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5 dicembre 2022. Commissariato di polizia. Los Angeles.

"Sveglia gemelline. Abbiamo novità."

Una forte voce divertita arrivò alle loro orecchie ed entrambi si svegliarono di colpo, stralunati.

"Merda. Ci siamo..." sbadigliò il riccio, mentre: "addormentati" continuò per lui.

"Che schifo! Non ci siamo neanche lavati i denti. Ho la bocca che sa di... di bourbon, di vino, di birra, di alito mattutino e..." passò la lingua sulle gengive e storse il naso, "di morte."

"Di cazzo" lo corresse il riccio. "Bourbon. Vino. Birra. Alito mattutino. E cazzo. Il mio, per essere più precisi. Non di certo quello di... Michael."

Louis lo guardò con un sopracciglio inarcato, ma poi annuì in accordo. "E di cazzo, si."

Harry si alzò dal divano e gli porse una mano per aiutarlo a fare lo stesso. Infilò poi quella libera dentro la tasca del cappotto ed estrasse un pacchetto di gomme da masticare alla menta ancora sigillato. "Per ora accontentiamoci di queste. Ma se vuoi che il sapore di cazzo sia più forte rispetto agli altri, non devi fare altro che chie-"

"Dammi qua, maniaco" lo interruppe Louis, strappando il pacchetto dalle sue mani per prendere non una ma ben 4 gomme e lanciarle dritte dentro la sua bocca. Harry roteò gli occhi ma fece lo stesso.

Raggiunsero il bagno per darsi una rinfrescata generale, e poi si diressero a passo svelto verso l'ufficio di Simon. Tutta la squadra era già lì in loro attesa, così presero posto nelle due sedie in prima fila e si preparano all'ascolto.

"Vi ho chiamati qui per aggiornarvi su alcuni sviluppi avvenuti in nottata. A seguito del rilevamento di alcune impronte nell'ufficio di Ferguson da parte dei nostri guardiani della notte, o paladini della giustizia, comunque vogliate chiamarli" cominciò, indicando i due uomini con un veloce cenno della mano, "Michael, il nostro... come potrei chiamarlo..."

"Improntista" lo anticipò Harry, causando uno sbuffo annoiato in Louis ed un'espressione soddisfatta in Simon.

"Improntista, esatto. Grazie detective."

"Ma che cazzo..." mormorò Louis indignato, ma Simon gli parlò sopra. "Non solo ha scoperto che le impronte non appartengono alla vittima ma anche che compongono la parola: aiuto. Inoltre, dopo un'indagine più approfondita, è riuscito anche a scoprire che le suddette impronte appartengono ad un individuo chiamato Johan Mayer."

Simon posizionò in bella mostra le fotografie del volto dell'uomo, e poi riprese a parlare per fornire loro alcune importanti informazioni. "Mayer ha alle spalle un lungo passato di ricoveri per disturbi mentali e comportamentali. I genitori gli hanno impartito un'educazione di osservanza battista ma il risultato non è stato quello sperato. Infatti, si è dilettato in spaccio di droga, rapina a mano armata, furto, aggressione a civili ed è stato in carcere per violenza, e tentata violenza, su minori di sesso maschile. Il suo avvocato ha comunque fatto in modo che non stesse al fresco molto a lungo e... indovinate chi era il suo avvocato?"

"Donald Ferguson" risposero Harry e Louis all'unisono.

"Esattamente. Mayer è sparito dalla circolazione da un bel po' di tempo ma siamo comunque riusciti ad ottenere l'indirizzo della sua abitazione. È una casa popolare vicino ad una scuola elementare non troppo lontana da qui. Quindi, andiamo a prenderlo e sbattiamolo dentro. Sono quasi certo che-"

"Non ti quadra, vero?" Domandò Harry sottovoce, sporgendo il corpo verso quello di Louis in modo tale che solo lui potesse sentirlo.

"No. Non credo sia stato lui. Noi ci eravamo fatti un'idea diversa. Il nostro killer vuole punire i colpevoli... mentre Mayer..."

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora