16. Writing secrets on your skin

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Eros



Chiudo la porta dietro di noi e contemplo il suo sguardo dissoluto.
Mi lecco le labbra mentre percorro la stoffa bagnata sul suo corpo; non c'è bisogno di alcuno sforzo di immaginazione per definire le sue forme, è tutto in bella vista.

Appoggio la schiena sulla porta ferrosa alle mie spalle, pronto a godermi lo spettacolo.
Evidentemente si è resa conto dell'inutilità della sua camicia, perché inizia a sbottonarla.
Lentamente. Bottone dopo bottone.

«Non l'ho mai fatto in un faro» confessa, lasciandola scivolare a terra.

«C'è una prima volta per tutto», mi soffermo sulle gocce ancora fresche che scivolano all'interno del reggiseno semi trasparente.

So già cosa farò nei prossimi minuti.

Seguo le sue mani sul bordo della gonna e aspetto che faccia ciò che vogliamo entrambi.
Non è facile come la prima volta, aderisce come una seconda pelle; si sporge in avanti concedendomi una più ampia visuale sul suo seno, sento un fremito nella patta dei pantaloni. Uno dei tanti.

Ritorna a guardarmi con disinvoltura, come se non fosse quasi del tutto nuda di fronte al sottoscritto in un faro abbandonato in mezzo alla spiaggia.
E cazzo, questo intimo è più inutile di quello che indossava prima.

Spingo le dita sulle sue guance per aprirle la bocca e vi infilo la lingua premendo la bocca nella sua con ferocia.
Non voglio lasciarla respirare, darle il tempo di pensare, di cambiare idea.
Tengo il suo corpo sul mio stringendo il braccio libero intorno alla sua vita e pregusto un anticipo di ciò che significa affondare dentro di lei.
La mia eccitazione tocca la sua quando mi circonda il collo con le braccia, il suo seno si schiaccia sulla mia maglietta fradicia e un brivido ci attraversa.

Insinua le mani nei miei capelli e li stringe con le dita continuando a darmi accesso alla sua bocca.
Si stacca all'improvviso ansimando e con impazienza mi libera della stoffa scura che mi costringe il petto.
Questa volta è lei a indugiare sulla mia figura, a passare gli occhi lascivi sui miei muscoli.
Vi fa scendere le mani fino a raggiungere l'elastico dei boxer, passa le dita sulla mia eccitazione con il chiaro intento di stuzzicarmi.
Non sorride, ha le labbra socchiuse e mi sfida con lo sguardo.

Lascio uscire un respiro frustrato quando le intrappolo il polso tra le dita.

«Myra...», la spingo in avanti e il suo seno ritorna a schiacciarsi sul mio petto.
«Niente più giochi.»

Mi impossesso nuovamente delle sue labbra mentre sciolgo la presa e scivolo con le dita sulla sua schiena.
Sussulta quando gli stringo i glutei per sollevarla da terra imponendole di circondarmi la vita con le gambe.
La sua intimità umida è ora a contatto con i miei addominali; si stringe a me per non cadere, ampliando il piacere.

Sto impazzando dalla frenesia.
Voglio fotterla in questo preciso istante.

Salgo un gradino della rampa che porta in cima e mi lascia le labbra, frastornata dalle mie intenzioni.

«Pensi di portarmi fin lassù», la sua voce è suadente quanto confusa.

«Perché,» risalgo con la mano sinistra e slaccio il gancio del reggiseno, «pensi di non riuscire ad aspettare?» Continuo a salire le scale, un passo alla volta.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora