per te. Io ritorno in casetta>
<Scordatelo, Ester. Tu vieni con me. Voglio presentarti a loro in un ambiente che a casa mia non c'è mai stato, sentendo la paura che in futuro non potrebbe esserci. Ti prego, amore. Vieni di la con me> 

Guardo i suoi occhi che quasi mi implorano.
Perché hai paura, Ester?
Tanto prima o poi li avresti conosciuti, no? 
Abbiamo solo affrettato i tempi.

<Va bene, va bene. Vengo con te>

Con un sorriso smagliante mi prende la mano iniziando a trascinarmi per lo studio.
Non ha mai camminato così veloce.
Mai. 
E le mie gambe sono un po' corte per stargli dietro.
All'entrata dello studio si blocca quando vede i suoi genitori.
Lascia la mia mano, mettendosi le sue in faccia al dir poco incredulo.
Avanza verso il plexiglass mentre io rimango indietro a guardare la scena con un sorriso sul volto.
E' bello vederlo così emozionato.

<Ciao Matteino> gli dice la madre sorridendo <E' tutto vero, siamo qui>
<Sono contentissimo> ammette mettendo le mani contro il vetro.
<Ma...sono otto mesi che non ci vediamo> sussurra emozionato.
<Non ci credo che siete qua. Per me è una grande emozione vederti qui. Insieme. Seduti. Qua c'era il mio banco... Dio, è tutto così strano> continua con la voce rotta.
<Matte, quando ti abbiamo detto di essere fieri di te, è perché è così> gli dice il padre che è palesemente preso dall'emozione.
<Aspettate, vi devo presentare una persona>

Matteo si volta nella mia direzione.
A grandi falcate mi raggiunge, sempre con il sorriso sulle labbra.
Oggi non gli si è mai spento.
Mi prende la mano.
La stringe.
Intreccia le nostre dita.
Ci lascia un bacio sopra.
Ed io?
Io non posso fare a meno di sciogliermi.
MI accompagna di fronte il plexiglass, dove dall'altra parte ci sono i suoi e negli occhi di sua madre, riesco a vedere quelli di Matteo.
Pieni di vita e di creatività.

<Mamma, papà, lei è Ester> annuncia guardandomi.
<Ed è la persona, grazie alla quale, ho capito che l'amore è bello. Che non devo avere paura. Che merito di essere amato>
<Che bella che sei> mi dice sua madre con un sorriso.
<Oh, grazie signora... io sono così imbarazzata, non mi aspettavo di conoscervi in questa circostanza>
<Dacci del tu, Ester> mi dice suo padre sorridendo.
<Grazie per essere rimasta sempre al uso fianco e avergli dato una mano quando ne aveva bisogno. Se Matteo ha avuto un cambiamento positivo è anche grazie a te>
<No, Maura, davvero. Sono state molto più le volte che Matteo mi ha aiutata piuttosto che il contrario. Avete un figlio davvero meraviglioso.
E' pieno di sfumature, pieno di colori e man mano ha colorato anche la mia vita. E se lui è così + soprattutto grazie a voi> ammetto sentendo gli occhi brillare.

Matteo mi lascia un bacio sulla tempia.
Io mi guardo intorno.
Sono di troppo.

<Io adesso vado. Questo è un momento che è stato pensato per voi e sono di troppo.
E' stato un grandissimo piacere conoscervi. Io torno in casetta, okay?>
<Sicura?>
<Sicurissima, ci vediamo dopo>

Rivolgo un ultimo saluto a Maura ed Enrico, per poi andare verso la porta.
Lancio un'ultima occhiata a Matteo con un sorriso.
Dio solo sa quanto io sia fiera di te, Matteo Lucido.

mamma mia quante lacrime che ho versato oggi!!
è stato bellissimo questo dt

Sweater Weather - WaxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora