Little (sweet) turtle

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~ Profumo di libri

Il sole illuminava il prato, facendolo brillare di rugiada mattutina. Un ragazzo biondo giocava pigramente sull'erba con un gatto dal pelo color castagna, lasciando che il felino gli tirasse i capelli con le zampine e gli mangiucchiasse il bordo della t-shirt che indossava.

In quel momento Micio sgusciò dal grembo di Max e trotterellò cauto verso un piatto sottile e ampio che aveva attirato la sua attenzione, seguito dal padrone. Nel piatto v'erano tante piccole tartarughe che perlustravano goffamente il loro spazio, inciampando in pezzi di uovo e insalata. Poco più in là s'aggirava placidamente mamma tartaruga, masticando una grossa foglia verde.

Il gatto allungò una zampa, gli artigli ritratti, e sfiorò appena la piccola testuggine sul dorso corazzato. L'intrepida tartarughina che aveva osato affacciarsi alzò la testina, incuriosita.

- Micio, lascia stare quelle tartarughe. Non sono nostre e non dovresti nemmeno avvicinarti - lo sgridò Max, prendendolo per la pancia e tirandolo via. Il felino lo guardò contrariato, miagolando lamentosamente.

La porta dietro di loro si aprì e la loro vicina, nonché proprietaria dei piccoli animaletti col guscio, ne uscì. Era un'anziana signora che non poteva essere più giovane della tartaruga mamma, dall'aria severa e piuttosto austera.

- Buongiorno - disse, e il biondo si sentì svenire.

- B-buongiorno - balbettò Maxwell, colto sul fatto, sperando con tutto se stesso che quella non si mettesse a inveire contro lui e il suo gatto per tentato tartarughicidio e li cacciasse via.

Ella però rimase tranquilla e stiracchiò il viso in un sorriso rilassato, raggiungendoli.

- Mi s-scuso per il disturbo - farfugliò il ragazzo, chiedendosi dove diavolo fosse Brad e soprattutto perché non poteva uscire lui a giocare col suo gatto. Micio si agitò fra le sue braccia, scalciando con le zampe posteriori e frustandolo in viso con la coda.

- Non ti scusare, anzi. È un piacere che le mie piccole imparino come comportarsi con gli altri animali. Se vuoi, puoi anche lasciare andare il tuo gatto - disse la signora, abbassandosi sui talloni e accarezzando sul capo la grossa testuggine che l'aveva appena raggiunta. Sollevato, Max lasciò la presa sul felino e quello corse ad annusare le tartarughe, sfiorandole quasi timoroso con le zampe morbide.

- Sono carine, vero? Se ti piacciono posso regalartene una, d'altronde non posso tenerle tutte - propose l'anziana, prendendo la piccola intrepida e porgendogliela sul palmo della mano.

- Ecco... mi piacerebbe molto, ma... devo... - iniziò Max, guardandosi attorno. In quel momento Brad si materializzò al suo fianco, lanciandogli un'occhiata di traverso.

- Che succede? - chiese, inarcando un sopracciglio alla vista del suo gatto che giocava con tutte quelle minuscole testuggini senza essere controllato dal fidanzato.

- Brad... - fece il suo ragazzo, guardandolo speranzoso. Il moro fece scorrere lo sguardo dai suoi occhi nocciola alla tartaruga che porgeva loro la signora, poi sospirò.

- Solo una, eh - acconsentì alla fine il giovane bibliotecario, sentendosi molto un padre che dice ai propri figli che possono tenere il cane. Micio miagolò in assenso, come se anche lui fosse d'accordo.

L'anziana vicina lasciò la piccola testuggine nella mani del biondo, mormorando un 'abbine cura'. Rientrarono in casa, Micio alle calcagna del padrone e il fidanzato che cercava un nome per la nuova arrivata. E l'urlo di Max risuonò per tutto il quartiere, mentre Brad scoppiava a ridere perché la piccola e non più innocua tartaruga aveva morso il dito del suo ragazzo.

Il dolce battito dei nostri cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora