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2 settimane dopo.
23 dicembre 2022, casa Tomlinson (e un po' anche Styles). Ore 22:00. Los Angeles, California.

"Il tuo colore preferito è ancora il rosso, si?" gli domandò il riccio, prima di coprire il proprio corpo col piumone e poi alzarne un lembo per consentire a Louis di fare lo stesso.

Una volta al riparo sotto il morbido tessuto, il castano ruotò il volto verso il suo e alzò il braccio destro verso l'alto, consapevole che l'altro avrebbe recepito il messaggio senza bisogno di ulteriori aggiunte. E infatti non se lo fece ripetere due volte e, quasi non stesse aspettando altro, si accoccolò contro il suo fianco alla velocità della luce, posando poi una gamba sopra le sue cosce, un braccio attorno al suo torace e la testa contro il suo petto, in perfetta corrispondenza del suo cuore palpitante.

Louis non riuscì a trattenere un sorriso intenerito difronte a quell'altrettanto tenera manifestazione d'affetto, perché per quanto piccolo, e a tratti automatico, quel gesto era ormai entrato a far parte della loro routine quotidiana, e a quanto pareva nessuno dei due sembrava riuscire a fare a meno. Soprattutto non Harry, che fin da subito aveva dimostrato essere un accanito sostenitore dei benefici delle coccole post-sesso.

Non che lo avesse mai ammesso a voce alta, figuriamoci, ma a lui non serviva di certo sentirselo dire apertamente, dato che ormai poteva assumere senza dubbio alcuno di aver imparato a comprendere ciò che più gli piaceva senza nemmeno il bisogno che lo palesasse ad alta voce.

Infatti, gli bastava soffermarsi a studiare un suo sguardo più intenso, un sorriso più profondo degli altri, o anche solo sentire quei piccoli e teneri versetti simili alle fusa di un gatto che emetteva ogni singola volta che Louis lo stringeva a sé o lo baciava, per capire di cosa Harry avesse bisogno.

E non faceva per vantarsi, ovviamente, ma qualcosa gli diceva che lui rientrasse tra questi.

Sorrise all'egocentrismo insito in quel pensiero e gli baciò la fronte, calda e sudata.

Avevano appena finito di fare l'amore, e come da rito era giunto il momento delle domande personali. E no, per chiunque se lo stesse domandando, non avevano ancora messo un fine a quel gioco stile interrogatorio, nonostante entrambi si fossero ben presto resi conto che spesso e volentieri, quando non sapevano più cosa chiedersi, le stesse domande venivano ripetute più e più volte. Esattamente come in quel caso.

Tuttavia, era ovvio che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Erano ormai passate più di tre settimane dal giorno in cui tutto ebbe inizio, ma in realtà era già dalla seconda settimana che non avevano più idea di dove andare a parare. Certo, qualcosa di nuovo veniva fuori lo stesso ogni giorno, ma erano perlopiù domande inerenti a cose di cui nessuno dei due si sarebbe mai realmente interessato. Non in un frangente... normale, perlomeno.

Però, a loro andava bene così. A loro andava bene anche continuare a parlare di cose assolutamente inutili, se questo era il prezzo da pagare per passare un po' di tempo l'uno in compagnia dell'altro.

Eppure, se c'era qualcosa che Louis amava più di ogni altra cosa, anche più del sentire Harry raccontargli come fosse andata la sua giornata, o comunque qualsiasi altra cosa gli passasse per la mente, era di sicuro quella di perdersi ad osservare ogni sua più piccola azione quotidiana senza che lui se ne accorgesse.

E ok, forse detta in questi termini la cosa assumeva un nonsoché di inquietante, ma ciò che Louis voleva venisse carpito dalle sue parole era che lui amava osservare Harry in ognuno di quei momenti in cui credeva nessuno lo stesse guardando, poiché era fermamente convinto che la vera essenza di una persona venisse fuori solo quando quel qualcuno si trovava da solo con sè stesso, e libero, così, di esprimere la propria vera indole senza alcun timore, senza alcuna barriera e senza alcuna finzione o costrizione.

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora