ETHAN
"Svegliati Ethan. Sono già tutti a fare colazione."
"Nhn... ancora cinque minuti." Bofonchio coprendomi la testa con il cuscino.
"Il coach ci aspetta in campo tra esattamente... 8 minuti."
Sgrano gli occhi e penso a come potrebbe punirmi se scoprisse il motivo del mio ritardo, mi alzo di scatto non badando di essere con i soli boxer, che tra l'altro sono macchiati, un insolito alone bianco pavoneggia sul tessuto nero e noto Brian guardarmi con uno strano sorrisetto.
"Che c'è?"
"Hai fatto bello ieri sera?"
"Che cazzo blateri?"
"Qualcuno si è svuotato i gioielli e fin qui ci siamo, la questione è, hai fatto da solo, o ti hanno dato una mano? Una Piccola mano?"
"Non hai di meglio da fare che controllare il mio cazzo?"
"Se avessi indossato una t-shirt, non sarebbe stato così evidente, visto la tua erezione mattutina."
Dice Brian afferrando la mia, da terra. Fa una smorfia tenendola con pollice e indice.
"E che cazzo... non ti sarai masturbato stanotte qui..."
"Ti sarebbe piaciuto, eh?" gli ringhio strappandogli di mano la prova del reato.
"No. Tranquillo. Solo non avevo di che pulirmi!"
Brian mi guarda ad occhi serrati aspettando chissà cosa... beh, cosa lo so. Vuole sapere chi ha fatto cosa!"
Getto la t-shirt nella roba sporca, mi cambio i boxer voltandogli le spalle.
"Buongiorno Brian." Alludo al fatto che sta guardando il mio culo. "Comunque non sono disperato... ed ho una ragazza. Avrei fatto ancora più tardi se fossi andato a farmi una doccia stanotte."
Mi volto e lo trovo con un'espressione gongolante.
"E dove sarebbe successo che nel suo bungalow c'eravamo io e Edo?"
"Ah sì? Vi siete divertiti?"
"Non quanto voi. Sai, ero sempre con il piede sul chi va là, pensando arrivaste da un momento all'altro a rompere i coglioni."
Sogghigno, pensando alla loro serata andata in fumo.
"Bastava chiudere la porta."
"Sbrigati!" mi ringhia deluso di aver perso l'occasione.
Ho infilato la divisa che raccolgo dallo stendino dove l'avevo messa dopo averla lavata ieri, prendo la borsa con i paraspalle e mi infilo le scarpe senza allacciarle.
"Sono pronto! Cazzo potevi portarmi qualcosa da mangiare!"
Non riesco a finire la frase che mi allunga tre fette di pane tostato con del burro d'arachidi impilate una sopra l'altra e una confezione di succo di frutta.
"È quello che sono riuscito a procurare senza destare sospetto. Ho detto al coach che stavi al telefono con tuo padre."
"Grazie amico! Ma ... con tutti, proprio mio padre?"
"Volevi fare la figura di quello che la mattina deve salutare la mammina?"
"Fanculo Bry!" Bofonchio masticando quella specie di sandwich disgustoso.
In campo il coach non mi chiede nulla sulla mia assenza alla mensa, ma presumo non gli sia troppo chiara la mia telefonata mattutina, perché non fa che starmi addosso, più giri di corsa, più pesi da alzare... e come se non bastasse, non vedo all'appello Nicole.
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SCOMMESSA D'AMORE
RomanceSoffrire per amore è un rito di passaggio, un destino che prima o poi segna tutti, anche le ragazze o i ragazzi più belli, sexy e affascinanti del mondo. Chi è Nicole per aver creduto di poter essere risparmiata da tale afflizione? Ha passato anni a...