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Un pizzicore.
Un fastidio più o meno intenso ma sopportabile.
Poi, più niente.

Un pizzicore.
Un fastidio sempre meno intenso.
Poi, di nuovo, più niente.

Così per qualche minuto, fin quando né pizzicore né fastidio vennero più avvertiti.

Non sapeva cosa gli stesse accadendo.

Non sapeva se stesse ancora sognando, o quelle sensazioni le stesse provando per davvero.

Non lo capiva, ma la verità è che nemmeno gli interessava perché stava bene. Fin troppo bene, in realtà.

Stava sognando il mare, l'Italia. La Sardegna, per l'esattezza, fin quando quelle strane ma ben accette sensazioni non lo fecero uscire dallo stadio di sonno profondo ed entrare in quello di dormiveglia.

Si sentiva ancora un po' spossato a causa di tutte le emozioni vissute la sera prima, ma anche ben riposato. Esageratamente risposato, in realtà. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che aveva avuto un sonno così rigenerante, che nemmeno riusciva a ricordarlo.

E anche in quel momento, nonostante si trovasse sulla via del risveglio, la sua mente era ancora li, nei mari più puliti e azzurri d'Italia, a sorseggiare la sua amata Vodka insieme ad un bellissimo uomo dai ricci capelli che gli baciava il collo, la clavicola, la spalla. Ed era tutto perfetto, meraviglioso, unico.

Rabbrividì e sentì uno spasmo al basso ventre riscuotere tutto il suo corpo fino ad arrivare alle membra. Eppure, nonostante sentisse l'eccitazione crescere sempre di più ad ogni secondo che passava, mantenne comunque quella meravigliosa e composta calma. Era troppo rilassato, troppo soddisfatto per avere la forza anche solo di aprire gli occhi.

Ma si sa, la calma viene sempre prima della tempesta, ed infatti ecco che qualcosa, o meglio qualcuno, carezzò davvero la sua gamba fino al ginocchio e poi, quello stesso ginocchio, lo elevò verso l'alto subito prima che una fitta, pungente quanto soddisfacente, si espandesse dalla base della schiena fin dentro le ossa. Un fiato caldo all'odore di menta fresca sbatté contro il suo collo e quello fu il momento in cui Louis si rese conto di ciò che stava succedendo attorno a se, dentro di sé.

Strizzò gli occhi, arpionò con forza il lenzuolo, e poi ansimò. "Oh mio Dio."

Una risata leggera e soddisfatta arrivò alle sue orecchie, mentre qualcosa di bollente e duro come la pietra entrava ed usciva dal suo corpo a ritmo sostenuto. "Buongiorno", bisbigliò al suo orecchio una voce, quella voce. "Ben svegliata, principessa."

Louis portò un braccio indietro per ancorarsi alla testiera del letto, mentre con l'altra andò a stringere i capelli dell'uomo dietro di lui. "Porca puttana, Harry."

"Va tutto bene, amore? Ti faccio male?"

"Cazzo, no. Gesù Cristo, no! Va...va ben...issimo, continua."

Harry ridacchiò ancora ed accelerò leggermente i movimenti del suo bacino. Poi prese il volto di Louis tra le dita e lo ruotò verso il proprio. "Scusami amore, ma eri ancora aperto da ieri notte e non ho resistito. Sei sexy anche mentre dormi, dannazione! Non potevo lasciarti così, non ce l'ho fatta."

Louis baciò la sua bocca nello stesso momento in cui prese a spingersi con impazienza verso di lui, al solo fine di dettare un ritmo molto più forte e rude di quello adottato da Harry. In aggiunta, dato che la sera prima aveva capito quale fosse il modo migliore per farlo uscire fuori di testa, prese a stringere le natiche ogniqualvolta calava verso il basso, mentre rilassava i muscoli quando slittava di nuovo verso l'alto. Così fin quando Harry non strinse una mano contro il suo fianco e lo fermò.

"Cazzo, Lou. Se continui così, io..."

Louis sorrise e gemette di proposito in modo dolce e flebile, la voce piccola e vellutata. Femminile, esattamente come piaceva a lui.

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora