◇26. Mamma non ho perso l'aereo, ma sono disperato!◇

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BAKUGO POV

È mattina e la mia voglia di svegliarmi è più bassa di mia madre.

Devo tornare a casa oggi, l'aereo, ma soprattutto quella strega di mia madre, mi aspetta.

Apro un occhio e alzo appena la testa, così da vedere che ora fosse dall'orologio appeso al muro.

«06:12», il mio volo è alle otto

Sospiro e guardo il rosso vicino a me con aria abbastanza triste.

Dorme ancora tranquillamente, ignaro di ciò che provo, quando si sveglierà sarà anche più giù di morale di me.

Mi siedo più piano possibile per non fare rumore e porto le mie gambe al petto, abbracciandole e poggiando poi il mento sulle ginocchia.

Guardo tutta la sua stanza rimembrando tutti i momenti passati qua, anche se per una sola settimana mi sembra di aver vissuto qui per anni.

Una lacrima non fa a meno di scendere, ma l'asciugo prima che diventi un pianto.

Cerco di sorridere un minimo e non pensare a tutte le cose da fare, magari mi distraggo.

Quando però sento le sue braccia stringersi sulla mia gamba, non riesco a trattenere le lacrime e sono costretto a cadere in un silenzioso pianto.

Mi mordo il labbro per sopprimere il più possibile i singhiozzi, conficcando anche le unghie e stringendo saldamente le mie braccia.

Percepisco una sua mano iniziare ad accarezzarmi la coscia, l'ho svegliato mi sa.

Volto lo sguardo di lato e vedo i suoi occhi, anche se pieni di sonno, guardarmi.

Distolgo subito quel contatto visivo e trattengo una nuova crisi di pianto.

Il rosso si mette seduto al mio fianco e le sue braccia mi circondano il corpo, facendomi sentire al sicuro.

Mi stringo subito a lui e così mi prende in braccio, mettendosi poi in piedi.

Mi porta in bagno e mi lascia libertà di preparami, nel mentre lui avrebbe sistemato la mia valigia.

Appena chiude la porta, un lungo sospiro esce dalle mie labbra e mi tocca cambiarmi velocemente.

Quindi, dopo aver preso il testosterone, aver appiattito il mio petto, essermi pettinato e cambiato, raccolgo tutte le mie cose dal bagno.

Esco dalla stanza e torno in camera, trovando Kirishima che piega meglio che può i miei vestiti.

Sorrido leggermente e mi avvicino, così da poter mettere gli oggetti raccattati nel bagaglio.

Mi guarda con aria un po' preoccupata, ma non capisco il perché.

"Perché quella faccia?" domando cercando di non far tremare la mia voce.

Fa per rispondere, ma solo un sospiro riesce ad uscire.

"So che sei triste, lo sono anche io... Ma questa settimana è passata troppo velocemente, quando potremmo rivederci?"

Mugolo e inserisco gli oggetti e vestiti nella valigia, pensando a una risposta che non possa farlo diventare ancora più triste.

"Non lo sai, vero? Nemmeno io" cerca di scherzare.

Ridacchio appena e chiudo il bagaglio ormai pronto.

Mi porge la mano e, afferrandola, mi metto in piedi.

Andiamo verso la porta di casa e mi aiuta a indossare il giaccone, così che non patissi il freddo invernale.

Stringo il pugno sul manico della valigia e, dopo che mi ha aperto la porta, esco assieme a lui.

Pixel lovely dreams {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora