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Andrea Alessandro Van Necker.
Consiglio del Borgo dei desideri, Castello Van Necker.

Una nube nera aveva oscurato la sala dove in questo momento si stava svolgendo il consiglio.

Addirittura il sindaco del Borgo presenzia a questa adunanza così urgente.

Il fatto è chiaro.

Due eredi non possono esistere in questo mondo che sappiamo benissimo è totalmente diverso da quello normale.

Mia figlia è già erede al trono.

Il figlio di Gabriel non può essere anche uno degli eredi al trono, il primo punto a mio sfavore è che suo figlio è un maschio.

La maggior parte di loro sarebbero a favore di un unione fra mia figlia e il figlio di quel maledetto non ancora nato.

Aberro l'idea che Stella possa essere la nuora di quel maledetto.

Tutto questo disastro è stato causato da mia madre del suo maledetto amante che gongola sulla sedia in fondo alla tavola.

<<O tutti accettano me come loro sovrano o altrimenti sarò costretto a compiere una strage.>>

Sia i Bianchi che Rossospina devono sottomersi a me.

Solo le nuove generazioni.

<<No, mio figlio non intende sottomersi a te che sei suo fratello.>>

Dannazione questo proprio non ci voleva.

Un chiacchiericcio di sottofondo si alza sempre di più gli sguardi degli altri vagono fra me  e Gabriel che rilassato sulla sedia fa vagare lo sguardo verso di me.

<<Lui non è un Van Necker.>> mio padre lo odia quanto me è lui il motivo per cui non riesce a guardare a pieno sua moglie.

<<I Rossospina devono scegliere al più presto i cittadini del borgo hanno già votato i loro sovrani anni fa. I Van Necker regnano qui da un tempo molto lungo con pace e prosperità.

Come sindaco ho il dovere di fare chiarezza in merito a questo punto.

I Bianchi hanno accettato la supremazia del sovrano e Rossospina dovrà fare lo stesso altrimenti potrebbe scoppiare una rivolta interna.>>

Più chiaro di così, non poteva spiegarsi.

I Bianchi hanno già accettato da tempo me e il mio consiglio governativo.

<<I Rossospina non si piegano al dominio di un mostro. Il nostro villaggio ha pagato con le donne il prezzo della loro ricchezza.>>

<<Mi stai dicendo che vuoi fare la guerra a me?>>

Sapevo che mirava al potere e mia moglie nella sua immaginazione sarebbe stata la sua regina.

<<Sarebbe stata lei, la mia regina.>>

Non mi sono mai sbagliato su di lui.

<<La regina sarà esiliata
al cerchio nero.>>

<<No!>>

<<Hai creato l'infame,
pagane le conseguenze.>>

Non credevo che un uomo come lui avesse il coraggio di esiliare la moglie nel peggior posto del borgo.

<<Andrea!>>

Siamo in guerra, la colpa è solo sua.

Gli uomini abbassano gli sguardi con lentezza si alzano dalle rispettive sedute per uscire fuori dalla sala.

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