Dream

130 8 0
                                    

~ Eyes of Wolf

C'era una calma perfetta nella stanza, quasi surreale. Un silenzio inquietante e l'aria piatta aleggiavano sopra il ragazzo come una nuvola di cattivi presagi. In quel momento il suo cellulare squillò e lui ne fissò un attimo il display: numero sconosciuto.

- Sì, pronto? - disse Shane, chiedendosi chi diavolo fosse. Attorno a lui tutto taceva.

- Salve, lei è Shane? - domandò una voce strana, distorta e a malapena percepibile dal suono in sottofondo, una sirena o qualcosa di simile.

- Sì, sono io. Cos'è successo? - chiese il castano, uno strano presentimento che si diffondeva lungo tutto il corpo. Fremette e scosse la testa, scacciandolo.

- La chiamo per darle una cattiva notizia. Il ragazzo a nome Chase, con unicamente il suo nome segnato nella rubrica del telefono, ha avuto un incidente... - disse la voce e poi si spense, o meglio, biascicò qualcosa per Shane ormai incomprensibile.

È uno scherzo, pensò. È un fottuto scherzo.

- Max? Sei tu, vero? Non è divertente - borbottò, sperando che il biondo scoppiasse a ridere e replicasse che diavolo, non riusciva mai a fargli uno scherzo come si deve.

- Mi scusi, ha sentito quello che ho detto? - gracchiò invece la voce, prima di venir di nuovo coperta dal chiaro suono di una sirena.

No. No. No, ti prego, no, pensò, sentendo il cuore che gli si fermava nel petto.

- NO! - urlò con tutto il fiato che aveva in gola, i polmoni in fiamme. Nella sua mente, il ripetere 'no' era diventato una cantilena.

- No, Chase! No! - gridò ancora, sentendo le lacrime scorrere inesorabili. Attorno a lui ancora silenzio, irreale e tetro.

- La prego, si calmi! - esclamò la voce, ormai poco importava a chi appartenesse. Chase, il suo amato Chase, aveva avuto un incidente e probabilmente non ce l'aveva fatta...

- Come faccio a calmarmi?! Il mio ragazzo è morto! - sbraitò, sentendosi le lacrime sul viso ghiacciarsi ogni attimo un po' di più, mentre il suo respiro disegnava volute sottili nell'aria e nella stanza si faceva inverno.

- Signore... - riprovò la persona all'altro capo del telefono, e in quel momento Shane si svegliò, tirandosi a sedere di scatto.

Madido di sudore, il suo volto era ancora umido di lacrime e i capelli castani appiccicati alla fronte, così come la maglia alla schiena. Era stato così vivido e reale, quell'incubo... non ci voleva nemmeno pensare. Cercando di regolarizzare il respiro, si voltò appena per soffermarsi sul volto dell'amato che di fianco a lui dormiva placido e ignaro dei sogni funesti appena avuti del fidanzato: sembrava un angelo, un angelo nero ma pur sempre un angelo, coi morbidi capelli scuri ad accarezzargli il collo e gli occhi porpora celati dalle palpebre abbassate.

- Shane... che c'è...? - biascicò in quel momento Chase, stropicciandosi gli occhi con le nocche.

- Niente, amore mio, torna pure a dormire. Era solo un brutto sogno - mormorò in risposta, sperando che il fidanzato non sentisse quanto ancora fosse angosciato e tornasse a dormire, mentre lui rimaneva seduto per non mostrargli, nel buio della loro camera, il volto ancora bagnato di lacrime.

Ma Chase lo conosceva fin troppo bene e aveva già capito che l'incubo doveva averlo lasciato parecchio scosso, così si scosse un po' e si alzò, mettendosi seduto, quindi gli accarezzò i capelli.

- Va tutto bene, ora sono qui io. Qualunque cosa fosse, se ne dovrà andare o ci penserò io a farla sloggiare - disse rassicurante, lasciandogli un bacio leggero sulla fronte. Shane si rilassò appena un poco, poi tornò teso come una corda di violino.

- E come fai? - singhiozzò, crollando e lasciandosi andare ad un pianto dovuto alla paura presa.

- Con tanti, tanti baci tutti per il mio lupacchiotto - mormorò Chase, strappandogli una risatina fra le lacrime e cospargendogli il viso di baci leggeri come lo sbattere di ali di una farfalla.

Poi si ridistese e lo trascinò con sé, lasciandogli poggiare il capo sul suo petto. Doveva essere stato un incubo abbastanza terribile, se il suo amato Shane era scoppiato a piangere.

- Shane... resto io a vegliarti. È passato, amore mio - sussurrò, e lui si girò per abbracciarlo stretto, subito ricambiato. Sapeva bene che chiamarlo 'amore mio' lo rassicurava non poco, e nonostante fosse una di quelle cose da coppietta in fase 'lovey-dovey' (non che non lo fossero) che aveva giurato di mai dire, era anche troppo dolce per negargliela.

E fra le braccia protettive del suo Chase Shane si riaddormentò serenamente, perché con il calore della persona che si ama ogni incubo si fa piccolo piccolo e perfino le proprie paure segrete svaniscono in un angolino...

Il dolce battito dei nostri cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora