SCOMMESSA D'AMORE

NON POSSO ACCETTARLO

NICOLE

Suona il telefono a Edo, siamo in ritardo.
"Sì arriviamo. Un minuto."
"Teso, manchiamo solo noi all'appello. Ci aspettano alla mensa."
"Credevo dovessimo cenare soli."
"Infatti. Ma Ethan ha insistito per ringraziare Dorine..."
"Per cosa? C'è il suo zampino?"

"Metti queste!" Edo mi porge delle bellissime scarpe tacco 12.
"Cosa? Ma siamo in un Campus!!"
"Mettile e basta. Non vorrai andare a festeggiare con Ethan con delle banali sneakers?"
"Ma cosa ti sei portato in quella valigia?" sbotto facendolo ridere.
Mi prende per il braccio e mi trascina fuori dal bungalow.

Arriviamo al padiglione mensa, entriamo e ci fermiamo sulla porta a cercare di individuare Ethan e Brian. Eccoli, stanno sorridendo a Dorine e con loro c'è anche papà con Grace, perciò sono d'accordo con qualsiasi cosa abbia in testa di fare Ethan. Dove mangeremo? In palestra?
Brian chiama Edo, sventola un braccio richiamandolo, è in quel momento che tutto il brusio all'interno si interrompe, Edo mi prende per mano e mi trascina da loro, mi sento un po' troppo osservata, non è una sensazione, stanno proprio tutti guardando me. Cavolo, hanno facce sconcertate, stupite. Sono davvero tanto diversa?
Sono agitata, anche un po' infastidita, ma mi basta vedere Ethan, il suo meraviglioso sorriso con tanto di fossetta per non farmi più pensare agli altri. Sono quasi due settimane che lo vedo in completi sportivi o addirittura mezzo nudo, che avevo dimenticato quanto fosse meraviglioso il suo corpo vestito. Pantaloni kaki che mettono in risalto le sue invitanti cosce e che dire di quel culo marmoreo, perfetto. Cammino verso di lui con i miei soliti sconci pensieri che mi invadono la mente e che mi provocano un calore insopportabile, mi sento le guance ardere e distolgo lo sguardo, alzandolo sulla camicia nera, ma non migliora la situazione, lo fascia perfettamente e mannaggia a lui, si dimentica sempre di allacciare gli ultimi bottoni, rendendo disponibili i suoi scultorei pettorali alla mia fragile vista. L'abbronzatura rende tutto ancor più difficile da sopportare, deglutisco, mi mordo il labbro interno per sopprimere la mia voglia di leccarmi le labbra, gesto che mio padre a fianco, non so come interpreterebbe, e mi si arriccia leggermente la bocca. Mi fermo davanti a lui e lo fisso negli occhi con il cuore in piena esecuzione orchestrale.

"Piccola, sei meravigliosa e..." mi fissa la bocca mordendosi anche lui il labbro, poi si china a sussurrarmi all'orecchio.
"...Smettila di torturarmi con quella bocca, o non mi frena nemmeno la presenza di tuo padre!"

Rilascio immediatamente la carne interna del mio labbro, distendendo ora la bocca in un sorriso.
"Ciao Ethan, sei sempre bellissimo!"

"Ehi... bellezza. Guarda che questo bel ragazzo, è già occupato con la nostra Nikeskate." Scherza Mike.

"Wow. Ma tu da dove sbuchi? Sei una meraviglia." Sbotta Simon, pieno di entusiasmo, poi guarda Ethan.
"Capisco tutto ora amico, in che versione l'hai conosciuta tu."
"Veramente, quando l'ho vista così, ero già perso. Siete voi che non riconoscete un diamante grezzo nemmeno avendocelo sotto gli occhi. A me è bastato guardarla una volta in questi meravigliosi occhi."
"Già, dopo che una sua cara amichetta mi aveva fatto cadere a terra facendomi perdere gli occhiali." Preciso con tanto di linguaccia.

"Vero. Gliene sarò grato a vita..." mi risponde. "... o non avrei potuto raccoglierli per restituirteli e rimanere folgorato."

Brian e Edo si guardano sorridenti, felici di vederci... felici. Papà guarda Grace, sospirando forse convincendosi una volta per tutte che Ethan non avrebbe mai voluto farmi soffrire. Dorine guarda Kevin con gli occhi sognanti al ricordo di quelle forti sensazioni che anche loro hanno provato all'inizio del loro rapporto, insomma, tutti sembrano contenti per me.

"Sei pronta?"
"Posso sapere per cosa?"
"Per il nostro regalo! Ho chiesto di poter cenare da solo con te in qualche angolo di questo Campus, ma tutti loro ci hanno offerto una cena messicana."
"Grazie a tutti. Adoro il messicano!"