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2 dicembre 2022. Commissariato di polizia.
Los Angeles, California.

Quella mattina, Harry arrivò in commissariato con un sorriso smagliante, il volto rilassato e un gran bel sonno alle spalle

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Quella mattina, Harry arrivò in commissariato con un sorriso smagliante, il volto rilassato e un gran bel sonno alle spalle. Los Angeles non era poi così male come si diceva in giro.

Era riuscito a risolvere il caso ma, sfortunatamente, quel meraviglioso quanto arrogante detective aveva avuto ragione. Il figlio dei signori Carlson era andato a costituirsi nemmeno due ore dopo aver commesso l'omicidio.

Aveva scoperto che il movente era legato a tutta una serie di violenze - tra cui percosse, abuso sessuale e chi più ne ha più ne metta - che lui e la madre erano stato costretti a sopportare per anni a causa di quell'uomo. Si, era così che il figlio lo aveva definito.

A detta sua, il padre - che non voleva venisse definito tale - era solo un 'uomo di merda che era già stato al mondo troppo a lungo. Dovevo fare qualcosa per lei, per noi. Dovevo liberarci. Ho aspettato fin troppo. Avrei dovuto ucciderlo tanto tempo fa'.

Harry rabbrividì a quella confessione, e per quanto fosse d'accordo sul fatto che il signor Carlson fosse davvero un uomo orribile, si limitò al silenzio. Come sempre.

Prese la deposizione, fece le tutte le domande del caso atte a capire se il figlio fosse il vero assassino - e non stesse solo cercando di difendere qualcun altro - e, dopo averne avuto la certezza, lo fece arrestare.

E credetegli quando dice che tutto si sarebbe aspettato tranne che la madre di Johnny Carlson arrivasse in commissariato e abbracciasse il figlio con amore ed estrema gratitudine.

Lei gli era grata per ciò che aveva fatto.

Grata.

Fu questo che riuscì a lasciarlo senza parole.
Il figlio stava per finire in carcere per i prossimi trent'anni, anno più anno meno, e lei gli era grata. Non preoccupata, non dispiaciuta, non arrabbiata che il figlio si fosse rovinato la vita. No, lei era grata.

Scosse la testa e cercò di riordinare i suoi pensieri. Quello sarebbe stato il suo secondo giorno di lavoro, e lui doveva darsi da fare. Doveva dimostrare a quel piccolo impertinente dispotico, con soli pochi anni in più ma molti centimetri in meno, che lui era bravo nel suo lavoro, e che Harry Styles non era, e non sarebbe mai stato, solo l'ombra del famoso detective Tomlinson.

Doveva ammetterlo, però. Ciò che più lo aveva scombussolato di quello strano incontro non erano state le parole nude e crude che Louis gli aveva rivolto, no. Con quelle ci si puliva il culo.

Ciò che più lo aveva scombussolato, purtroppo, era stato proprio lui.

Lui e il suo essere uno stronzo indisponente, ma anche lui e la sua acutezza mentale, il suo modo di analizzare ogni singola cosa attorno a se, e la sua capacità di capire con un solo sguardo ciò che poteva essere utile o meno alle indagini.

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora