NICOLE NON È LEI

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ETHAN

"È assurdo! La mia vita un'intera finzione!"

Mi allontano da mia madre, o almeno da quella che fino a pochi minuti fa, pensavo lo fosse, non sono arrabbiato con lei, come potrei esserlo, lei mi ha cresciuto, lei mi ha curato le ferite, lei mi ha insegnato il rispetto per il prossimo, lei mi ama ed io amo lei. Sono arrabbiato con mio padre, perché mi ha fatto credere non gli importasse di me quando il suo era solo un modo, seppur contorto, di proteggermi. Se me l'avesse detto, l'avremmo affrontato insieme, non si sarebbe fatto peso del suo dolore, ringrazio e amo ancor di più mia madre, questa che mi ha cresciuto naturalmente, per aver tenuto insieme la nostra famiglia, per averci amato ed essersi fatta amare, da mio padre soprattutto, che senza di lei sarebbe sicuramente crollato. Sono arrabbiato con lui, ma non lo odio. Non lo odiavo prima, quando pensavo preferisse Richard, come potrei adesso?

"Ethan, la tua birra!"

Simon alza il bicchiere indicandomelo, ma non sono in vena di compagnia, scuoto un braccio e cambio direzione. Giro a vuoto, senza meta, ho solo voglia di fumare, cazzo. Non ho le sigarette.

Mi vibra il telefono in tasca, è Brian. Il mio punto di riferimento. Lui è l'unica certezza, lui sta con me da quando l'ho conosciuto alle elementari.

"Ethan... Niki mi ha raccontato tutto. Dove sei? Siamo preoccupati per te!"

"Non ce n'è bisogno. Ho solo bisogno delle mie sigarette!"

"Dove sei? Te le porto."

"Non lo so... vado verso il pontile..."

"Arriviamo."

Niki... se non li avesse invitati qui oggi... non so se essere contento o arrabbiato per questo, ora potrei essere con lei a festeggiare il successo della sua composizione, noi due soli, cazzo le starei togliendo quell'abito che ha torturato tutta sera la mia buona salute mentale e troverei ogni modo possibile per amarla in attesa di poterla fare mia.

Invece, è tutto il giorno che litigo con ... tutti.

Mi appoggio al palo della staccionata e fisso il lago. Ricordo quando da piccolo, mamma e papà ci portavano al lago a pescare, io odiavo farlo, mentre Richard aveva anche quello in comune con papà. Loro avevano tutto in comune ed io? Cazzo! Il sol pensiero che io possa assomigliare a quella donna mi fa rivoltar lo stomaco. Da lei ho preso l'amore per il pianoforte, cos'altro?

"Ethan." Mi chiama Brian, mi volto e Nicole mi corre incontro abbracciandomi. Amo il suo profumo.

"Amore...come stai?"

"Non lo so. Non so cosa pensare, ora so il perché di certi comportamenti di mio padre, ma so anche di avere una madre da qualche parte nel mondo che non mi ha voluto."

"Tieni!"

Brian mi allunga il pacchetto di sigarette e l'accendino, me ne metto una subito in bocca e mi infilo il pacchetto in tasca. Alzo le braccia per accenderne una schivando la testa di Nicole che non accenna a staccarsi dall'abbraccio.

Dò una gran boccata ed espello una nuvola di fumo verso l'alto, per poi baciarle la fronte.

"Tranquilla piccola, sto bene! Devo solo schiarirmi le idee."

"Mi spiace... io...non dovevo invitarli."

"Sarebbe saltato fuori prima o poi, la mia priorità ora sei tu, tu suoni il pianoforte e io lo suono con te."

"Non è un problema?"

Mi chiede titubante.

"No! Non me ne frega un cazzo se la donna che mi ha partorito suona il pianoforte. E non ho intenzione di smettere per colpa sua. Non l'ho fatto per mio padre, figuriamoci per quella. Io non la conosco, e non ho benché voglia di cercarla. È un'estranea e rimarrà tale. Io ce l'ho una madre."

SCOMMESSA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora