“𝐈 𝐣𝐮𝐬𝐭 𝐭𝐡𝐢𝐧𝐤 𝐲𝐨𝐮'𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐨𝐥, 𝐈 𝐝𝐢𝐠 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚.
𝐃𝐨 𝐲𝐨𝐮 𝐭𝐡𝐢𝐧𝐤 𝐈'𝐦 𝐜𝐨𝐨𝐥 𝐭𝐨𝐨? 𝐎𝐫 𝐚𝐦 𝐈 𝐭𝐨𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮?
𝐓𝐞𝐥𝐥 𝐦𝐞 𝐰𝐡𝐚𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐰𝐚𝐧𝐭 𝐚𝐧𝐝 𝐲𝐨𝐮 𝐠𝐨𝐭 𝐢𝐭, 𝐥𝐨𝐯𝐞.
𝐈 𝐰𝐚𝐧𝐭 𝐚𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮, 𝐠𝐢𝐦𝐦𝐞 𝐚𝐥𝐥 𝐲𝐨𝐮 𝐠𝐨𝐭.
𝐓𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚.”Per un istante, nell'esatto momento in cui aprii gli occhi, mi sentii spaesata.
Non mi ero resa conto di essermi addormentata durante il tragitto e una parte di me non era del tutto certa che potessimo già essere arrivati a Panama City.
Tentai di drizzarmi sul sedile e, quando tornai sul pianeta terra e il sonno si decise ad abbandonarmi, mi guardai finalmente intorno: eravamo fermi in un posto a me sconosciuto, Harry non era seduto al posto del guidatore ed il motore era spento.Ma che diavolo stava succedendo?
Confusa – e in parte angosciata dai mille pensieri negativi che, come sempre, si attivavano al minimo segnale di allarme e non – mi passai le mani sul volto e slacciai la cintura di sicurezza, sporgendomi in avanti per cercare di capire dove fossi, cosa stesse accadendo attorno a me.
A quel punto realizzai di essere in un parco, o una riserva, o qualcosa di simile.
Il van era circondato da un'ampia distesa di verde, da alberi di ogni genere che in quel momento non riuscii a distinguere e, proprio sulla mia destra, si apriva un lago immenso. Non sembrava esserci nessuno nei dintorni.
Il cielo nuvoloso copriva parte del tramonto, il che servì a darmi un'idea di che ora potesse essere.«Harry?» lo chiamai, guardandomi attorno, ma non ottenni risposta, allora aprii la portiera e saltai giù dal van.
Quando fui fuori notai un ampio telo piazzato sul terreno, dei cuscini a coprirlo e qualche snack sparso qua e là, così non mi ci volle molto a capire che quella fosse l'ennesima improvvisata sorpresa del riccio.
Un sorriso si fece spontaneamente spazio sulle mie labbra e chiusi la portiera alle mie spalle, ma quando mi feci avanti verso il telo, Harry sbucò da dietro il van passandosi una mano tra i capelli—i suoi occhi si illuminarono quando mi vide.«Hey dormigliona,» sorrise, «tutto okay?»
«uh-huh,» annuii camminando verso di lui, che mi incontrò a metà strada allacciando le braccia attorno alla mia vita, «cambio di rotta?» domandai, ma lui scosse la testa.
«Soltanto una sosta, sapevo ci fosse questo lago nelle vicinanze, così ho pensato che non passarci sarebbe stato un peccato.» Sorrise, ed io feci lo stesso di rimando.
«Okay...» sussurrai allacciando i miei occhi ai suoi, gli passai una mano sulla guancia e presi un respiro a pieni polmoni, «okay.» Quello sarebbe stato uno dei nostri ultimi momenti insieme, uno dei ricordi a cui mi sarei aggrappata con più forza a pochi giorni da lì.
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𝐋𝐞𝐭 𝐈𝐭 𝐁𝐞 𝐌𝐞
Fiksi Penggemar«Ora e per sempre, lascia che sia io.» ______________________________________________ Ad undici anni di distanza, Matilda realizza di essere ancora smarrita nello stesso, maledetto, labirinto. Dopo essere fuggita dalla famiglia che l'ha costretta a...