33. Ti aspetto a casa

257 30 19
                                    

“𝐆𝐨 𝐡𝐨𝐦𝐞, 𝐠𝐞𝐭 𝐚𝐡𝐞𝐚𝐝, 𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭-𝐬𝐩𝐞𝐞𝐝 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐞𝐭,
𝐈 𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐰𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐭𝐚𝐥𝐤 𝐚𝐛𝐨𝐮𝐭 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐚𝐲 𝐭𝐡𝐚𝐭 𝐢𝐭 𝐰𝐚𝐬.
𝐋𝐞𝐚𝐯𝐞 𝐀𝐦𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚, 𝐭𝐰𝐨 𝐤𝐢𝐝𝐬 𝐟𝐨𝐥𝐥𝐨𝐰 𝐡𝐞𝐫,
𝐈 𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐰𝐚𝐧𝐧𝐚 𝐭𝐚𝐥𝐤 𝐚𝐛𝐨𝐮𝐭 𝐰𝐡𝐨'𝐬 𝐝𝐨𝐢𝐧' 𝐢𝐭 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭.”

Tremavo a tal punto da poter sentire sbattere i denti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Tremavo a tal punto da poter sentire sbattere i denti.

Il mio sguardo era fisso fuori dal finestrino del treno, che era ormai soltanto ad un paio di minuti da Londra.
Makayla e Gabriel si erano addormentati poco dopo essere partiti da Weymouth, mentre Lia non aveva mai smesso di scrutarmi.
Era lunedì e quella giornata a Londra sarebbe costata ai bambini un'assenza, ma Lia aveva insistito per accompagnarmi e non avrei mai potuto lasciarli soli, o con Ray, almeno non ancora, così avevo deciso di portarli con me.

Ero a dir poco a tesa, quel che avrei fatto di lì a poco non era affatto semplice e non sapevo se ne sarei stata all'altezza o meno.
E poi l'idea di essere così vicina ad Harry, di nuovo, dopo tanto tempo, dopo un tempo che credevo sarebbe stato infinito, mi stava mangiando viva. Pensare di arrivare ad essere a due passi da lui e, se fossi stata abbastanza fortunata o brava, riuscire a parlarci o addirittura vederlo, mi sembrava incredibile.

«Non credi che dovremmo svegliarli?» ero talmente persa nei miei stessi pensieri, da non riuscire quasi a sentire la voce di Lia.

«Huh?»

«dico, non dovremmo svegliare i bambini?» domandò per la seconda volta, indicando i due angioletti addormentati al nostro fianco con un cenno del capo.

«Oh, sí, sí dovrei svegliarli.» Parlai a fatica.
Cercavo di respirare, ma era come se l'aria nei miei polmoni non fosse mai abbastanza e mi ritrovavo ad annaspare per non restare senza.

«Hey,» la mia migliore amica si chinò leggermente in avanti e posò una mano sulla mia, «io sono qui con te, okay? Vedrai che andrà bene, riusciremo a trovare una soluzione, tutti insieme.»

«Lo spero davvero tanto, Lia.» Sospirai.

«Saremo in quattro, sei contando anche i piccoli,» accennò un sorriso, «tutti vogliamo il meglio per lui, e per voi, riusciremo ad aiutarlo, a qualsiasi costo.»

«Non sai quanto ti sono grata.» Perché nessuno la obbligava a supportarmi come faceva, perché avrebbe potuto fregarsene, lei Harry neppure lo aveva mai conosciuto personalmente, invece era lì con me, pronta a fare di tutto pur di aiutare uno sconosciuto, solo ed esclusivamente perché per me era importante, perché lo amavo.

«Tu sei mia sorella, Millie. Farei qualsiasi cosa per te. Certo, fosse stato qualcun altro,» alluse a Ray, senza però pronunciare il suo nome, «avresti potuto scordartelo,» rise, «ma per lui... Beh, per lui questo ed altro, dopo quel che ha fatto per te.»

𝐋𝐞𝐭 𝐈𝐭 𝐁𝐞 𝐌𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora