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Isabella Maria Marconi.
Verso il Borgo del Nord.

Sono in macchina con Andrea.
L'aria viziata, mi fa premere il pulsante del finestrino per far entrare la brezza notturna, ma il vetro comincia a chiudersi e Andrea sospira non appena mi giro a guardarlo.

<<Perché l'hai chiuso.>> sono già tesa come una corda di violino adesso mi viene tolta anche la possibilità di respirare per calmare il cervello e soprattutto il cuore.

<<Non voglio che ti prenda un raffreddore.>>

Adesso si preoccupa pure?

<<Un raffreddore? >>

Continua a guidare e a stringere il volante con troppa forza le sue nocche bianche confermano che è arrabbiato ma improvvisamente il vetro è di nuovo aperto e io torno a respirare.

<< Se ti senti male dopo non prendertela con me.>> dice cupo e freddo.

Nessuno si è mai ammalato per la brezza notturna.

<<Dove stiamo andando? >>

Sono stanca del silenzio e voglio sentire la sua voce.

<<Nel mio appartamento. >>

Nel suo appartamento?

Credevo andassimo alla villa dove vivono tutti elementi della sua famiglia e non in un posto suo.

<<Che c'è non parli più ora? >> chiede con un ghigno.

<<Credevo che andassimo alla villa dove si trova tutta la tua famiglia. >>

Si gira a guardarmi sorpreso e torna a guardare la strada.

<<No. Stasera saremo solo io e te.>>

Ho paura e se volesse fare certe cose, io non so niente e lui non mi ha ancora sposata e certe cose non si fanno prima del tempo.

<<Sei pallida. Hai paura? >>

Si che ho paura!

Non posso darti soddisfazione proprio adesso.

<<No.>>

<<Invece scommetto di sì. >> ribatte alza un dito per zittirmi <<Non farò niente ancora.. Voglio conoscerti. >>

Se dice così non dovrei temere nulla.
Se fosse un inganno da parte sua?
Conosco gli uomini come lui, sono abituati ad avere tutto e subito e se non sei all'altezza ti mandano a prostituirti per guadagnarci sopra proprio come la mia amica che ha avuto una sorte peggiore della morte stessa.

<<Sarai mia moglie. Devo conoscerti.>>

Mi parla come se fosse obbligato a farlo non perché lo vuole, questo mi fa rabbia.

<<Allora credo che andrò a letto. Non appena saremo in casa. >>






Andrea Alessandro Van Necker.
Nella mia auto, diretto a casa. Borgo del Nord.

Andrà a letto non appena giunti a casa.

Credo proprio di no.

Non ho mai portato nessuno nel mio attico, Isabella non ha idea che è da tempo che la tenevo sotto controllo perché sapevo che un giorno sarei andato a prendermela con le buone o cattive.

Questa piccola donna accanto a me è molto forte quanto spaventata e indifesa.

Non appena da soli in auto ha avuto il coraggio di abbassare il finestrino per prendere aria vista sua la ansia e il leggero tremore della mano non appena a ha premuto il bottone del finestrino dell'auto.

Non le piace il silenzio e a me non mi piace essere contraddetto o preso in giro.

Il suo panico quando le riferito che saremo stati soli per conoscerci ha avuto la meglio.

So cosa pensava..

Che mi sarei buttato addosso a lei e l'avrei scopata così forte da farla svenire nel mio letto.

Accadrà ma non oggi è neanche domani voglio provocarla così tanto che quando sarà il momento si aprirà completamente a me.

La strada è buia, senza lampioni e svolto su quella sterrata la piccola ribelle sobbalza dal sedile, tanto da aprire di nuovo la sua boccuccia rosa.

<<Dove abiti? >>

Non in centro vorrei rispondere, resto zitto e continuo a guidare vederla ancora più agitata mi diverte e quando scorgo il cancello premo il telecomando per far sì che apra.

<<Questa è casa tua. >>

Afferma sorridendo nervosamente.

<<Si non vivo con la marmaglia. >>

Spero che capisca il grado pericolo che corre stando in mia presenza. Di certo non l'avrei data in pasto almeno non subito a mia madre.

La donna più pericolosa e disturbata che abbia mai conosciuto e quel suo maledetto difetto l'ho ereditato proprio io.

Manie di persecuzione o oppressione altro ancora.

Quando ho visto Isabella in quel campo di fiori nel bosco ho capito che doveva essere mia.

Le faccio cenno di scendere dall'auto.

E avvicinandomi compio un gesto inusuale che non passa inosservato agli occhi dei miei soldati, la prendo per mano per condurla in casa.

Infatti non vivo in un attico ma in una villa tutta mia. E nessuna persona del sesso opposto ha avuto l'onore di metterci piede.

Lei è la prima donna ad avere questo privilegio.



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