Seven || LS

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N/a: a causal del forte maltempo, ah no. Scusate, non era così. A causa dei troppi impegni, vi beccate un capitolo di passaggio pieno di errori e lungo quanto un'era geologica.

P.s: leggete le n/a a fine cap.
Ciao, baci.

1 febbraio 2023, Los Angeles, California.
Los Angeles police department.

Si mosse contro il materasso e sbuffò un sonoro sospiro spazientito, quando la sveglia delle 6.30 del mattino annunciò che era giunta l'ora di alzarsi e prepararsi per andare al lavoro. Si rigirò su sé stesso creando una tortilla wrap con arti e lenzuola, sperando che queste ultime lo stringessero a tal punto da tenerlo intrappolato là dentro per, tipo, sempre. E non perché fosse un dormiglione o uno sfaticato, anzi. Solo che l'aver passato tutta la notte a fare l'amore con Harry, sfruttando ogni singolo momento di pausa tra un amplesso e l'altro al solo fine di cantargli happy birthday to you, per poi riprendere tutto dall'inizio, lo aveva definitivamente stremato.

Soprattutto, lo aveva stremato il lungo dibattito che ne seguì, dato che lui continuava a fingere di non aver capito quale canzone gli stesse sussurrando all'orecchio, perché: "non capisco se dici compleanno o giorno dell'uccello, Louis. Usi troppe erre, mi confondi ogni volta" e bla bla bla.

Quello si che lo aveva profondamente e irrimediabilmente stremato. Divertito, quello era certo, ma anche decisamente sfinito.

Si mise seduto sul materasso quando la sveglia suonò per la seconda volta, rendendosi conto solo in quel momento che l'uomo con cui condivideva il letto da ormai ben due mesi sembrava essere scomparso nel nulla.

Toccò le lenzuola e le percepì fredde al tatto, segno che Harry si fosse alzato da almeno una decina di minuti.

Sbuffò di nuovo e posò definitivamente i piedi sul pavimento, gemendo internamente alla bellissima sensazione di calore emanata dal legno del parquet. Aver pagato il pavimento riscaldabile un occhio della testa non sarebbe comunque stato sufficiente a farlo ricredere sul fatto che fosse stata una delle migliori scelte fatte nella sua vita.

Indossò una felpa e un paio di boxer, prima di prendere una gomma da masticare dal pacchetto, aprire le finestre per favorire il ricambio d'aria, e abbandonare definitivamente la loro stanza.

Una volta giunto nel corridoio, un meraviglioso odore di bacon e pane tostato pervase tutti i suoi sensi, convincendolo così ad aumentare il passo e dirigersi a tutta velocità verso la cucina. Rallentò solo una volta che ne oltrepassò la soglia, fino a fermare definitivamente la sua avanzata non appena scorse la figura del suo bellissimo ragazzo armeggiare ai fornelli... nudo.

Nudo... completamente, se non fosse stato per una... cos'era quella? Una bandana? Si, una bandana, legata con fermezza attorno ai suoi boccoli, probabilmente per non farli cadere sulla loro futura colazione.

Rimase per qualche istante ad osservare quel corpo perfetto, sorridendo tra sé e sé quando si accorse che ogni centimetro della sua pelle nivea era costellata di piccoli, ma numerosi, tra succhiotti e segni di denti: sul collo, sulle spalle, sulle braccia, sulla schiena, sulle natiche, sulle cosce e persino sui polpacci.

Non c'era bisogno di aggiungere che, marchiato in quel modo, poteva essere descritto soltanto con una parola: perfetto.

Si, Harry era assolutamente perfetto, e Louis poteva dirsi assolutamente fiero di essere stato lui il creatore di quella meraviglia assoluta, che sembrava più un'opera d'arte pronta ad essere messa in esposizione, che il frutto di un normale rapporto sessuale tra due fidanzati. Normale per loro, sia chiaro, dato che non era poi molto sicuro che... quello, potesse essere definito normale, in generale.