23. In the middle of my chaos there was you

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Myra




Non so perché lo abbia fatto.
Posso concedermi delle attenuanti sul fatto di aver risposto alla chiamata di un numero non registrato, ma nessuna sul non avere riattaccato appena sentito la sua voce.
È probabile che sia la mia coscienza ad avere quel minimo di riguardo per lei, per il ruolo di madre che le riconosco.

«Volevo assicurarmi che sarai presente questa sera» chiarisce, quasi riuscisse a leggermi nella mente.

«Perché tutta questa premura. Credevo fosse felice di non dover più sostenere la mia presenza. Eppure è qui a preoccuparsi che partecipi al suo gala.»

La sua chiamata può avere un lato positivo, in fondo. Ora posso permettermi di aprire bocca come mi pare e piace, non più costretta nel ruolo della fidanzata di suo figlio.

Posso sentire la sua indignazione attraverso il silenzio che segue la mia replica.

«Credimi se ti dico che questa mia premura è la gentilezza più grande che potrei farti. Anche se, è certamente comprensibile che ti possa sentire a disagio nel nostro ambiente.»

Il suo tono derisorio è sempre lo stesso, punge con garbo per non dare troppo nell'occhio.

«Errore mio. Non ho considerato che alcuni dei miei ospiti potrebbero essere stati dei tuoi clienti. Immagino l'imbarazzo se qualcuno dovesse avvicinarti per parlare dei bei tempi passati», prosegue con una lama più affilata.

Clienti.
Mi raggela il sangue nelle vene.
Non mi sorprende che una come lei lo abbia scoperto, mi sorprende di più che lo abbia scoperto così tardi, quando ormai non ha più nessun motivo di ricattarmi.
Ma è ancora più sospetto che le sue passate ricerche su di me non abbiano prodotto i medesimi risultati nel periodo del mio fidanzamento con Andrew.

«Perché ricattarmi ora?» le domando di getto.

Lei ridacchia, divertita.
E come potrebbe non esserlo: finalmente ha tra le mani qualcosa con cui distruggermi.
Come ha desiderato fin dal giorno in cui ha scoperto della mia esistenza.

«La tua nuova conquista si è espressa con gli stessi toni. Deve essere stato gradevole ritrovarvi dopo anni di lontananza», il suo deliberato sarcasmo è fastidioso quanto ciò che sta rivelando.

L'ennesima insinuazione mi alleggia intorno, la conferma che in questi mesi mi abbia pedinata mi contorce dall'interno.
Non ho la minima idea di cosa voglia ottenere da me, dopo che ho perso tutto.
Posso solo pensare che il suo risentimento sia così radicato da imporle di rovinare gli ultimi stralci di vita che mi rimangono.

«Certo lo sarebbe stato di più se avessi risparmiato a mio figlio i tuoi giochetti di bassa lega... Ma non tutti i mali vengono per nuocere.»

Lascio che dia fiato alla bocca, come ha sempre fatto, mentre frugo alla ricerca di un possibile movente che abbia un senso.

«Non che siano affari che la riguardino, ma io ed Eros Hart non abbiamo nessuna relazione» obietto. Enfatizzo il suo amato cognome appositamente, per legarlo a una delle persone che più disprezza.

«Risparmiami la recita. So tutto della vostra promiscua liaison» ribatte, piccata.
«Dalle tue smentite, suppongo tu tenga il broncio per la sua improvvisa sparizione.»

Mi viene facile collegare i pezzi disseminati.
È coinvolta anche in questo.

«Oh, non ti è stato comunicato» commenta con evidente entusiasmo. «Ha lavorato per me. Non è stato facile convincerlo, ma con la leva giusta tutto diventa possibile, non è così?»

La sua meschina soddisfazione mi dà il voltastomaco, così come l'arrogante tono della sua voce.

«Non sarò il giullare di una sua serata autocelebrativa» dichiaro.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora