Era da ormai minuti interi che Louis sapeva di essere sveglio, eppure non aveva ancora trovato il coraggio di muovere nemmeno un singolo muscolo. Neanche il più piccolo, come l'orbicolare. Quello che circonda l'occhio, per intenderci.
O meglio, avrebbe anche potuto farlo, se solo la testa non gli fosse pulsata a tal punto da fargli credere che gli ACDC stessero facendo un concerto dentro al suo cranio, e le palpebre non fossero state pesanti come macigni.
Aahh, i muscoli orbicolari.
Tentò di sollevare quel tanto di palpebre che credeva essere sufficiente a fargli mettere a fuoco l'ambiente circostante, ma non appena la sua pupilla entrò in contatto con quel minuscolo filo di luce attorno a lui, un forte capogiro, accompagnato da una scarica di vertigini, lo costrinsero a richiuderli all'istante.
"Merda."
Portò la mano sinistra sul volto per coprirlo dalla luce, ma: "porca puttana" disse ancora, quando una forte fitta proveniente dal costato gli fece digrignare i denti.
A quel punto, diventò una questione di principio.
Così, fece leva sul materasso con entrambi i gomiti, e fortunatamente riuscì a sollevare il busto senza alcuna difficoltà. Strizzò appena gli occhi e poi tentò di riaprirli con cautela. Contro ogni pronostico, riuscì a raggiungere anche quell'obiettivo.
Si guardò intorno per qualche istante, ma bastò la vista del colore che pitturava le pareti di quella stanza, per non avere più alcun dubbio su dove si trovasse. Dopotutto, lo aveva scelto personalmente. E lo aveva scelto solo per la sua camera da letto.
Chissà come mai, si domandò, scelse proprio quel colore: verde pastello.
Verde.
Gli era sempre piaciuto il verde.
Gli metteva calma, lo faceva sentire bene e in pace con sè stesso.
Eppure, l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era a come fosse finito in camera sua, se fino a poco prima si trovava nell'ufficio di Niall.
Sbuffò, e decise di accantonare quel pensiero. Dopotutto, pensare avrebbe richiesto un dispendio di energie non indifferente, e a lui servivano tutte per riuscire ad alzarsi dal letto.
Contò fino a tre e poi roteò il bacino per spostare le gambe verso l'estremità del letto, posando finalmente i palmi a terra. Si diede lo slancio con i polpacci e si alzò in piedi, ma fu solo quando si rese conto che le sue gambe fossero davvero stabili, che si diresse verso il bagno privato della sua stanza con l'intento di sciacquarsi la faccia e, soprattutto, lavarsi la bocca.
Sentiva al suo interno uno strano retrogusto metallico e ferroso, e fu proprio dopo aver deglutito quel groppo acre, che ringraziò il cielo per essere riuscito a gestire quei pochi riflessi che gli erano rimasti e girarsi giusto in tempo verso il water, prima di rigettare tutto il contenuto del suo stomaco per terra. Succhi gastrici, per l'esattezza.
I conati gli fecero vibrare il corpo per minuti interi, privandolo così anche di quelle poche energie che gli erano rimaste in circolo.
Fortunatamente, Louis era conosciuto per essere sempre stato un uomo molto testardo e tenace. Infatti, dopo aver vomitato anche parte della sua anima - e creato così un horcrux nel cesso - fece di nuovo leva su braccia e gambe e si rimise in piedi. Barcollò ancora una volta verso il lavandino, prese dentifricio e spazzolino da denti e poi si buttò direttamente sotto il getto bollente della doccia.
Da li in poi fece tutto con estrema calma. Si lavò prima i denti, poi la faccia, i capelli e infine il resto del corpo.
Sembrava andasse tutto bene, comunque, o almeno lo fece fin quando non passò con forza la spugna contro il braccio sinistro. E li, il dolore pungente che gli arrivò fin dentro le ossa, insieme alle più colorite delle imprecazioni, gli ricordarono dell...incidente, se così si poteva chiamare.
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Seven || LS
Mystery / ThrillerLarry!Au - long Enemies to lovers! Il detective Louis William Tomlinson è un giovane e acuto poliziotto, disilluso ed esasperato dal tasso di violenza e degrado sempre più in crescita nella città in cui vive. Per questo motivo, Tomlinson, decide di...