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18:00

Gail Roots, attico Van Necker, fra la quinta e madison avenue. New York.

L'infinita giornata di lavoro sta per concludersi, tutti gli inservienti balbettano questa frase.

Stanchi e non vedendo l'ora di tornare a casa o uscire come qualcuno che ha programmi poco raffinati.

Da questa mattina ho notato cose molto strane...

Bella faceva fatica ad alzarsi dal letto si teneva la pancia per non cadere in avanti.

Ho chiamato il medico, per farla visitare vista ormai la sua pancia che le impedisce di muoversi correttamente.

Sdraita sul tavolo operatorio, Lori sta facendo un incantesimo per farla rilassare.

Gli strumenti sono un carrello messi in fila ed ora dobbiamo solo aspettare.

<<Governante, che succede?>>

Ed ecco il signor Andrea che meno di due giorni fa, sembrava in fin di vita.

Poi gli ripetuto tante volte che mi chiamo Gail.

<<Lori sta controllando la bambina e sua moglie sta per partorire il medico ha detto così.>> ripeto seria e razionale.

Devo mantenere la calma perché qui fra poco scoppierà il terremoto.

Andrea è molto agitato e anche Davide che resta sempre al fianco del fratello.

Qualcuno mi faccia scomparire!

<<Gail corri!>> lo sapevo, che mi sarei dovuta improvvisare allevatrice.

Cazzo non sto più nemmeno nel 1860.

Okay, calma.

Isabella Maria Van Necker, fra la quinta e madison avenue. New York.

Non avrei mai immaginato che potesse fare così male.

Quella sensazione viscida in mezzo alle gambe, all'inizio piacevole e umida finendo con il spaccarti a due.

Mi sto allargando, il medico sta  monitorando il travaglio.

<<Deve dilatarsi ancora di più per un parto naturale, Lori.>> la strega qui comincia con il suo rosario.

<<LORI CHE DIAVOLO FAI!>> urlo per cacciare via il dolore.

Il bruciore mi attraversa il corpo ormai non riesco più a controllare il mio corpo.

Andrea Alessandro Van Necker, fra la quinta e madison avenue. New York.

È passata mezz'ora, ancora niente Bella grida da più di trenta minuti.

Mi hanno spinto fuori dalla camera, sono qui fuori con Davide che preoccupato mi guarda.

Di solito in questi momenti scherza per allentare la tensione.

Con queste urla disumane è difficile riderci sopra.

<<Andrea!>>

Bella mi chiama gridando ed io mi catapulto dentro la stanza del dolore.

Porca miseria!

Si sta contorcendo tutta sul tavolo.

<<Che cavolo combini dottore?!>> quando mi avvicino a Bella.

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