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Una volta arrivati in cimitero, Louis si prese giusto un paio di secondi per sé stesso, prima di oltrepassarne la soglia.

Per tutto il viaggio in auto aveva cercato di non pensare a nulla, se non ad evitare che Harry prendesse un'altra multa per eccesso di velocità, o bruciasse l'ennesimo semaforo rosso.

Ma in quel momento, e dopo aver preso piena coscienza del vero motivo per il quale si trovasse in quel posto, non riuscì a non sentirsi irrequieto, colpevole.

Soprattutto colpevole, perché, per quanto il non essere mai riuscito a trovare il coraggio di fare quel passo fosse la più assoluta delle verità, e non la più banale tra le scuse, in quel momento qualcosa gli disse che avrebbe comunque dovuto fare qualcosa, o, meglio, che avrebbe almeno dovuto provarci.

Si, avrebbe almeno dovuto provarci, perché loro meritavano molto di più del perpetuo silenzio nel quale si era chiuso. Loro meritavano molto di più dell'essere abbandonati da un figlio, e da un fratello, che, trasformatosi nel fantasma di sé stesso, non aveva mai avuto nemmeno la forza di rivolgergli una preghiera, portargli un fiore o, più semplicemente, andarli a trovare.

Si, loro meritavano molto più di questo, e forse anche più di qualsiasi cosa avrebbe mai potuto fare.

Loro che, e nessuno lo avrebbe mai convinto del contrario, non solo si erano sentiti abbandonati da lui, ma anche, e soprattutto, completamente eliminati dalla sua vita, quasi non fossero mai stati importanti; quasi non fossero mai esistiti e quasi la loro assenza non l'avesse ucciso più di quanto avrebbe fatto una coltellata nel cuore, o un colpo di pistola alla tempia.

La verità, però, era che Louis non era mai stato bravo a dire addio.

Anzi, Louis odiava profondamente dire addio, e questo, a parte tutte le cose che si era messo in testa da solo, così come aveva tenuto a specificare Magnus, era uno dei motivi che lo aveva sempre fermato dal compiere quel passo, che lo aveva sempre fermato dal rivolgergli il più grande degli addii.

Infatti, vedere tutti loro sepolti in un cimitero comune, uno in fila all'altro, e dal più grande al più piccolo, non solo avrebbe ridotto i pezzi del suo cuore infranto a frammenti ancora più piccoli, ma che lo avrebbe anche costretto a porgere loro quello che aveva sempre sostenuto essere: l'addio definitivo, quello più doloroso, quello più reale, quello che lui si era sempre rifiutato di prendere in considerazione.

Quello visivo.

Certo, non che non fosse consapevole del fatto che loro non ci fossero più, e non che, razionalmente parlando, non gli avesse già detto addio anni addietro, ma un conto era saperlo, un altro era... vederlo.

Un conto era sapere a cos'era successo, un conto era vedere con i propri occhi l'esito di ciò che aveva già visto in quella clip.

E questo, per quanto incomprensibile fosse a chiunque, meno che a lui, era essenzialmente il motivo per cui... si, Louis gli aveva detto addio, ma lo aveva fatto a modo suo.

E quel modo era brevemente riassumibile nell'essere rimasto chiuso in camera sua durante la veglia funebre, fuori dalla chiesa durante il funerale e in macchina durante la sepoltura.

Ecco, questo era stato il suo modo di dirgli addio.

Con tutta probabilità, chi non aveva mai provato un dolore anche solo lontanamente paragonabile al suo, cosa che non avrebbe mai comunque augurato a nessuno, lo avrebbe sicuramente giudicato male per il modo in cui aveva deciso di affrontare il lutto. A lui, però, non era mai importato niente di tutto questo. A lui non importava assolutamente niente del giudizio altrui, perché quello era il suo lutto, solo suo, e se lui aveva ritenuto opportuno adottare quel modus operandi, piuttosto che un altro, allora andava bene così. A Louis andava bene così.

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora