«Ora e per sempre, lascia che sia io.»
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Ad undici anni di distanza, Matilda realizza di essere ancora smarrita nello stesso, maledetto, labirinto.
Dopo essere fuggita dalla famiglia che l'ha costretta a...
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«Mi passeresti il latte? Stamattina sono insaziabile.» La risata di Julia mi riportò tra di loro, ricambiai il suo sorriso e poi le passai il cartone di latte, spostando infine lo sguardo su Kay e Gabs, che ancora assonnati si godevano i loro cookies inzuppati nel latte al cioccolato. «Grazie,» il suo sguardo sostò su di me per un secondo in più del solito, assottigliò gli occhi e corrugò la fronte, «stai bene?» mimò con le labbra. Annuii.
«Pensavo che potremmo uscire.» Affermai, e tutti gli occhi furono puntati su di me. Makayla mi sorrise.
«Sì! Fuori c'è il sole.» Disse indicando, con il manico del cucchiaio, il cielo insolitamente limpido al di fuori della finestra.
«È una buona idea,» concordò Lia, «in centro c'è il mercato, magari potremmo fare una passeggiata lì e poi andare in spiaggia. Riusciremmo a tornare a casa per l'ora di pranzo.» Propose, mantenendo la sua attenzione più su di me, che sui bambini.
«Oppure,» sollevai un indice e alternai lo sguardo tra Gabriel e Makayla, «potremmo ordinare d'asporto e pranzare in spiaggia.»
«Sì, mamma!» anche Gabriel sembrò svegliarsi a quella proposta, così terminammo di fare colazione e ci preparammo per uscire, coprendoci adeguatamente per non gelare una volta arrivati in spiaggia.
Avevo come l'impressione che fosse passata un'eternità dall'ultima volta in cui ero stata al mercato, eppure amavo andarci, ma le mie mattinate spesso consistevano in commissioni rapide e lavoro, per cui raramente avevo l'occasione di andarci. Oppure, se ce l'avevo, me ne dimenticavo completamente e finivo per fare tutt'altra cosa, quindi ero felice che Lia l'avesse proposto.
Prima di uscire, come ogni altro giorno nell'ultimo mese e mezzo, all'incirca, tentai di mettermi in contatto con Harry. A quel punto la mancanza di una sua risposta era diventata a dir poco preoccupante e non sapevo che altro fare. Anche parlargli e sistemare le cose era passato completamente in secondo piano, volevo soltanto che si facesse vivo, che mettesse a tacere i pensieri negativi nella mia mente. Avevo bisogno che stesse bene. Però, per quella che mi sembrò la milionesima volta, quegli squilli andarono avanti all'infinito, con me che speravo e pregavo di riuscire a sentire la sua voce ad un certo punto. Ma non fu così.