CAPITOLO XIV.

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STRUTTURA SEIRIN

Kuroko lanció il coltello, che finì dritto nella mano di Kagami, e fu utilizzato per riuscire a eliminare Koganei.

- Cavolo, mi ha fregato di nuovo!- si lamentó Shinji.

- Kuroko, Kagami, la vostra intesa sta proprio migliorando- commentó Riko, mentre il gruppo raggiungeva i tre ragazzi.

- Grazie- rispose Taiga, con un piccolo sorriso in volto.

Anche Kuroko sorrise: si sentiva decisamente meglio rispetto a quando era arrivato.

Stava riuscendo a sincronizzarsi bene sia con Kagami che con gli altri; ancora sapeva di non essere abbastanza forte, ma poteva diventarlo.

- Bene, fate pure una pausa- disse Riko.

- Finalmente, stavo morendo- sospiró Junpei, sedendosi per terra.

- Riko sta proprio aumentando la dose di allenamenti eh?- commentó Shun, sedendosi di fianco a lui.

- Già... Vedere quanto sono forti Kagami e Kuroko le ha fatto venire voglia di trasformare anche noi in mostri- borbottò Junpei.

Izuki rise leggermente.

- Però è vero... Che sono davvero bravi- affermò, guardando verso i due ragazzi, che stavano tranquillamente parlando seduti su una panchina.

- Dovresti cercare di non guardarmi quando ti lancio le cose, Kagami-kun; il nemico potrebbe accorgersene- commentó Tetsuya.

- Sai, è difficile non fare caso a un tipo che ti sta lanciando un coltello- borbottò Taiga.

- Fidati di più di me- gli disse Tetsuya.

- Non è una questione di fiducia, è istinto di sopravvivenza!- sbuffò Taiga.

Kuroko lo fissò, e come accadeva spesso, Kagami non riuscí a decifrare cosa gli passasse per la testa; capí però di aver perso la discussione.

- E va bene, proverò a non guardarti- borbottò.

Kuroko sorrise.

- Grazie, Kagami-kun- disse.

Tra i due ragazzi si era instaurato uno strano rapporto in quel periodo.

La notte Kuroko finiva sempre in camera di Kagami; i due parlavano del passato, chi se la sentiva diceva qualcosa, e l'altro spesso non rispondeva.

Discorsi un po' sconclusionati, spesso non collegati tra loro, che raramente volevano una risposta: avevano solo bisogno di sapere che c'era qualcuno con cui potessero parlare.

E l'avevano.

Quando conversavano durante il giorno spesso erano in disaccordo, Kagami si scaldava facilmente e Kuroko non era il migliore a capire le situazioni.

Ma quando arrivava la notte, era come se i loro animi decidessero di sincronizzarsi sullo stesso bisogno, e i due ragazzi non potevano che ringraziarli perché in quel modo potevano stare un po' meglio.

Ancora Kuroko non si era abituato completamente a quelle armi ma... Adesso stava riuscendo ad allenarsi almeno.

- Kuroko- Riko andò velocemente verso di lui, con gli occhi sbarrati - qualcuno vuole vederti- affermò.

Kuroko aggrottó la fronte.

- Chi?-.

- Ecco...-.

- Kurokocchi!-.

Kuroko osservò la figura bionda appena comparsa alle spalle dell'allenatrice.

- Kise-kun?- chiese, sorpreso, alzandosi - cosa ci fai qui?-.

KUROKO NO ARMYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora