I love you! Second Part

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~ Profumo di libri & Eyes of Wolf

Si può definire la tristezza di una persona secondo il colorito del suo volto? A quel punto Shane poteva affermare di sì, perché più i giorni passavano più il viso di Max si faceva pallido e tirato, le occhiaie che raggiungevano un colore viola scuro e i capelli biondi perennemente arruffati, manco si prendeva la pena di dar loro un colpo di spazzola.

Lo sentiva singhiozzare ogni notte e gli faceva male, perché era il suo migliore amico e gli voleva bene alla stregua di un fratello, allo stesso modo in cui ne voleva a Crystal. E si sentiva tremendamente infelice ad ascoltarlo senza fare nulla, rimanendo abbracciato a Chase che non faceva altro che sospirare.

Così un giorno, stanco di non aver più la sua felice routine e distrutto interiormente dallo stato cui si era ridotto Max, aveva acchiappato Brad durante la sua pausa e ci aveva fatto quattro chiacchiere.

- Ehi, Brad. Perché tu e Max non fate pace? Qualunque cosa sia successa, non può essere tanto grave... - aveva iniziato gentilmente, e il moro s'era subito irrigidito.

- Non sono affari tuoi e non c'è alcun modo perché io possa perdonarlo. E ora saresti pregato di lasciarmi in pace, visto che vorrei godermi la mia pausa - gli aveva risposto sgarbatamente, non smettendo di passarsi le mani fra i capelli già di per sé in disordine.

- Stammi bene a sentire - aveva esclamato allora Shane, afferrandolo per il colletto della giacca. - Forse non ti sei accorto dello stato in cui grava Maxwell, il mio migliore amico, per colpa tua. Non lo riconosco nemmeno più. È tanto pallido da sembrare un fantasma e i suoi capelli sono un cespuglio! Non parla quasi più, risponde a monosillabi, e di notte io e Chase non riusciamo a dormire perché continua a singhiozzare! Fai qualcosa perché, buon Dio, non ne posso più e nemmeno Chase! Parlate, o giuro che non... non... ugh!

Ed era rimasto a fissarlo, sperando che dicesse qualcosa, ma il giovane bibliotecario si era limitato a guardarlo inespressivo e Shane se n'era andato, a dir poco furioso.

E Brad si era sentito un idiota e un cretino, mentre tornava a casa, solo che non era più un luogo degno di quel nome senza Max. Era corso ad accoglierlo, Micio, ansioso e turbato da quando il padroncino biondo era scomparso, e l'aveva guardato prima con preoccupazione e poi con disgusto, perché ormai pure il gatto ce l'aveva con lui. Rab invece aveva semplicemente tirato fuori il capo dal guscio, speranzosa ma, dato che il suo amato padrone non era tornato, s'era nuovamente rifugiata nella propria casa portatile.

Quando l'ennesimo messaggio aveva illuminato il display del suo cellulare, aveva ceduto e aveva digitato una risposta giusto un po' diverse dalle solite dure e cattive.

'Vieni a riprenderti la tartaruga', scrisse, con immediata risposta affermativa di Max.

Così poco dopo andò ad aprirgli, il cuore che ballava il tip-tap nel proprio petto; e non si sorprese nemmeno troppo quando si ritrovò davanti un Max coi capelli pettinati in qualche modo e tutti gli abiti stropicciati, oltre che un'espressione tanto stanca da far paura.

E chiuse la porta a chiave, Brad, la sigillò, anche a costo di mangiarsi la chiave, perché non l'avrebbe mai più lasciato andare. Gli avrebbe perdonato qualsiasi cosa, ma mai e poi mai avrebbe ricommesso lo stesso errore. Anche lui era stato malissimo, cosa credeva Shane? Aveva guardato le stelle ogni notte, i brividi che gl'accarezzavano la pelle, sperando che Max comparisse di fianco a lui e gli gridasse che era più cocciuto di un mulo e si faceva idee sbagliate basandosi solo sul suo punto di vista.

Guardarlo accarezzare Micio, mentre la testuggine gli camminava addosso, era una scena così familiare, così nostalgica... e quando il biondo si voltò, giusto per dirgli che avrebbe portato via tutte le sue cose, buttò al vento tutte le preoccupazioni, la rabbia, la tristezza, e lo baciò, assaporando le sue labbra morbide e il suo sapore dolce, che tanto gli era mancato in quelle settimane.

Si staccò da lui solo quando non ebbe più fiato, alzandolo di peso e trascinandolo di sopra, per poi lasciarlo sul loro letto, ancora sfatto e che stava lentamente perdendo il suo profumo, quello stesso letto dove avevano fatto l'amore tante volte e dove ancora lo voleva fare, perché lo amava troppo per perderlo così.

E mentre si spogliava e gli sfilava i vestiti sciupati non poté non notare quanto fosse dimagrito nelle ultime settimane, diventando ancora più fragile e sottile. Non poteva credere che tutto ciò fosse colpa sua, anche se era così. E si sentiva un idiota ad aver creduto che Max se la facesse con un altro, perché sapeva benissimo quanto l'amasse e che per lui avrebbe dato la sua stessa vita, se ce ne fosse stato bisogno.

Eppure era maledettamente insicuro ed era crollato, ferendo se stesso e l'amato. Ma non sarebbe capitato mai più, si ripeté, lasciandogli tanti baci mescolati alle lacrime lungo il collo e il petto e sulle gambe affusolate.

Così lo baciò, ancora e ancora, mentre il biondo si aggrappava a lui e gli graffiava la schiena senza curarsi di fargli più male degli artigli di Micio, gemendo piano con gli occhi colmi di lacrime e passione.

E quasi Brad sospirò di sollievo quando entrò in Max, con dolcezza, facendolo inarcare sotto di lui e chiamare il suo nome in un sussurro soffocato. Ne seguì poi la prima spinta, seguita da un'altra e un'altra ancora, e fare l'amore non gli sembrò tanto bello come in quel momento.

Ad amplesso concluso però, arrivò il momento di chiarire o mettere la parola fine una volta per tutte.

- Mi ha detto Shane che avete discusso... - iniziò Maxwell, guardingo, gli occhi nocciola puntati sul soffitto.

- Sì. E mi ha detto che ti sentiva singhiozzare tutte le notti... - replicò Brad, zittendosi immediatamente. Non era ciò che voleva dire.

- Ma ora sono qui, no? - borbottò il biondo, quasi fra sé e sé.

- Mi dispiace - disse Brad a voce talmente bassa che di fianco a lui Max si chiese se l'avesse detto realmente o se fosse stata solo la sua immaginazione.

- E di cosa? - bisbigliò con lo stesso tono, seguito da una lunga pausa di silenzio.

- Di averti fatto soffrire... e di essere un cretino. Salto sempre a conclusioni errate basandomi solo sul mio punto di vista, eh? - e rise amaramente fra sé. Max voltò il capo nella sua direzione e lo fissò intensamente.

- Non c'è mai stato niente fra me e Robert, come fra me e Shane. Non c'è mai stato nulla di nulla con nessuno a parte te - mormorò il biondo, allungando un braccio verso l'alto e poi appoggiandolo sopra il capo. Stavolta fu Brad a guardarlo, nel profondo stupito.

- Che c'è? Ti amo, Brad. Non puoi liberarti di me neanche sbattendomi fuori di casa, dunque arrenditi. Arrenditi, perché dovrai aspettare la mia dipartita per non avermi più fra i piedi - sentenziò, ricambiando il suo sguardo con un'espressione seria ma rilassata.

- Max... - iniziò il giovane bibliotecario, poi scoppiò a piangere e gli si avvicinò.

- Ti amo anch'io, Maxwell! Mi sei mancato così tanto... così tanto... e pure a Micio... e a Rab... e-e mi dispiace di essere stato poco fiducioso nei tuoi confronti... mi dispiace... tantissimo... - singhiozzò, mentre Max gli carezzava il capo con dolcezza.

- Anche a me sei mancato, testone - mormorò il biondo, lasciandogli un bacio fra i capelli e stringendolo a sé.

E mentre loro facevano pace, da qualche altra parte un ragazzo castano e uno moro mettevano fine al 'periodo in bianco' e si godevano finalmente il loro momento di intimità, ringraziando il cielo che l'amore vinca ogni cosa.

Il dolce battito dei nostri cuoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora