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1 Maggio 2023, commissariato di polizia, Los Angeles, California.

Avete presente quando qualcuno vi domanda come state, e voi rispondete: "oh, si. Va tutto bene", ma, in realtà, non va bene assolutamente niente?

Ecco.

Questo dovrebbe essere sufficiente a fare un riassunto dell'ultima settima della vita di Louis. Cioè, non proprio della reale ultima settimana della sua vita, per l'amor di Dio, ma di quella appena passata, si.

Dopo quella famosa notte di fuoco, di cui ancora portava i segni addosso, l'indomani mattina, lui ed Harry dovettero prepararsi psicologicamente per affrontare una lunga, lunghissima, giornata di festa insieme a tutti i loro amici, e parenti – Magnus, per intendersi – in cui troppo cibo, e troppe bevande alcoliche digestive, fecero da protagonisti.

Non che ne fosse estremamente sicuro, sia chiaro, ma era quasi certo che, nonostante avessero finito di pranzare intorno alle quattro del pomeriggio, qualcuno di loro convinse gli altri sul fatto che ricominciare a punzecchiare cose intorno le 9 di sera fosse una buona idea.

Probabilmente, era stato Niall.
L'unico con lo stomaco più profondo di un cratere.

Dio, al solo pensiero gli veniva da vomitare.

Comunque.

Tutto sembrava procedere a meraviglia, o almeno lo fece fin quando Magnus, dal nulla, non gli domandò se fosse andato in cimitero di recente. Il perché gli fece quella domanda non avrebbe mai saputo dirlo, dato che era certo lui fosse assolutamente consapevole del fatto che, si, ci andava quasi tutti i giorni.

Quindi, e data la domanda scontata, avrebbe potuto tranquillamente rivolgergli uno dei suoi sguardi annoiati, e far cadere il discorso.

Eppure!

Eppure, gli rispose comunque.

Certo, se solo avesse bevuto meno, probabilmente il suo cervello avrebbe partorito una risposta molto simile ad un semplice: "si, nonno. Ci vado quasi tutti i giorni, dovresti saperlo."

Eppure!

Eppure, Louis aveva bevuto. Tanto, troppo.

Tutti lo avevano fatto, Magnus incluso.

Quindi, quando rispose: "si, ci sono andato, e sono certo che ci sia qualcuno che mi sta seguendo da, tipo, tre settimane" se ne rese conto troppo, troppo tardi, e a nulla servì nutrire speranza che tutti gli altri, ancora palesemente sopraffatti dalla foschia alcol-indotta, prendesse per buono ciò che aveva appena vomitato fuori.

Eppure!

Eppure, bastò quel silenzio profondo, interrotto dapprima solo da una specie di... verso sorpreso, seguito poi da un ringhio secco, un sospiro profondo, e, ad ultimo, da un urlo soffocato all'interno dei palmi delle mani, gli fece comprendere che no, le sue speranze non erano servite a niente, e che si, Louis era davvero, davvero un coglione.

Da quel momento in poi, tutta l'aria di festa sembrò scomparire nel nulla.

Distrutta.
Spappolata.
Sbrandellata.

Morta.
Sepolta.
Dimenticata.

Urla.
Parolacce.

Urla.
Domande.

Urla.
Schiaffi contro le braccia.

Urla.
Minacce di morte.

Urla.

Urla, urla, urla e ancora urla.

Da Harry, da Magnus, da tutti.

Dio, che mal di testa.
Louis si sentiva a un passo dalle porte dell'inferno.

Seven || LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora