CAPITOLO XXII.

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STRUTTURA SHUTOKU

Nella stanza regnava il silenzio, si potevano sentire solo i respiri dei due ragazzi, ancora intenti a fissarsi.

- Staccati, Takao- disse Shintaro, che stava cercando di non fare caso al battito accelerato del suo cuore.

- Non dobbiamo aumentare la nostra vicinanza?- commentó Kazunari.

Quel giorno, si era sentito in colpa per non essere riuscito a portare a termine il suo compito; ma gli era stata data un'altra chance, anzi, gli era stata data l'opportunità per mostrare ancora di più quanto valesse.

E non solo per mostrarlo a Midorima, ma anche per mostrarlo insieme a lui.

Se voleva che funzionasse, aveva bisogno di liberarsi di tutti i pensieri che da tempo avevano affollato la sua mente: era il momento di buttare fuori tutto.

Dopo quella sera, in un modo o nell'altro, le cose sarebbero cambiate.

- Takao, non mi piacciono le cose lasciate a metà- affermò Shintaro.

- Cosa intendi?- chiese Takao, leggermente confuso.

- Se devi dire qualcosa, o se devi fare qualcosa, fallo e basta- ordinó Shintaro.

Perché l'aveva detto? Così era praticamente come invitarlo ad agire.

Perché lo stava lasciando fare? Perché non lo allontanava, come faceva sempre con qualsiasi sentimento superfluo?

Perché non era riuscito ad allontanare quel ragazzo? Come aveva fatto quel sorriso a insinuarsi in quel modo nella sua mente?

Non sapeva spiegarselo.

Era quasi l'opposto di quello che era successo con Akashi: con lui era partito da una sincera ammirazione, dalla voglia di capire di più di quel ragazzo che sembrava andare oltre ogni sua comprensione, di capire cosa nascondesse dietro quella maschera di sicurezze.

Con Takao era stato l'opposto: aveva avuto chiaro fin da subito l'obiettivo del moro, era riuscito a capire in un attimo come fosse fatto, come combattere al meglio con lui, che rapporto avere.

Invece che dei sentimenti nascosti, si era ritrovato vittima di sentimenti sinceri detti con un sorriso e una determinazione che Midorima neanche volendo avrebbe potuto ignorare.

E che ormai l'avevano completamente catturato.

Takao non osò rifiutare quell'invito; afferrò la maglietta del verde, tirandolo leggermente verso di lui e unendo le loro labbra.

Midorima cercó di placare il suo conflitto interiore, di quella parte di lui che faticava ad abbandonarsi ai sentimenti e che gli diceva di andarsene al più presto da quel ragazzo che si era insinuato sin troppo facilmente nella sua vita.

Eppure, sapeva bene che non poteva farlo.

Sapeva bene che quel ragazzo ormai si era piantato al suo fianco, e che neanche volendo avrebbe potuto mandarlo via; era indispensabile nelle battaglie, così come ormai era abituato ad averlo intorno, a farsi portare i portafortuna da lui, ad averlo a fargli compagnia quando mangiava o quando diceva di voler stare solo.

Non avrebbe potuto rinunciare a lui, per cui tanto valeva dare sfogo a quei sentimenti.

Afferrò a sua volta la maglietta del moro, tirandolo di più verso di sé e approfondendo il bacio.

Takao ne rimase per un attimo sorpreso: aveva quasi temuto che Midorima lo avrebbe respinto; dopotutto, quel ragazzo era abbastanza imprevedibile quando si trattava di sentimenti.

KUROKO NO ARMYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora