24. Living in a dream scented of her

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Andrew



Chiude la portiera dell'auto come se stesse tracciando una linea di confine.
È già assurdo che sia qui, figuriamoci mettersi tra me e lei.
Mi si para davanti quando sono a metà strada e mi spinge indietro nell'istante in cui tento di superarlo.

«Andrew, lascia perdere per stasera.»

Incrocio il suo sguardo e capisco che fa sul serio. Eros Hart, il fratello che ha avuto il lusso di poter scappare dalla città lasciandosi tutto alle spalle, ora è davanti a me in difesa della mia fidanzata. Ha dell'incredibile.

«Che vuol dire lascia perdere... Che ci fai qui? Credevo non saresti più tornato.»

Sono leggermente destabilizzato dal fuori programma: Myra non sarebbe dovuta essere presente, non avrebbe dovuto scoprirlo in questo modo. A dirla tutta non avrebbe nemmeno dovuto credere che fossi morto.

«Sì, il piano era quello. Prima della tua ridicola messa in scena» sottolinea con disprezzo.

Nessuno avrebbe dovuto crederlo.

«Non era così che doveva andare», mi sfrego le labbra con la mano puntando gli occhi verso di lei. «Non ho tempo ora...»

Cerco di evitarlo, ma mi sbarra nuovamente la strada.

«Dico sul serio. Non sta bene al momento», la sua occhiata mi suggerisce senza veli quanto io sia responsabile.

«Un motivo in più per raggiungere la mia fidanzata», enfatizzo l'ultimo concetto come un bambino offeso; questo rende evidente il mio stato psicologico.

All'ennesima intromissione, inizio a preoccuparmi seriamente.

«Ho saputo che tu e Myra avete legato durante la mia assenza, ma Eros, adesso ti chiedo di stare al tuo posto.»

Non avrei voluto andarci così pesante, ma non mi sta dando altra scelta.

«Assenza» ripete con un ghigno. «Dannazione, le hai fatto credere di essere morto. Hai una vaga idea di cosa abbia passato per superarlo?»

Non ne ho una vaga idea, lo so perfettamente: ciò che avrei passato io se mi fossi trovato al suo posto.

«Qualcosa mi dice che tu lo sappia», storco la bocca al solo pensiero di lui al suo fianco.

«Ho fatto quello che avresti dovuto fare tu.
Mi sono preso cura di lei.»

È una verità che avrei preferito non conoscere.

«Ti ringrazio per averlo fatto, ma ora è il momento che ti faccia da parte. Questo riguarda solo me e Myra.»

Sorride, con quel suo sguardo superiore che sottende traguardi che non voglio nemmeno immaginare.

«Sei così convinto che ci sarà ancora un te e Myra? Dopo due anni?»

Mi slaccio il papillon che comincia a starmi stretto e lo spingo nella tasca.
«Siamo giunti finalmente al punto» mormoro tra me. Lancio un'occhiata alla macchina per confermare che Myra si trovi ancora lì e ritorno su di lui. C'è solo una cosa che mi preme chiarire. «Ti sei preso cura di lei come mio fratello, oppure come un uomo innamorato di una donna.»

Scuote la testa, continuando a fissarmi.
«Voi Hart siete tutti uguali: credete di sapere sempre tutto.»

Può sviare il discorso quanto gli pare, le azioni parlano per lui. Di fatto, non l'ha negato.

«Anche tu sei un Hart» preciso.

«Solo perché tuo padre non ha saputo tenerselo nei pantaloni», solleva un angolo della bocca per tentare di distanziarsi da quello che prova. L'ha sempre fatto. La sua ribellione continua è sempre stato solo questo.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora