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Isabella Maria Van Necker, Castello Van Necker Borgo dei desideri.

La piccola dorme serena, quando da fuori provengono rumori di lotta.

Mi affaccio alla grande finestra della camera, non mi piace ciò che vedo Andrea e Gabriel che si stanno quasi ammazzando a vicenda per i nostri figli.

Gli ibridi non possono esistere in questa società, né sono consapevole ma non possono uccidersi.

Di regola non posso dire la mia, non posso vedere quei due che si procurano dolore a vicenda però.

Non posso lasciare Stella da sola incustodita, dovrò farlo anche se è molto rischioso e del tutto folle.

Prendo la piccola che dorme profondamente e la stringo al petto, con molta calma esco dalla stanza.

Più mi avvicino, più sento le spade scontrarsi.

<<Che pensi eh? Lei è mia.>>

Dice Gabriel, ferendo di striscio Andrea.

<<NO!>>

Le due spade cadono dalle mani di entrambi quando mi vedono con la bimba in braccio.

Andrea si avvicina a me, con fare protettivo e getta lo sguardo da me a Stella.

<<Basta, per favore.>> gli dico, avvicinandomi a lui, è ferito al braccio.

<<Ritorna dentro!>> ordina, non azzardo a muovermi per rientrare a casa.

<<Per favore, Bella ritorna in casa.>>

Scuoto la testa.

<<Tregua per stasera.>> ordino a tutti i presenti, testimoni del duello.

Non voglio perdere mio marito.

<<La regina ha parlato. Tutti in casa, la tregua durerà otto giorni. La donna verrà restituita e il combattimento riprenderà nella terra di nessuno.>>

Non ho capito cosa intende per terra di nessuno, almeno Andrea ora è accanto a me sudato e sporco di sangue.

Da quando lo conosco che è sempre sporco di sangue e sono stufa.

<<Mia regina.>> dice sorridendo malizioso.

Stronzo!

Ah, ci hai preso gusto a parlarmi nella testa.

Sono tua moglie e faccio quello che voglio!

Se Stella si fosse svegliata avrebbe sentito tutto il fracasso che stavate facendo in giardino.

Vuoi sistemare tutto?

Trova un modo pacifico.

Non puoi sapere, come cresceranno entrambi i nostri figli.

Abberro l'idea del matrimonio fra loro.

Lo stupore di tutta la famiglia nel vedermi uguale a loro è impagabile, ancora più strano e il modo in cui guardano mia figlia addormentata.

I loro occhi rossi, mi dicono che è meglio sparire da loro, non mi fermo nel corridoio che apre al salone privato della famiglia.

Ritorno in camera seguita da Andrea che debole si appoggia a me con un braccio sulla mia spalla.

<<Non mi sono ancora ripreso del tutto dalla mia prigionia e poi stavo male per il tuo rifiuto a New York.>>

Avevo e ho ancora le mie motivazioni per cui non ho deciso di spingermi oltre con lui.

Non andrò oltre, finché tutto questo non sarà finito. Odio la luna rossa e il cielo completamente scuro.

<<Ed io che volevo mostrare a Stella le  rose nel labirinto in giardino.>>

Con queste mie parole lui, scoppia a ridere non appena entriamo in camera, Andrea va diritto nel bagno come giusti che sia.

Che pensava che uccidendo il fratello e prendendo in ostaggio sua moglie abbia vinto la guerra.

Vuole una soluzione, io e Stella nel mondo reale e lui se vorrà seguirmi e bene se no il nostro matrimonio sarà finito per sempre.

<<Non pensarci neanche.>>

L'unico modo per concludere questo casino è questo.

Quando metto Stella sul letto apre gli occhi e sorride emettendo dolci versi da piccola neonata.

Andrea esce dal bagno con un solo asciuganmi che gli avvolge l'intimità lanciandomi sguardi di fuoco.

Però sono troppo impegnata a guardare questo esserino e il suo dono magico per curarmi di lui.

Con un pantolocino addosso, ci raggiunge a letto.

Comicinado a parlare con la bambina accarezzandole la testina lasciandole piccoli baci sul nasino.

Decido di alzarmi per andare a rinfrescarmi un po'.

<<Dove vai?>>

Indico il bagno, ma prima prendo alcuni vestiti dalla valigia che non ho disfatto a causa del mio re in guerra.

Andrea Alessandro Van Necker, Castello Van Necker Borgo dei desideri.

È uscita fuori a fermare tutto.

A bloccarmi nel momento in cui avevo il mio vantaggio di lui, la lama stavo per conficcarla nel suo cuore.

Tutto questo sarebbe finito, il sole sarebbe tornato a splendere e la luna rossa ci avrebbe lasciato in pace.

Ora per otto giorni, la tregua sarà disputata nella terra di nessuno, dove i miei antenati prima di hanno combattuto e vinto per dominare il tempo e il male degli uomini.

Ormai il piano è fallito.

L'altro invece non fallirà, Sami è ancora nostra prigioniera e se mia moglie non vuole uno scontro dovrà accettare che sia Sami e Gabriel lascino il Borgo dei desideri.

La piccola che cerca di mettersi in piedi sul mio petto, ha altro in mente con un sorrisetto furbo cerca di tendere i piedini sul mio stomaco di alzarsi con le manine all'insù, ovviamente la mantengo con le mani dietro la schiena.

Non ha neanche un mese o due, già vuole essere grande.

Intanto le lascio fare ciò che vuole sul mio corpo dal tirarmi i capelli a sbarvarmi  le guance al cercare di mettersi in piedi. Però come vede la mamma uscire dal bagno scoppia incredibilmente a piangere, poggiando la testa sul mio petto con le dita comincia a stringermi il capezzolo destro.

<<Amore.>>

Strilla, senza darsi una calmata quando vede che non esce il latte da quel punto.

Mi giro verso Bella che indossa solo un misero slip nero, queste due saranno e sono la mia rovina.

Ora sono eccitato con mia figlia in braccio che strepita perché ha fame e stringe ancor di più quel punto dove non esce il latte materno.

Bella, la prende fra le braccia, e Stella si attacca alla sua fonte di cibo e quando comincia a succhiare il latte fa dei versetti di puro gradimento.

Adora, gli piace ciò che beve.

<<Visto è bella e cara. Quando ha fame però non vuole sentire scuse.>> dice togliendole le lascime dagli occhi, calmi e tranquilli ora.

<<Non credevo che i notati fossero così..>>

Èd vero, Davide non piangeva mai nemmeno quando aveva fame o si face a male.

<<Allora vuol dire che uno di noi due non era così tollerante da aspettare l'ora della pappa. Io non ero come mia figlia e secondo me lei ha il tuo carattere.>>

Non mi ricordo, può essere che sia vero.

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