SEI UN CRETINO

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ETHAN

Scendo di corsa giù dalle scale della metropolitana, salto il tornello per raggiungerla e spiegarle tutto, ci voglio provare, devo fermarla prima che salga sulla carrozza e svanisca.

Di loro nessuna traccia, non possono essere già partiti, erano a piedi, noi in macchina, Brian pensa di aver visto Edo e, lo ferma ma non è lui.

"Scusa. Ti ho confuso con un'altra persona."

Come avrà fatto poi a confondersi? Sfido chiunque a indossare un abito glamour come il suo.
Corro dall'altro lato e all'improvviso  mi trovo davanti allo stesso pianoforte che abbiamo suonato insieme, io e lei, la prima sera.
Mi sento un fottuto idiota, come ho potuto non dirglielo? Avrei dovuto tentare di tenere a bada Roger... avrei ma non l'ho fatto.
Brian mi posa una mano sulla spalla cercando di consolarmi.

"Ethan... si sistemerà tutto!"
Ma so che non succederà.

Mi siedo sulla panca accarezzando i tasti del pianoforte, pensando che lei stessa li aveva toccati, non mi importa che altre migliaia di mani lo avevano fatto, ma le sue, cazzo, le sue mi interessano.

"Qui non ci sono! Andiamo!"
"Ethan, chiamala!"
"A che serve? Non ti risponde Edo, vuoi che mi risponda lei?"
Schiaccio un tasto che emana un suono sordo, triste, solitario.

"Non puoi saperlo. Ok, magari ti insulta, ma almeno..."
"Risponderesti tu al suo posto? Cazzo Bry, una scommessa! Come può valere solo una fottuta scommessa!"
"Ma tu non volevi!"
"Non ho avuto le palle di impedirlo! Me lo merito."
"Perciò, ti arrendi?"

È l'ultima cosa che non vorrei fare, ma sembra l'unica cosa che farò, se non reagisco. Mi alzo dallo sgabello camminando verso le rotaie sperando ancora di vederla comparire da un secondo all'altro. Cerco il telefono in tasca, ma non lo trovo.

"Cazzo! Non me ne va bene una! Ho perso il telefono!"
"Sicuro?"
"Non ce l'ho. Cazzo!" Dò un calcio ad una lattina a terra che va a finire sui binari.

"Quando l'hai usato l'ultima volta?"
"Che cazzo ne so. Non mi sembra di averlo usato stasera. Forse mi è caduto quando mi ha colpito Edo."
"Torniamo a scuola a cercarlo! Poi andiamo a casa di Nicole!"
"Oh sì, bussiamo e suo padre ci farà entrare!" Sbotto sarcasticamente. "Soprattutto dopo aver visto la figlia felice come una Pasqua."

Torniamo a scuola e Brian  continua a scrivere a Edo.
"Non mi risponde. Chissà cosa pensa di me."
"Cristo! Digli che ti ho obbligato io a non dirglielo!"
"Scordatelo! Non ti metto nella merda più di quel che sei già, amico. Sei stato obbligato a farlo."
"Vallo a dire a lei! Ho sbagliato! Non cercare scuse!"

Parcheggio davanti alla palestra e troviamo Roger che sta fumando una sigaretta appoggiato al muro.

"Cerchi questo?"
Agita il mio telefono con la mano.

"Sì. Dev'essermi caduto!" Allungo la mano aspettando me lo porga, ma non sembra disposto a farlo.

"Che fretta! Stavo pensando... ti ho visto piuttosto contrariato prima con Charlot... non è che ti interessa quella verginella?"
"Piantala! Dammi il telefono. Charlot mi dà sempre ai nervi quando esagera!"

Svio il discorso su Charlot, non posso certo dirgli che ci siamo visti negli ultimi giorni e ringrazio Dio di avere il riconoscimento facciale al mio telefono. Mostro un ghigno dalle intenzioni dubbie.

"Curiosità! Se avessi rinunciato alla scommessa pagando i duecento dollari, cosa avresti fatto?"

Lo stronzo si lecca le labbra, dandosi una spinta con il piede contro il muro posizionandosi davanti al mio viso.

SCOMMESSA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora