LA CONSEGNA DEI DIPLOMI

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NICOLE

Soffrire per amore è un rito di passaggio, un destino che prima o poi segna tutti, anche le ragazze o i ragazzi più belli, sexy e affascinanti del mondo. Chi sono io per aver creduto di poter essere risparmiata da tale afflizione?

Ho passato anni al liceo evitando di farmi coinvolgere da nessun ragazzo, mi correggo, dal ragazzo più quotato dal liceo in quanto dannatamente bello ma soprattutto arrogante, pieno di sé, egocentrico e di scarsa etica morale quale Ethan Hans. Ammirarlo da lontano e fantasticare eroticamente su di lui faceva ormai parte della mia routine, il mio interesse per lui iniziava e finiva lì, esattamente come avrebbe dovuto essere.

Lui, il ragazzo più popolare tra i popolari, affermato sexy quarterback del liceo, adorato, anzi oserei dire osannato dalle ragazze da una parte, ed io normale ragazza, per molti insignificante, dall'altra. Così erano le cose e così avrebbero dovuto rimanere.

Mi sono promessa e ripromessa di non illudermi per un'attenzione che suonava troppo strana, invece no, cretina, ci sono cascata. Me la sono cercata, sapevo esattamente a cosa stavo andando incontro, eppure ho voluto seguire il mio cuore e ritrovarmi adesso con un pugno di briciole in mano, eh sì, proprio così, posso percepire il mio cuore spezzato, frantumato nel mio petto, persino il suono del suo battito sembra essere scomparso come un decrescendo di note musicali eseguite con un graduale affievolirsi del suono.

Fuori dalla palestra ho chiamato papà, l'ultima persona che avrei voluto disturbare, e che avrei voluto mi vedesse in quello stato pietoso, ma non abbiamo potuto prendere la Metropolitana, o meglio ci siamo andati, ma mentre aspettavamo su una panchina la nostra corsa, Edo ha riconosciuto la voce di Brian gridare il suo nome e lo ha visto mescolarsi in mezzo ad un gruppo di ragazzi, perciò ci siamo nascosti dietro il muro, per poi scappare nella parte opposta verso l'uscita.

Mi dispiace aver rovinato l'appuntamento di papà, come una bambina capricciosa che vuole attirare attenzione, ma non potevamo rimanere là.

"Che è successo tesoro?"
Mi chiede abbracciandomi e togliendomi un po' di rimmel colato dalle lacrime con in polpastrelli.

"Niente papà. Sto bene ma portami a casa!"

Guarda immediatamente Edo alzando un sopracciglio aspettandosi un chiarimento, ma nemmeno a lui andava di parlarne.

"Martin, eviterei domande stasera!"
"Sì papà, nulla di grave..." mento spudoratamente cercando di trattenere le lacrime ed esagerando un finto sorriso. "...Solo una verità pari ad un pugno nello stomaco."

Per tutto il tragitto non è volata una mosca, papà mi conosce bene, conosce il mio temperamento e se dico no, è no, per almeno una giornata, il tempo di rielaborare la cosa. Il tempo di arrivare a casa e poi l'ho convinto ad uscire per la seconda parte della sua serata galante, scusandomi con Grace sforzandomi di sorridere, ma dentro di me mille domande mi davano il tormento.

Edo non ha voluto saperne di andarsene a casa, è rimasto a consolarmi cercando di non farmi annegare dal fiume di lacrime, ma nemmeno i suoi abbracci e le sue carezze mi facevano sentir meglio. Dopo più di un'ora, è sceso in cucina a prepararmi una buona camomilla rilassante con l'aggiunta di tre goccine di un calmante, che mi ha aiutato a cadere in un sonno tutt'altro che tranquillo. Lui da ottimo amico si è accontentato di dormire sulla poltrona perché il mio letto era sommerso di fazzoletti di carta appallottolati, decisamente poco igienici.

....

Il sole filtra dalla finestra dritto contro lo schermo del mio telefono che ho abbandonato sul letto la notte precedente, leggendo ogni singola cattiveria che i popolari leoni hanno generosamente pensato di attribuirmi.

SCOMMESSA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora