~ Eyes of Wolf
La voce del professore giungeva alle loro orecchie come un sottile brusio, un suono di sottofondo tanto lieve da far assopire gli allievi. Chase però era attentissimo, o meglio, concentrato su qualcun altro. La sua mano, sotto il banco, stringeva quella del fidanzato seduto accanto a lui, accarezzandola con dolcezza, e altrettanto dolce era il sorriso che gli rivolgeva da tutta la mattina.
Sinceramente non gl'importava affatto di cosa pensassero gli altri, e nemmeno a Shane. Quasi tutti, o comunque quelli che bastavano, sapevano che stavano insieme ed era abbastanza. E delle parole di quei pochi che s'ostinavano ad accanirsi contro di loro se ne lavava mani e piedi; non sarebbero stati certo quattro poveri stupidi a farlo deprimere perché non li accettavano.
E ancora una volta, beandosi della vista fuori dalla finestra, il sole gli sorrise, sfavillante.
- Scusate, piccioncini, mi dispiace interrompere la vostra luna di miele... ma siamo ancora a lezione, e mi piacerebbe avere anche la vostra attenzione! - tuonò il professore, con un tono a metà fra il sarcastico e il furioso, fulminandoli con lo sguardo. Chase e Shane sobbalzarono sulla sedia come colpiti da un fulmine, arrossendo e farfugliando scuse incomprensibili; le loro mani rimasero però intrecciate.
~~~
L'aria era pesante, una piacevole frescura penetrava solo da una finestra sul soffitto della palestra. Chase sbuffò, spostandosi la ciocca violetta e ribelle dagli occhi porpora e tornando a posare lo sguardo sul fidanzato.
Se la maggior parte della classe adorava educazione fisica, in particolare le ragazze e non certo per il fare movimento, lui proprio aveva svariati motivi per detestarla. Primo punto della lista, apprezzava solo il basket e disdegnava ogni altro sport; secondo, non si definiva né uno sportivo né sedentario, si teneva in forma quando ne aveva l'occasione, e con pratiche molto più piacevoli di corse e compagnia bella... terzo e più importante, detestava quella non-materia a causa delle ragazze urlanti e dei maschi che si dichiaravano assolutamente attratti da esse, ma cui buttavano comunque un'occhiata interessata al SUO Shane.
Detestava sentirsi così stupidamente geloso, ma non ci poteva fare nulla: il cuore s'attizzava immediatamente quando sentiva quelle fastidiose ragazze prodursi in urletti eccitati non appena scorgevano Shane, perennemente con una maglietta troppo stretta di almeno una taglia a sottolineargli i muscoli, parecchio più sviluppati rispetto a un paio d'anni prima.
Anni. Stavano già insieme da anni, quasi tre e, anche se per molti non erano parecchi, a loro sembrava una vita.
E s'infiammava ancor di più nello spogliatoio o in doccia, osservando con sguardo omicida i propri compagni assolutamente interessati alle femmine ma che non potevano fare a meno di lanciare occhiate cariche d'apprezzamento al corpo flessuoso di Shane. Lo faceva arrabbiare non poco, perché solo lui aveva il permesso di fissarlo mentre si sfilava la maglietta, accarezzando con lo sguardo il petto che cospargeva di baci e morsi, oppure in doccia scivolare lentamente con gli occhi lungo la sua schiena, i muscoli che si flettevano con qualcosa di straordinariamente magico e le gocce d'acqua a decorargli come tocchi d'argento la pelle bollente.
Anche in quel momento, in panchina, non poteva fare a meno d'ammirarlo, mentre si asciugava il sudore dalla fronte con il polsino che portava sempre e scostava i capelli castani appiccicati alle tempie.
- Non te lo mangiare con gli occhi - scherzò un suo compagno, dandogli di gomito, e il moro avrebbe voluto volentieri spezzarglielo, il gomito. Ma si limitò a sbattere le palpebre scocciatamente e tornò a fissare il fidanzato, che nel frattempo aveva ripreso a giocare e stava palleggiando con tutta la tranquillità del mondo, gli occhi dorati puntati attentamente sul canestro e nella mente già una strategia che avrebbe portato la sua squadra alla vittoria.
Quando il professore fischiò la fine della partita, con ovviamente vincitrice la squadra capeggiata dal castano, Shane e l'avversario si strinsero educatamente la mano, abbozzando poi un abbraccio con un unico braccio e una pacca sulla schiena. Chase digrignò i denti.
Poco dopo, in doccia, erano rimasti solo loro, immersi in un silenzio che a primo impatto appariva tranquillo, ma sotto sotto era carico di inquietudine e tensione.
- Qualcosa non va? Chase? - domandò Shane, chiudendo il rubinetto e voltandosi verso il fidanzato che, cupo in viso, lo imitò, continuando però a non rivolgergli la parola.
- Chase? - riprovò dubbioso il castano, poggiandogli timidamente una mano sulla spalla. Si ritrovò ben presto contro il muro, le labbra impegnate in una feroce lotta di sopravvivenza contro quelle di Chase, il quale sembrava volergliele mangiare, lui compreso.
E Chase se lo sarebbe 'mangiato' più che volentieri, anche lì in doccia, ma era qualcosa d'abbastanza maleducato, a suo parere. Così si limitò a baciarlo come fosse una questione di vita o di morte, dandogli giusto pochi secondi per recuperare il fiato e tornando immediatamente a posare le labbra sulle sue.
~~~
Minuti o ore più tardi, poco importava, erano finalmente a casa.
- Mi spieghi che ti è preso, a scuola? - chiese Shane, esausto fino alle ossa e lievemente perplesso.
- Che mi è preso? Ti metti ad abbracciare chiunque? Non basto più? - e incrociò le braccia al petto, offeso. Per poco il fidanzato non scoppiò a ridere, e a metà tra il serio e il faceto disse:
- Tutto qui?
Il moro gli scoccò un'occhiata di traverso.
- Tutto qui - ripeté, con una punta di sarcasmo nella voce. Era un problema di dimensioni epiche, non un 'tutto qui'!
- Chase... - iniziò Shane, poi sbuffò e scosse la testa, prima di chinarsi su di lui e lasciargli un dolcissimo bacio sulle labbra.
- Ti amo, testone. E lo sai - disse dopo, arruffandogli con leggerezza i capelli. Chase lo guardò contrariato.
- Non mi piace come ti guardano gli altri - ammise a denti stretti, scostando gli occhi porpora dai suoi.
- Perché? Come mi guardano gli altri? - quasi rise Shane, strofinandogli il naso freddo sulle guance e mordicchiandogli un orecchio.
- Con interesse. E tu, tu sei mio - borbottò imbarazzato il moro, attirandolo ulteriormente su di sé. Shane sorrise.
- Verrà mai il giorno in cui non mi ridurrai a un budino con le gambe di gelatina? - domandò, retoricamente s'intende, e Chase lo baciò ancora una volta.
- Quando verrà il giorno in cui ti guarderò e il mio cuore smetterà di battere, perché il tuo già l'avrà fatto - mormorò dolcemente in risposta, certo che nemmeno l'eternità li avrebbe separati.
STAI LEGGENDO
Il dolce battito dei nostri cuori
ContoBreve raccolta di one-shots a rating variabile, principalmente incentrate su BradxMax e ChasexShane.