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3 dicembre 2022. Casa Tomlinson.
Los Angeles, California

La prima cosa che fece una volta arrivato a casa fu farsi una doccia bollente

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La prima cosa che fece una volta arrivato a casa fu farsi una doccia bollente.

Il suo corpo tremava, ma non avrebbe mai saputo dire con certezza se fosse per il nervoso dato dall'aver passato tre ore in biblioteca ed esserne uscito più confuso di prima, per il pensiero di come Harry avrebbe potuto reagire a quel gesto, oppure per il freddo.

Si convinse che fosse per la terza opzione, anche se, in effetti, in California l'inverno non era poi così tanto freddo. Non quanto lo era in altri posti, comunque.

Mosca, ad esempio. O Helsinki. O... Londra. 

Londra era una città molto fredda.

Lo aveva scoperto anni addietro, quando i suoi genitori regalarono a lui e alle sue sorelle un biglietto per il Warner Bros Studio Tour di Harry Potter. Nessuno di loro si vergognava ad ammettere che ne fossero maledettamente ossessionati. Tutti. Genitori inclusi.

Ma Londra non era solo fredda, era anche davvero, davvero bellissima.

Purtroppo, non rammentava molto di ciò che aveva visto, troppo preso a controllare che le sue sorelle non si perdessero o combinassero qualche guaio, ma ciò che ricordava perfettamente di aver pensato, non appena arrivarono nella loro piccola residenza vicino Hyde Park, era che gli sarebbe tanto piaciuto viverci.

Gli sarebbe piaciuto viverci perché Londra sembrava... tranquilla.

Non che lo fosse davvero, probabilmente. Ma vivendo a Los Angeles da tutta la vita non ci voleva poi molto a superare quelli che erano i suoi standard di tranquillità.

Inoltre, le persone sembravano piuttosto cortesi, gentili e disponibili. Un po' come...

Scosse la testa.

"Perché ogni fottuta cosa deve sempre farmi pensare a te?"

Dio, non era possibile.

Ormai non c'era verso di evadere da quel pensiero. Sembrava quasi che quelle poche volte in cui riusciva a non pensarci, il suo cervello si opponesse a questa scelta e trovasse ogni scusa esistente per ricollegarlo inevitabilmente a lui. Sempre. Anche tramite cose con cui Louis pensava che Harry non avrebbe potuto neanche lontanamente avere a che fare.

Certo, Londra lo era. Ma quello era stato solo un caso.

Angosciante, insistente, invadente, preponderante, prepotente, assillante, onnipresente, soffocante. Era con questi aggettivi, e molti altri ancora, che avrebbe descritto in modo astratto quel pensiero.

Se invece gli avessero chiesto di paragonarlo a qualcosa di un po' più concreto, allora avrebbe sicuramente scelto di farlo con qualcosa che fa sentire in pericolo, o meglio in trappola. Tipo, la sensazione che si prova quando le porte dell'ascensore non si aprono, o quando la metropolitana si ferma nel bel mezzo di una tratta e le luci si spengono, oppure, ancora, quando si cerca di uscire da un bagno pubblico e la serratura a ghigliottina non si disincaglia. Questo genere di cose, per intenderci. Cose che fanno sentire in trappola e che danno quell'opprimente senso di mancanza d'aria, di claustrofobia.

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